domenica 14 gennaio 2024

La chimera

La poesia, si può spiegare la poesia? Di più, che senso ha spiegare la poesia, una poesia? A scuola, spiegano il significato di una poesia: Ci sarà un perché, ma è anche e certamente un grossolano e stolto modo di ucciderla (1).

La chimera

di Alice Rohrwacher

Autentica poesia, viaggio epifanico in un mondo passato le cui spore aleggiano ancora attorno a noi.

Ci pensano i critici, è il loro mestiere, a dissezionare il film. A spargere commenti, a volte stupiti ed ammirati, altre razionalmente analizzanti, ma tutti comunque positivi verso questa pellicola (2).

- Personalmente, io che mi incanto e mi commuovo guardando la luna; che amo tanto Dino Campana quanto  Rupi Kaur; che mi stupisco per ogni sorriso di bimbo che incontro; che sento l’ala necrofora della morte quando impugno il katana; che non cerco sempre spiegazioni per ogni avvenimento, per ogni frase; ho trovato “La chimera” un gran bel film, un lungo momento di trasposizione ed immersione dentro il cuore caldo di ogni umano che corra il rischio di vivere e non si accontenti di sopravvivere.

- Personalmente, con tutto il rispetto per le opere d’arte che illustrano, che spiegano, che portano “messaggi”, la cui importanza non disconosco, io sto dalla parte dell’arte che emoziona ed incanta; se poi mi arrivasse anche un “messaggio”, che “messaggio” sia, ma sempre filtrato dal mio registro emozionale, dai miti e dai riti che mi sono propri. (3)

Allora, chi apprezza il canto della poesia in tutte le sue manifestazioni artistiche, libero poi a gusto personale, che so, di apprezzare le parole di Franco Arminio e non Dario Bertini; di farsi incantare, nel pieno di un tramonto, dalla violenza del rosso o invece dalla delicatezza dei suoi contorni; di lasciarsi trasportare dalla danza quando ascolta le melodie arabeggianti o invece quando ascolta la sonorità sudamericana, vada a vedere “La chimera”. Il suo personale gusto gli dirà se goderne o no.

Invece, chi davanti ad un bel tramonto esclama: “Bello, sembra una cartolina”; chi dai libri di poesie si tiene ben lontano; chi spara raffiche di immagini digitali per fissare un volto, un paesaggio, un cibo (e magari convulsamente schiaffarlo sui social) nel mentre che la vita gli scappa di mano lasciandogli solo fredde informazioni; chi non ha mai letto né mai leggerà “La camera chiara” di Roland Barthes perdendo così l’occasione di entrare nel ventre gorgogliante di quest’arte misteriosa; chi, per strada, non accenna mai un passo di danza mentre uno stereo da un’auto o lo sferragliare di un treno gli suggerisce tracciati di spazio da disegnare col corpo, lasci perdere “La chimera”. Piuttosto, si faccia guidare per mano dai triti e ritriti dettami “woke” (dai, concedetemi una concessione al servilismo italiota verso la cultura anglofona!!) e progressisti della linda e benpensante Cortellesi di “C’è ancora domani”.

In fin dei conti, c’è posto per tutti: Affabulatori, illusionisti, maghi, streghe e stregoni, poeti e poetesse, come furono, nell’arte del cinema, Bunuel, Jodorowsky, Fellini e, in “La chimera”, Alice Rohrwacher, ma anche neo – realiste a caccia di facili consensi come è Paola Cortellesi di “C’è ancora domani”. Tutti i gusti, sono giusti.

 

1. “La poesia è corpo errante, non ha una meta, né guadagnato traguardo, non chiede la ragione e il senso dell’esistenza, non invoca una plausibile motivazione logica. É come la rosa che in quanto rosa non si chiede il perché della sua breve vita, o perché la sua bellezza duri così poco, né tanto meno perché sparge intorno il suo profumo. Una rosa semplicemente è. Ė espressione manifesta” (T. Ferrante, insegnante, in “LA POESIA, LENTE D’INGRADIMENTO SULLE EMOZIONI”

2. “Un Film al contempo arcaico e postmoderno, completamente libero come sa essere il cinema di Alice Rohrwacher”. “L’ineffabile bellezza del film di Alice Rohrwacher”. “Questo film, invece, deve ancora incontrare più occhi possibili. E poi evaporare”.

3. “L’aspetto problematico dell’arte odierna consiste nella sua tendenza a comunicare un’opinione precostituita, una convinzione morale o politica. Essa cerca cioè di comunicare informazioni. La concezione anticipa la realizzazione. Così facendo, l’arte si riduce a mera illustrazione.” (Byung Chul Han, filosofo, in “Come abbiamo smesso di vivere il reale”)



Nessun commento:

Posta un commento