martedì 15 aprile 2014

La cena di Guido

“L’ascolto delle sensazioni è l’essenza intima dei movimenti”
(M. Trager)

Siamo quasi una trentina a festeggiare Guido. Guido ed il suo “shodan”, cintura nera 1° grado.
In realtà, Guido approdò allo Z.N.K.R. già graduato grazie alla pratica nel Karate stile Shotokan: fu lui a volersi cingere ai fianchi la cintura bianca e cominciare ex novo la sua avventura.
Diversi anni insieme e di cose ne sono successe, compreso il recente matrimonio con la biondissima e gentile Carla.
Anni di lezioni serali, Seminari e Stage. Di cene e chiacchiere in libertà. Di pugni e calci e sudate, di amicizia costruita incontro ( e scontro !! ) uno dopo l’altro.
Siamo quasi una trentina. Ci sono gli “anziani”, quelli che già avevano i gradi “alti” quando Guido ha fatto il suo primo ingresso in pedana, e ci sono quelli che con Guido hanno iniziato a condividere dagli anni della sua “marrone”; ci sono pure quelli, Annalisa a rappresentarli, che Guido, e lo Z.N.K.R., hanno iniziato a conoscerlo da un pugno di mesi. Poi ci sono i bambini, praticanti al corso Kenpo Bimbi / Ragazzi o semplici amici, e gli adulti che Guido, e lo Z.N.K.R., l’hanno conosciuto grazie alla compagna, o compagno, praticante.
Ed è bello vederli tutti insieme a ridere e scherzare. Mi piace pensare che siamo tutti figli, frutto, del toccare, del toccarsi quand’anche …. rudemente, perché toccare è accompagnare, accompagnare l’altro  in un’avvincente esplorazione di sé ed intanto anche chi ha dato l’avvio al tocco è in cammino e si trasforma.
Probabilmente toccare, toccarsi, quand’anche … rudemente, insomma, “menarsi”,  aiuta a dissolvere le nebbie dei rispettivi ego, impedendo di appiccicare all’altro una maschera, un ruolo, che in realtà non gli appartiene ma è lo schermo delle nostre proiezioni.
Toccare, toccarsi, quand’anche … rudemente, avvia un percorso di conoscenza e trasformazione, di individuazione, che richiede un’strema delicatezza. E’ pratica che non consente di esaltare l’ego di chi guida il gruppo, il Sensei, ma nemmeno dei praticanti, né di chi “le dà” né di chi “ le prende”.
Richiede delicatezza e, insieme, un certo coraggio, un’audacia nel procedere sovente a tentoni, sovente cadendo, sovente anche soffrendo.
Ma se il risultato è crescere, è comprendere ovvero non un vuoto sapere ma acquisire maggiore conoscenza, è interagire consapevolmente con l’ambiente, allora ne vale la pena.
Anche perché, di contorno, troviamo momenti sereni come questo, attorno ad un tavolo imbandito, a festeggiare Guido, tra amici che si conoscono … dentro

“Il gesto è davanti a me come un interrogativo, mi indica certi punti sensibili del mondo, mi invita a raggiungerli”

(M. Merleau – Ponty)







1 commento:

  1. Tizi, grazie del carissimo ricordo di questo momento passato in conviviale e allegra compagnia, ma ancor più dell'amicizia compagna nel cammino, come mi scrivi nella dedica al libro donatomi, che insieme abbiamo fatto durante questi 9 anni di "botte, sorrisi e...sudate". Grazie a tutti coloro che si sono uniti a questa festa e con cui ho avuto il piacere di condividere questo percorso, a coloro che ci sono, c'erano, ci saranno. A tutti, Buona Pasqua! Guido

    RispondiElimina