“Scherma” e non combattimento perché il combattimento è ben altro.
E’
affrontare, a mani nude o armate, uno o più estranei in uno scontro di vita o
morte, di aggressività estrema, di violenza senza freni, senza regole, giudici,
arbitri, categorie di peso, round ecc.
Lo sanno
bene delinquenti e tutori della legge, ultras sportivi, estremisti politici, le
categorie, uniche, avvezze a scontrarsi dentro l’area del pericolo totale e
senza limiti, della morte da dare per non riceverla.
Lo sa bene
chi, non casualmente, non una volta o due, ha vissuto e vive questa esperienza
terrificante.
Anche negli
sporti più brutali, l’esperienza dello scontro non ha la stessa intensità, non
vive le stesse pulsioni di morte di uno scontro di strada: “In queste
manifestazioni di simpatia (a fine incontro ndr) emerge, oltre al senso
di umanità che ognuno di noi in varia misura possiede, una pratica abbastanza
ovvia tra professionisti che appartengono, per così dire, alla stessa compagnia
di giro” (‘Sangue nell’ottagono’ di A. Del Lago)
Gli stessi
gesti motori sono solo parzialmente sovrapponibili tra mani nude ed uso di
protezioni (guantini o guantoni, caschetto, conchiglia ecc.): “Il
combattimento a mani nude richiede tecniche offensive e difensive totalmente
diverse” (‘Il professore sul ring’ di J. Gottschall, docente scolastico e praticante
MMA).
Dunque,
anche se nel linguaggio corrente si è soliti usare, in ogni Arte Marziale o
sport da combattimento, la parola “combattimento”, qui ritengo onesto scrivere
di “scherma” per intendere un “gioco condiviso”, più o meno duro, in cui non è
in ballo la sopravvivenza, l’uccidere per non essere uccisi.
“Nell’affrontare
una sfida a duello, un uomo dimostrava, correndo un altissimo rischio, di
essere letteralmente disposto a combattere fino alla morte contro chiunque
intendesse sbarrargli la strada” (‘Il professore sul ring’ di J. Gottschall, docente scolastico e praticante
MMA).
In fin dei
conti, la differenza sta tutta qui: Combattere per uccidere al fine di non
essere uccisi oppure no. Con tutto il mio rispetto per chi versa sangue e
sudore, per chi rischia infortuni anche gravi, financo la morte, su un ring o
nell’ottagono, che non è quel che si vede in questo video.
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