“Se
mancasse l’audacia d’animo, mancherebbe tutto. L’audacia, tale virtù in
particolare, trova luogo nell’arte” (Fiore dei Liberi)
Il senso di ore ed ore di
auto, tra code e rallentamenti che sono grassi foruncoli fastidiosi, piazzati
proprio tra quelle che i puritani chiamano le parti intime ?
E
tutti, ma proprio tutti, sono lì: gregge indistinto che parte e si sposta
insieme, stesso giorno e stesse ore. Stupidità umana a cucchiaiate, matassa
informe e senza nerbo.
Che
c’entro io con queste pecore ?
Arrivare
ai sessant’anni per provare lo stordimento ubriaco del gregge, dello scivolare
piano, ma inesorabile, verso la tosatura: sorta di beluina transumanza, enorme
mandria di gnu che si trascina, stanca, ignorante e impotente, da un capo
all’altro del parco Kruger
Alt,
aspetto positivo:
dalla finestra di casa |
un
passato pluridecennale fuori dal gregge ( è, salvo un paio di “incidenti”, la
prima volta che mi lascio intruppare nella transumanza ), dunque, figo questo
Tizi. Si tratta solo di continuare ad avere immacolata la “fedina” di umano adulto auto diretto: mai più nel
gregge stupido delle partenze di massa !!
Cemento ovunque; auto e
scooter e pullman si infilano a ripetizione nella stradina che, sega fastidiosa
e rumorosa, lacera ripetutamente il muro di cemento delle case schiacciate le
una alle altre; sporcizia ovunque.
ancora dalla finestra di casa |
Cammino
su rocce e scogli; il mare, verde e limpido, scivola frusciante. Cammino
scansando bottiglie vuote, cartacce, escrementi ( canini ? umani ? Boh!? ), una
ciabatta spezzata, un groviglio di fazzoletti usati, avanzi di cibo. Non è
questa la Croazia, selvatica e nuda, conosciuta la scorsa estate.
Questa
è una vecchia baldracca disfatta, trucco pesante, il sudore rancido sul viso a
solleticare rughe profonde come fogne oscure.
scorcio di mare |
Belle le chiacchiere serali,
notturne, attorno al tavolo, e, qui e là, le esposte reciproche nudità
emozionali.
Dopo
cena, i bambini in casa, a giocare; gli adulti fuori.
Non
sono uno da “conversazione” (A) e,
lo ammetto, me ne vanto. So fingere; so aprire e chiudere la bocca emettendo
suoni comprensibili attorno al tempo atmosferico, all’aumento delle bollette,
ai politici ladroni ed alle cose del quotidiano scorrere ( comprese quelle di
cui nessuno dei presenti alla conversazione sa nulla, ma giudica e sentenzia
per sentito dire o per un titolo di un quotidiano: quanti innocentisti /
colpevolisti sul delitto di Avetrana, sulla chiusura dell’ILVA, su…). Ma sono
io, veramente io, quando riesco a virare sul personale, sull’essere, allontanandomi dall’apparire.
Allora,
ben vengano, tra sprazzi notturni in un cielo stellato, le confidenze
emozionali di vita vissuta, le parti Ombra danzate a fatica ma con sincerità
Grazie,
cari compagni di un breve soggiorno croato. Grazie di cuore per quei piacevoli
ed intensi incontri serali tra uomini e donne. Ho vissuto sere bellissime.
Ecco:
“L'unico vero viaggio, l'unico bagno di
giovinezza, sarebbe non andare verso nuovi paesaggi, ma avere altri occhi,
vedere l'universo con gli occhi di un altro, di cento altri, vedere i cento
universi che ciascuno vede, che ciascuno è. “ (M.Proust)
“Il vero viaggio di
scoperta non consiste nel cercare nuovi orizzonti, ma nell'avere occhi nuovi.”
(M. Proust)
Ed
anche
“’D’altra parte il
turismo di massa ha le sue leggi. Come un Creso, più aumenta, più uccide tutto
ciò che tocca” (G. Botta).
Basta
per spiegare perché non mi importa nulla di viaggiare a vedere luoghi ?
Con
buona pace di chi, dopo una settimana o un mese da turisti a vedere Messico o Egitto,
ci racconta “Sono stato in Messico”, “Sono stato in Egitto”.
Se
si tratta di un passatempo (ancora “A”, è buono pure per questo), di un
divertimento, OK. Ognuno si diverta come crede. Ma tu, turista d’Agosto, davvero credi di essere
stato in – tutto- il Messico ? Davvero hai la pretesa di aver conosciuto –
tutto – il Messico ? E quale Messico ? Quello guardato con i tuoi occhi di turista
d’Agosto ? Il tuo Messico, il tuo Egitto, è una sfilza di immagini e nulla più.
