mercoledì 18 settembre 2013

E’ qui la festa ?

“A me non interessa  il mondo. Mi interessano le persone con le quali vivo: il resto del mondo è tutto nei giornali. La mia famiglia, i miei vicini, sono loro la mia vita”
(C.G. Jung)


Appena iniziata la nuova stagione e già… siamo in festa !!
Gli allievi che sono passati di grado nel Wing Chun Boxing e nel Tai Chi Chuan e chi è passato nel Kenpo ma aveva “mancato” i festeggiamenti “estivi”. Sono loro i protagonisti e, con loro, chi ha condiviso le botte e le sudate o chi, semplicemente, comunque gravita attorno alla Scuola.
Porte aperte, come aperta è l’accoglienza, lo scambiare idee ed esperienze.
Grandi bevute, ottimo il mangiare, intense le chiacchiere.
Mi ritrovo a sorridere, sbirciando le semplici movenze femminili di Angelica, l’espressione sorniona di Giovanni, il gran daffare di Tina, lo sguardo intenso di Renato, il volto sereno di Roberto.
Ripenso alle parole di Jung che ho messo “in testa” a questo post.
Con il massimo rispetto per chi si occupa di politica, dunque del “mondo”, per dare un contributo al cambiamento, ( ma io resto dell’idea che la democrazia sia l’occasione per la voce dei mediocri di essere assordante) come per chi, invece, gongola nello stare in una società dove tutto è consumo senza uso, ( ma io preferisco frugalità ed equilibrio, convinto  che la società borghese e capitalista non sia l’unica realtà naturale e possibile)  ho, da tempo, volto lo sguardo verso chi mi sta vicino.
L’ho volto convinto che la mia di maturazione e trasformazione passi attraverso la relazione con chi mi è accanto; convinto che, per dirla “alla grande”, anche la comprensione e la trasformazione del mondo più lontano, sia possibile solo attraverso la maturazione, il confronto, la trasformazione di ogni singolo individuo.
Allora la pratica marziale, intesa come via di apprendimento all’equilibrio, alla semplicità; come pratica di individuazione e crescita attraverso il confliggere.
Allora lo Z.N.K.R. come luogo di incontro e confronto per individui, uomini e donne,  disposti a fare i conti con le proprie parti Ombra, con quelle parti ancora inespresse o mutilate perché temute o mal considerate dalla morale e dalla cultura vigente, capaci di scrollarsi di dosso anaffettività e ragione astratta, di rifiutare il diktat del copione imposto, della coazione a ripetere (1) che li rende comparse e non protagonisti del loro vivere.
Allora questa minuscola Scuola, che vive da più di trent’anni proponendo a chi vi entra di costruire insieme una cultura adulta e guerriera ( “che sa stare nei conflitti” ), in cui ogni praticante, tra queste mura e nella sua vita privata, sia artefice del proprio vivere. Un adulto che, come ricordo spesso, quand’anche non potrà sempre scegliere liberamente cosa gli accadrà, sarà però in grado di scegliere liberamente cosa fare di quel che gli accadrà.
E, allora, per questa sera, dopo il gioioso “casino” ludico del corso Bimbi / Ragazzi, dopo l’aggressività esplosiva del Wing Chun Boxing, dopo le avvolgenti pratiche guerriere del Kenpo … “E’ qui la festa?

“Siamo nell’era dell’uomo mediocre, che è ottuso, noioso, incolore: ma inevitabilmente vittorioso. L’ameba vive più a lungo della tigre perché si divide e continua nella sua immortale monotonia”
(Trevanian)


1.
 L    La coazione a ripetere è il meccanismo mentale per cui, in modo inconscio, si ricade negli stessi comportamenti, nelle stesse azioni, ancorché non appaganti. Questo può avvenire su diversi fronti: la scelta del partner, l’educazione dei figli, le scelte professionali, ecc. Tale meccanismo, per dirla in breve, trae origini dal desiderio inconscio di rivivere una situazione che in infanzia ci ha traumatizzato credendo di riuscire, questa volta, a risolvere quel dramma mai superato; dall’imitazione inconscia di modelli valoriali supinamente introiettati nell’infanzia; dalla spinta della pulsione di morte (thanatos) che utilizza la ripetizione del trauma per demolire tutti i desideri (eros) e riportare uno stato di tiepida quiete.   

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