Muovendomi tra spazi e recinti d’ombre, cortile assonnato impedito da muri vecchi e scrostati, so che oltre qui non c’è niente, niente che io possa chiamare mio.
Oltre l'orizzonte, spezzato dal perimetro della chiesa e…
che ricordi, lì dove ancora sta una palestra un tempo luogo di presenza del
Maestro Tadashi Koike e del suo elegante e feroce Kodokan Judo, in queste
modeste ore del crepuscolo è semplice danzare di Kenpo Taiki ken.
La
bugia dell’imparare imitando
E’ semplice danzare di Kenpo
Taiki Ken imparato più che a parole, ripetizioni e imitazioni, attraverso
la lingua misteriosa dei sensi, della “pelle”. Niente occhi ed orecchie quanto
massima attenzione ad un corpo che impatta, svicola, colpisce.
E’ il mistero dell’altro che mi contatta attraverso i sensi
ed è il “sesto senso”, l’intuito, colui che si apre e dialoga di corpo “con” e
“contro” un corpo.
Come si potrebbero mai imparare
questi modi, di fatto spicci e trancianti, attraverso parole ed imitazioni? Se
la difesa strategica, suprema, è Chowa, il vuoto fisico che è
anche equilibrio interiore, cioè intuire l’intenzione dell’opponente
illudendolo di poter avere il controllo su di te e sull’azione in corso, la sua
realizzazione potrà avvenire solo fuori da ogni comunicazione digitale, che è
indicativa e descrittiva. Potrà avvenire solo sul terreno dell’analogico, che è
emozioni e sensazioni e intuito; che è centrata sulla relazione e sul “come”,
sul senso del tempo soggettivo, lui strettamente correlato alle pulsioni ed ai
moti del cuore, Kokoro: La capacità di cogliere tempestivamente il
“cuore delle cose”, come ebbe a tradurre Lafcadio Hearn, giornalista irlandese,
appassionato del Giappone tanto da essere naturalizzato giapponese, assumendo
il nome di Yakumo Koizumi.
La
verità dell’imparare facendo, dunque sbagliando
Batte il mio cuore nel petto, sento
la carezza del potere che anima ogni Arte Marziale che sia autentica, mentre i
miei gesti attraversano le correnti che sono frizioni, opposizione ma anche
consensi e docile accompagnamento. Oltre l’orizzonte, a rischio di schiantarmi
contro le pareti ostiche della chiesa, nel fuoco e nella vergogna di gesti
ancora approssimativi, confusi, costruisco il mio Kenpo Taiki Ken, per
offrirlo agli amici ed allievi che mi camminano accanto.
Solo così, anche e soprattutto errando, si può far
risaltare, far uscire, le pulsioni del coraggio e della paura, che sono cuore
del “marziale”, che è iniziale perché principio di ogni esistenza
individuale, di ogni avventura umana. Siamo tutti combattenti, è che forse
ancora non lo sappiamo o non vogliamo ammetterlo.
Allora entra nello Spirito
Ribelle, e conosciti guerriero del terzo millennio.
“Finché
non è nella carne, la conoscenza è solo rumore”
(proverbio della Nuova Guinea)