Contento tu, OK.
Un
mio ormai ex allievo, vent’anni fa, mi disse “Siamo tutti yogurt con la scadenza. Solo che, contrariamente agli
yogurt, la scadenza non ci è dato saperla”. Lascio volentieri ad altri le
visite al Billa o all’Esselunga, osservando corridoi e scaffali, notando,
magari e del tutto superficialmente, le differenti confezioni di yogurt che ne
sono ospitati. Io preferisco gustare profumo, sapore, di questi yogurt,
assaggiarne il sapore. E farmi assaggiare. Prima dell’arrivo della scadenza.
tutti in montagna ! |
Mi aspetta Bassano del Grappa.
Bellissima, dolcemente penetrata tra i fianchi dallo snodarsi del Brenta, le
montagne forti alle spalle.
Mi
aspettano le passeggiate tra i boschi; Marostica, minuscola cittadina dal
sapore d’antico; le mangiate enormi ( stupenda scoperta il ristorante
“Ottocento simply food”, tra verde esploso tutt’attorno, cibo prelibato e
offerto con grande autorevolezza ); le ore dentro la libreria Roberti, antica (
occupa un palazzo del ‘700), accogliente, e gli scambi con commessi gentili e
preparati; le mucche al pascolo e le vedute sterminate dal monte Crocetta. La
calda accoglienza della sempre gentile Susy.
Mi
aspettano il riposo, le dormite fino a tarda mattina, gli studi e le letture.
Soprattutto,
mi aspettano gli incontri con uomini e donne.
verde ovunque |
Con Vanni, medico
sportivo ed ortopedico di lungo corso, tra ciclismo, sport del ghiaccio a
squadre ed individuali ed ora anche calcio, e con Anna, giovane pallavolista che,
dopo Club Italia e campionati di serie B, è pronta al gran salto in serie A,
siamo a chiacchiere sportive.
Allenamenti
e periodizzazione; pesi ed elastici; fisioterapia e iniezioni riabilitanti;
aneddoti e curiosità, a volte anche sconvolgenti rispetto ad una “facciata” di
pretesa integrità. Ognuno porta il suo personale contributo. Minimo quello mio
sportivo, schiacciato in anni lontani.
Come
sempre mi accade, dopo questi incontri, sono ben contento di praticare ed
offrire Arti Marziali, soprattutto
come noi le intendiamo allo Z.N.K.R. Arti,
e non sport.
Anna e ... la mucca |
L’aria fischia, sibila
pericolosa.
“Gli
oscuri dell’aria”, come mi piace chiamare i miei coltelli da lancio, tendono all’albero
di fronte a me.
Un
bel gioco, un masticare comunque d’acciaio. A più riprese, coinvolgo altri
nell’impresa. E mi piace osservare le piccole dita di mio figlio Lupo avvolgere
l’acciaio pericoloso, il braccio protendersi, ancora goffo. Padre e figlio, per
alcuni momenti, uniti nella stessa maschia danza.
Due settimane scivolano
via rapide.
Il
ritorno a Milano; la casa avvolta da una luce candida; i katana a troneggiare
impavidi sul mobile “bello”; il giocare con Lupo e l’incombenza della spesa.
Pronto
? Certamente !!
(A)
“I passatempi sono di
vario tipo. Le determinanti esterne sono sociologiche (sesso, età, stato
civile, situazione culturale, razziale e economica). “Auto e motori” (confronto
di macchine) e il “Chi vince” (sport) sono “discorsi da uomini”. “Negozi”,
“Cucina” e “Vestiti” sono tutti “discorsi da donne”. Il “com’è andata con
quella” è proprio degli adolescenti, mentre il passaggio alla maturità è
caratterizzato dall’apparizione del “Bilancio d’esercizio”. Altre specie della
stessa famiglia, variazioni delle “Quattro chiacchiere”, sono: “Come si fa” ( a
far qualcosa), ottimo per i brevi viaggi in aereo; “Quanto costa”, (molto in
voga nei bar frequentati dalla piccola borghesia); “E’ mai stato a …” (qualche
posto meraviglioso), tipico della media borghesia e degli “esperti”, come i
commessi viaggiatori: “Conosce” ( il tal – dei – tali) per i solitari; “Che ne
è stato di …” (quel caro Joe), giocato spesso da chi ha fatto soldi e da chi
non ne ha fatti; “La mattina dopo” (una sbronza) e il “Martini” (conosco una
ricetta migliore), caratteristici di un certo tipo di giovani ambiziosi.”
un piccolo amico per mio figlio |
(E.
Berne: A che gioco giochiamo). Libro che, da anni, suggerisco a chiunque
voglia capire come, ogni giorno, sprechiamo il tempo e avveleniamo le
relazioni.
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