Sabato 13 Luglio
Agriturismo “Cà de
Figo”. Varzi (PV)
Sorta
di
-
educazione
psicomotoria e delle strutture nervose, che offra la capacità di scegliere
liberamente come agire e come essere;
-
strategia di confronto nei conflitti relazionali;
-
individuazione
del come essere guerriero, ovvero uomo o donna d’onore e di valore nella
società contemporanea;
-
carica
energetica alla scoperta di una sintonia con le forze interiori, ri-conoscendo
le emos-azioni, l’assertività, fino alla decisione ultima che non ha ritorno.
Un
manipolo di praticanti, tra spade d’allenamento ed acciaio affilato, che non si
può parlare e praticare di spada sempre reggendo in mano un giocattolo o un
pezzo di legno e mai l’arma quale esattamente è: acciaio temprato per tagliare,
ferire, mutilare ed uccidere.
Un
tirar di spada in cui: “La precisione
tecnica nel Kesagiri, il taglio diagonale dalla base del collo al fianco
opposto, non è mai speculazione stilistica, non è pignoleria scolastica. Essa è
realismo puro. E’, con il raffinarsi dell’immagine di sé che si ha quando si
lavora consapevolmente e non per imitazione, soprattutto disposizione spaziale
di un gesto che uccide”. (in “Kenshindo”. Opuscolo esplicativo realizzato
dallo scrivente, Giugno 2009).
Un
manipolo di praticanti, uomini e donne, di fronte alla cerimonia del
Tameshigiri, il taglio di un bersaglio come “simulazione dell'assassinio di un altro essere umano” (M° Takamura
Yukio), atto totale ed inappellabile. Atto di estremo coraggio.
Un
manipolo di uomini e donne, apparentemente gente comune, in realtà, esploratori
di sé e dello stare al mondo, che si cercano coraggiosi, affidandosi alla forza dei sentimenti; generosi, vivendo nella dimensione del
dono; leali, assumendosi sempre la
responsabilità del proprio agire perché consapevoli che, se anche non possono
sempre fare quel che vogliono, sempre possono scegliere cosa fare di quel che
loro accade.
Un grazie per questo seminario che, insieme a quello dello scorso giugno sono stati il mio riavvicinamento alla spada. Impegnativo, difficile e …....affascinante. Il passare degli anni mi spinge sempre più ad apprezzare quello che prima non sopportavo: i movimenti piccoli, lenti, l’ascolto. Come ho detto già al Tizi questo lavoro “fine” che ritrovo qui ma anche nel Tai Chi in qualche modo mi spinge ad occuparmi di parti di me ( anche solo corporee a volte) che spesso ho preferito ignorare ma che….. inevitabilmente mi sussurrano imploranti che esistono anche loro. Procedo quindi con consapevolezze diverse e con curiosità….OSS!!
RispondiEliminaun posto pieno di fascino, nel circolo di cemento sotto un rifacimento di anfiteatro greco, mentre i cavalli stavano a osservarci brucando..ottimo cibo, ottimo branco.
RispondiEliminaE un nuovo inizio con "Ammazzademoni", nuova compagna di viaggio, che chiede tanto e tanto dà..e l'incontrarsi dei kissaki tra la mia lama e quella di Simona, una carezza sul cuore, forse da due tigri che ancora devono uscire dal bosco?
e le risate poi a bere birra e giocare..sì, proprio un gran bel Residenziale.
Oss!!
Giovanni