domenica 9 febbraio 2025

Scherma di percussioni con protezioni

“Scherma” e non combattimento perché il combattimento è ben altro.

E’ affrontare, a mani nude o armate, uno o più estranei in uno scontro di vita o morte, di aggressività estrema, di violenza senza freni, senza regole, giudici, arbitri, categorie di peso, round ecc.

Lo sanno bene delinquenti e tutori della legge, ultras sportivi, estremisti politici, le categorie, uniche, avvezze a scontrarsi dentro l’area del pericolo totale e senza limiti, della morte da dare per non riceverla.

Lo sa bene chi, non casualmente, non una volta o due, ha vissuto e vive questa esperienza terrificante.

Anche negli sporti più brutali, l’esperienza dello scontro non ha la stessa intensità, non vive le stesse pulsioni di morte di uno scontro di strada: “In queste manifestazioni di simpatia (a fine incontro ndr) emerge, oltre al senso di umanità che ognuno di noi in varia misura possiede, una pratica abbastanza ovvia tra professionisti che appartengono, per così dire, alla stessa compagnia di giro” (‘Sangue nell’ottagono’ di A. Del Lago)

Gli stessi gesti motori sono solo parzialmente sovrapponibili tra mani nude ed uso di protezioni (guantini o guantoni, caschetto, conchiglia ecc.): “Il combattimento a mani nude richiede tecniche offensive e difensive totalmente diverse” (‘Il professore sul ring’ di J.  Gottschall, docente scolastico e praticante MMA).

Dunque, anche se nel linguaggio corrente si è soliti usare, in ogni Arte Marziale o sport da combattimento, la parola “combattimento”, qui ritengo onesto scrivere di “scherma” per intendere un “gioco condiviso”, più o meno duro, in cui non è in ballo la sopravvivenza, l’uccidere per non essere uccisi.

Nell’affrontare una sfida a duello, un uomo dimostrava, correndo un altissimo rischio, di essere letteralmente disposto a combattere fino alla morte contro chiunque intendesse sbarrargli la strada” (‘Il professore sul ring’ di J.  Gottschall, docente scolastico e praticante MMA).

In fin dei conti, la differenza sta tutta qui: Combattere per uccidere al fine di non essere uccisi oppure no. Con tutto il mio rispetto per chi versa sangue e sudore, per chi rischia infortuni anche gravi, financo la morte, su un ring o nell’ottagono, che non è quel che si vede in questo video.

 

 

 

 

 

 


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