martedì 22 aprile 2014

La Notte del Guerriero: parte 3 – Il Kenpo

Sabato 10 Maggio, terremo la 4° edizione de “La Notte del Guerriero”: otto ore di formazione marziale “non stop”, dalla mezzanotte alle otto del giorno successivo.
Nei precedenti post ho dapprima aperto lo scenario su quel che faremo, poi ho affrontato il modulo di formazione dedicato al tai Chi Chuan.
In questo, offro una veduta sul modulo di formazione dedicato al
Kenpo
 A seguire, gli altri post sugli argomenti successivi.
Chi si è iscritto, avrà un’idea di cosa lo attende, chi non ci sarà … avrà un’idea di cosa si è perso !!
Attendo commenti, suggerimenti, critiche, domande e quant’altro.


E' ragionevole sentirsi meglio,
diventare più forti e vivere con entusiasmo la propria vita.
Se non ci sentiamo meglio,
non diventiamo più forti e lo studio non porta entusiasmo nella nostra vita,
allora non si tratta di boxe.
Non importa che conosciamo o no la storia della boxe:
dobbiamo valutare  se ci conviene impararla
e se corrisponde alle esigenze della nostra vita.
       (M° Wang Xiang Zhai)

In sintonia con quello che è il cuore della nostra pratica marziale tutta,  affideremo alle capacità nascoste, ma già esistenti in ogni individuo, la possibilità di emergere perché gli consentano un “saper essere” e “saper fare” autodiretto, flessibile ed evoluto.
Come rilevava Jean Piaget, psicologo e pedagogista, il bambino costruisce la sua realtà attraverso il fare, l’agire esplorativo, invece di formarsi un’immagine delle cose e del mondo mediante le sue percezioni e poi agire di conseguenza.
Fare, e poi fare, attingendo alle risorse inconsce che ognuno di noi ha ed affidando a loro il compito di affrontare  i problemi. Perché è il funzionamento conscio che interferisce con quello inconscio, negando a quest’ultimo di  adeguare il comportamento dell’individuo a quanto gli richiede la situazione, la relazione, l’ambiente.
Molto più bambini e meno … seghe mentali !!
Scopo della pratica sarà quello di far sì che il praticante si riprenda la capacità di combinare il potere al volere, il modo di agire alle motivazioni, di rendere spontaneo il comportamento che richiede uno sforzo di volontà.
Un cambiamento che è reale proprio perché trasforma partendo da qualcosa che già c’è. Una specie di “Via del coraggio” che apra le porte della creatività: stati di coscienza espansa in un corpo spazioso.
Occupare lo spazio, quello all’interno del nostro corpo e quello al di fuori. Riconoscendo l’Aji, il potenziale, di ogni nostro spostamento. Lavoreremo sul  “bersaglio” non solo come tale, ma anche in relazione allo spazio che, verosimilmente, questi potrà occupare. Uno spazio che, nel mentre ci separa, anche ci unisce.
Cercheremo di stare in una posizione di forza (Atsui), sia dentro il nostro corpo che nello spazio, per limitare le risorse dell’avversario. Così, la nostra prossima azione sarà Tsugi no Itte, la migliore.
Testeremo tutto ciò sia confrontandoci liberamente con un compagno nel jiu kumite, il combattimento libero, sia nel gioco del “cerchio dei lupi”.
Faremo del Kenpo, per chi lo vorrà, una sorta di terapia del confliggere, del cacciare, in cui la preda vera, reale, non è certo chi ci sta davanti ma noi stessi. Per crescere.


 “Il Go sta agli scacchi, come la filosofia sta alla contabilità della partita doppia”
(Trevanian)




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