“L’ascolto
delle sensazioni è l’essenza intima dei movimenti”
(M.
Trager)
In realtà, Guido approdò allo Z.N.K.R. già graduato
grazie alla pratica nel Karate stile Shotokan: fu lui a volersi cingere ai
fianchi la cintura bianca e cominciare ex novo la sua avventura.
Diversi anni insieme e di cose ne sono successe, compreso
il recente matrimonio con la biondissima e gentile Carla.
Anni di lezioni serali, Seminari e Stage. Di cene e
chiacchiere in libertà. Di pugni e calci e sudate, di amicizia costruita
incontro ( e scontro !! ) uno dopo l’altro.
Siamo quasi una trentina. Ci sono gli “anziani”, quelli
che già avevano i gradi “alti” quando Guido ha fatto il suo primo ingresso in
pedana, e ci sono quelli che con Guido hanno iniziato a condividere dagli anni
della sua “marrone”; ci sono pure quelli, Annalisa a rappresentarli, che Guido,
e lo Z.N.K.R., hanno iniziato a conoscerlo da un pugno di mesi. Poi ci sono i
bambini, praticanti al corso Kenpo Bimbi / Ragazzi o semplici amici, e gli
adulti che Guido, e lo Z.N.K.R., l’hanno conosciuto grazie alla compagna, o
compagno, praticante.
Ed è bello vederli tutti insieme a ridere e scherzare. Mi
piace pensare che siamo tutti figli, frutto, del toccare, del toccarsi
quand’anche …. rudemente, perché toccare è accompagnare, accompagnare
l’altro in un’avvincente esplorazione di
sé ed intanto anche chi ha dato l’avvio al tocco è in cammino e si trasforma.
Probabilmente toccare, toccarsi, quand’anche … rudemente,
insomma, “menarsi”, aiuta a dissolvere
le nebbie dei rispettivi ego, impedendo di appiccicare all’altro una maschera,
un ruolo, che in realtà non gli appartiene ma è lo schermo delle nostre
proiezioni.
Toccare, toccarsi, quand’anche … rudemente, avvia un
percorso di conoscenza e trasformazione, di individuazione, che richiede
un’strema delicatezza. E’ pratica che non consente di esaltare l’ego di chi
guida il gruppo, il Sensei, ma nemmeno dei praticanti, né di chi “le dà” né di
chi “ le prende”.
Richiede delicatezza e, insieme, un certo coraggio,
un’audacia nel procedere sovente a tentoni, sovente cadendo, sovente anche
soffrendo.
Ma se il risultato è crescere, è comprendere ovvero non
un vuoto sapere ma acquisire maggiore conoscenza, è interagire consapevolmente
con l’ambiente, allora ne vale la pena.
Anche perché, di contorno, troviamo momenti sereni come
questo, attorno ad un tavolo imbandito, a festeggiare Guido, tra amici che si
conoscono … dentro
“Il
gesto è davanti a me come un interrogativo, mi indica certi punti sensibili del
mondo, mi invita a raggiungerli”
(M. Merleau
– Ponty)
Tizi, grazie del carissimo ricordo di questo momento passato in conviviale e allegra compagnia, ma ancor più dell'amicizia compagna nel cammino, come mi scrivi nella dedica al libro donatomi, che insieme abbiamo fatto durante questi 9 anni di "botte, sorrisi e...sudate". Grazie a tutti coloro che si sono uniti a questa festa e con cui ho avuto il piacere di condividere questo percorso, a coloro che ci sono, c'erano, ci saranno. A tutti, Buona Pasqua! Guido
RispondiElimina