martedì 9 aprile 2024

Le ragioni di un corpo che si emoziona: Il recupero nella pratica motoria

Tante sono le piccole cose che avrei voluto dire, che avrei voluto fare, ed era la mancanza di tempo la scusa dietro cui mi schermavo. Piccole cose che mai si allontanavano dai miei pensieri.

Lo sapevo prima, lo so meglio ora, che non si può fare movimento, non si può praticare Arti Marziali, se non ci si confronta con il mondo delle emozioni; che il malessere fisico, la stanchezza e le membra pesanti, tanto quanto l’energia vitale, l’audacia di ogni assalto e di ogni difesa, sono le espressioni di arrembanti risonanze psichiche.

 

Importanza e funzioni del “recupero”

Praticare, muoversi nello spazio, richiede sempre il recupero: Ogni sforzo, anche quotidiano, assume consistenza solo se si rispecchia nel tempo di recupero, tempo e modi che ognuno occupa a piacere. Orbene, che la si smetta di affannarsi a “fare”, di vantarsi di allenarsi sempre e comunque, senza sosta, o di preoccuparsi per aver mancato un incontro, una lezione!!

Già nel muoversi nello spazio c'è un continuo fluttuare tra gesti e movenze che richiedono stabilità, come quando lavoriamo sul radicamento o sull'equilibrio, e movimenti che richiedono mobilità, come quando inanelliamo una serie di percosse o attuiamo spostamenti particolarmente dinamici. In realtà, queste due fasi spesso si presentano insieme oppure sono una di seguito all'altro, in quanto si sostengono a vicenda.

Stabilità non indica "immobilità", ma una operazione di sostegno che tende a costruire equilibrio. Sovente per produrre un movimento dinamico, un balzo, uno spostamento circolare, è necessario preparare l'azione con un movimento stabile e questo può significare applicarsi all'allineamento posturale e alla scelta di quale “peso” del corpo: Pesante, leggero, forte, collassato, sono le quattro distinte qualità tra cui optare.

Dopo il “dinamico” abbiamo da ritornare alla stabilità, per poi prepararci al successivo passaggio dinamico. Così come dopo un movimento fondato sull'equilibrio, cerchiamo il recupero (che è recupero di energia o cambio di energia), con qualcosa di dinamico. A volte stabilità e mobilità convivono nello stesso movimento, si bilanciano a vicenda.

 

Quale rapporto tra “recupero” e movimento,

 tra recupero e ragione dell’emozione?

Dunque, come nel piccolo così nel grande, ad ogni incontro di formazione (noi Spirito Ribelle da decenni prediligiamo “formazione”, lasciando “allenamento” agli animali da circo, agli imitatori ad oltranza) si accompagna o segue il tempo ed il modo del recupero: fondamentale per crescere e migliorarsi.

Così, consapevoli che la tendenza all’agire è in parte già azione, che “le azioni sono inscritte nella carne ancor prima che l’intenzionalità consapevole agisca e detti comandi” (G. Dall’Ava, HR Manager, laureato in filosofia e in neuroscienze, in “La chiave di SOPHIA”  Giu- Sett 2020) ), sappiamo che la vitalità e lo slancio erotico, elementi fondanti la nostra pratica Spirito Ribelle, sono di per sé  origine possibile di conoscenza, di quella conoscenza “altra” da quella razionale, conoscenza che affonda anche nelle pause, nel “vuoto fertile” di impronta gestaltica, nel tempo che è anche modo del recupero.

- E’ questa particolare conoscenza, questa ragione dell’emozione, emos – azione, che ci permette, praticando con passione, di afferrare il senso profondo, ancora nascosto, di ognuno di noi e almeno di intuire il senso di ciò che l’altro prova.

- E’ il tempo e il modo del recupero, un po' come le pause tra una nota e l’altra, che contribuisce a fare melodia. E questo recupero è anch’esso mondo e sapere emozionale, mondo e sapere di vita vissuta.



I modi della pratica, la nostra pratica Spirito Ribelle, lo testimoniano: Per fare, per agire, per spostarsi nello spazio, perché non occuparsi del “togliere”, dello svuotarsi “più che” o “prima del” premere, del riempire? Dello Yin più che dello Yang? Perché non considerare fondamentali tempo e modi del recupero?

“In modo generico questo tema ha a che vedere con una fase di esecuzione di una o più azioni a cui segue una fase di recupero/cambiamento/riposo. Possiamo quindi osservare come le Qualità (Effort), l’uso dello Spazio, e l’Organizzazione del corpo in determinate combinazioni, danno vita a ritmi e fraseggi caratteristici che possono essere un segno distintivo della personalità di una persona oppure semplicemente formano un ritmo che risulta efficace per l’esecuzione di una azione” (L. Rapisarda)

 

 




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