Le
emozioni non hanno simpatia per l'ordine fisso
(Yukio Mishima)
Un
bell’equipaggio di maschiacci a rappresentare, di fatto, tre generazioni: io,
over sessanta, Paolo, under quaranta e mio figlio Lupo, under dieci.
Raggiungiamo
la cava, dove gli spari si susseguono ininterrotti.
E’
lì che incontrerò il katana, di epoca Shinto (1), su cui ho posto le mie attenzioni.
Il
direttore di gara, una gara di “tiro dinamico”, si fa avanti. Praticante e
Maestro di spada da anni, cultore del Giappone nonché scrittore, antiquario e
restauratore di lame nihonto, mi porge la sacca che lo contiene.
Pochi passi, tra auto in sosta, erbacce,
rocce grigiastre e sono in un posto isolato.
Lo
guardo, lo snudo. La lama, sottile e famelica, brilla alla luce del sole.
L’impugnatura è snella, ben conformata. Lo tsukaito, pieno e presente, rivela
un colore profondo, dove il verde d’autunno lascia filtrare striature d’oro
antico. Un fuchi finemente lavorato evidenzia la “guardia”, la tsuba. Su di
essa, l’artigiano ha riversato il suo sapere, la sua esperienza, ricavandone un
oggetto di rara bellezza.
Di
nuovo poso gli occhi sulla lama: sensazione netta di saper affondare con
piacere dentro il bersaglio, dissezionandolo senza incertezze. Boshi e kissaki
paiono sicari su cui poter contare, poter contare per penetrare.
Il
katana è impressionante nella sua leggerezza: agile e snello come un lupo.
Lo
muovo rapido nell’aria ed il suo silenzio fende lo spazio attorno. Già, è una
lama che “non fischia” e per questo non è gradita dai cultori dello iaido (l’arte di estrarre la spada) federale: il
sibilo della lama è un obbligo per ottenere punti in gara.
Ad
ognuno il suo. A me, che “non fischi”, non solo non importa nulla, ma mi fa
ancor più apprezzare l’agguato silenzioso del lupo. Non lo vedi, non lo senti.
Saranno le sue fauci a presentarti il conto …
L’hamon,
le ondulazioni che costeggiano la lama nei pressi del tagliente, disegna forme
generose, nuvole d’ombra grigiastra, ghirigori d’arte per una linea di tempra
perfetta.
Cedo
il katana a Paolo: mi interessa il suo parere, le sue sensazioni. Anche lui
apprezza.
Pochi minuti ancora, mio figlio Lupo osserva
e decide che sì, quella “ è proprio una
bella spada”.
Ci
accomiatiamo dal Maestro. Una vigorosa stretta di mano e da quelle mani esce un
piccolo dono: un folder (coltello pieghevole), disegnato da Koji Hara per la Columbia River. Un bel gesto, che ho
saputo apprezzare.
Il
ritorno a casa è rapido. Nell’auto, siamo tutti più loquaci.
Una
volta arrivati, prima di festeggiare l’acquisto con un brindisi ed un lauto
pranzo, mostro il katana a Monica: le piace, glielo leggo negli occhi, poi,
sono le sue stesse parole a confermarlo. Sono i primi occhi femminili, le prime
mani femminili, a posarsi sul katana.
Lui,
ora, fa bella mostra di sé sul katanakake, lo speciale supporto che già ospita
“Lama
danzante”.
A
giorni, celebrerò Matsuri, la cerimonia di nominazione: il katana avrà il suo
nome, quello che io sentirò adatto perché il suo cuore batta insieme al mio,
perché insieme continuiamo sul percorso di Kenshindo,
la Via dello spirito della spada.
I dettagli tecnici:
Mumei:
lama priva di firma del forgiatore;
Shinogi
zukuri: lama realizzata con il doppio shinogi (costolatura, altrimenti detta
“scola sangue”) posto sui lati;
Iori-mune:
dorso della lama in stile iori, ovvero
con un apice appuntito.
Nagasa:
lunghezza della lama, 70,9 cm;
Motohaba:
larghezza della
lama alla base, 2,9 cm;
Sakihaba:
larghezza della lama in punta (kissaki),
2,2 cm;
Motokasane:
spessore della
lama alla base, 6,0 mm;
Sakikasane:
spessore della
lama alla linea (yokote) che separa la lama dalla punta, 4,0 mm;
Sori:
massima curvatura della lama, 1,8 cm;
Nakago:
codolo della lama, con un solo perno (mekugi)
Jihada:
“disegno” della superficie della lama, grana dritta con ovali irregolari simili
a nodi di legno (masame con itame);
Hamon:
linea di tempra, ondulata (notare);
Tsuba:
guardia o “paramano” del katana, di forma circolare (maru), in ferro, risalente
al periodo Edo (1600-1868)
Fuchi
e Kashira: anello posto prima dello tsuba e anello chiuso posto all’estremità
dell’impugnatura (tsuka), in ferro;
Peso del katana: 823 gr.
(1) I katana giapponesi
sono classificati in:
KOTO
"spada antica"
SHINTO
"spada nuova"
SHINSHINTO
"nuova spada nuova"
GENDAITO
"spada moderna"
SHINSAKUTO
"spada fatta nuova"
Shinto, di fatto,
sono i katana forgiati all’inizio del periodo Edo: Dopo la
riunificazione del Giappone da parte di Hideyoshi Toyotomi e la grande battaglia
di Sekigahara, si instaura il regime dei Tokugawa e inizia il cosiddetto
periodo Edo (circa 1600)
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