“Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”
(P. Bertoli “ A muso
duro”)
Come al solito … sbagliamo strada !! Una costante ogni
volta che ci rechiamo in gita “fuori porta”. E non importa se a guidare la mini
carovana, due auto, è Massimiliano. Girovaghiamo, spersi come adolescenti alla
prima festa fuori casa, per campagne ed abitazioni.
Poi, finalmente, dopo un paio di telefonate con Paolo che
già è in loco, raggiungiamo “Ai due Taxodi”,
l’Agriturismo scelto per un buon pranzo tra amici e praticanti.
Un Ortrugo di qualità bagna le nostre gole, mentre
addentiamo una Chianina d’eccezione. I
bambini più grandi, Matteo e Lupo, scorrazzano nel prato, mentre Amos e
Leonardo, complici la mini età, stazionano più volentieri sul seggiolone.
Il sole è caldo, ma refoli
di vento leggero non mancano di far sentire la loro presenza.
Saranno i discorsi frivoli, sarà che, tra essi, a volte
fa capolino qualche riflessione seria, ma mi trovo a riflettere sull’enorme
differenza che c’è, che c’è da anni ormai, tra la concezione meccanicista,
ovvero riduzionista, che ancora impera in molte pratiche marziali e nella loro
espressione sportiva, e quella d’insieme
che caratterizza la nostra Scuola.
Da un lato, chi considera il corpo ed il suo agire nello
spazio ed il lavoro, l’allenamento, per migliorare ambedue, come una pratica che produce effetti legati alla
somma di azioni meccaniche, ove poco importi la successione e la complessità
delle forze messe in campo.
Dall’altro lato,
il nostro, in cui l’azione congiunta di diversi fattori di allenamento ( ma io,
lo sapete, preferisco usare il termine “formazione”
ed ho più volte spiegato il perché ) non origina un risultato uguale a quello
che si avrebbe se le diverse componenti
agissero singolarmente.
Da un lato, dunque, una mera somma matematica, dall’altro
un’interazione complessa.
Come a dire che aspetto fisico, aspetto chimico ed aspetto
biologico operano insieme; che l’individuo è un organismo omeostatico in cui
tutte le parti sono in relazione organica e funzionale tra loro e rispetto al
tutto; che qualsivoglia aspetto materiale (fisiologico, sonoro, ecc.) di un
essere umano è una traccia che rimanda ad un vissuto psichico e viceversa.
Per quanto riguarda il fare marziale, ciò significa
formarsi in modo da costruire una fusione creativa ed innovativa in ogni
praticante, il che comporta l’accettazione
di un certo margine di non perfetta predicibilità dei fenomeni e la loro
soggettività.
Come a dire , dal punto di vista fisicoemotivo, abdicare
ad ogni pretesa di fissare riferimenti
schematici e matematici, per abbracciare l’ipotesi di un individuo che sappia
orientarsi in una realtà circostante non totalmente prevedibile, rifugga dalla
pretesa di un controllo onnipotente sulle cose e le relazioni, tolleri ansia e
senso di incertezza che originano dalla necessità di vivere in una precarietà
che non potrà mai essere eliminata.
Un … guerriero, insomma. Come tale, poco propenso a
costruire sicurezze esteriori in muscoli evidenti, pratiche di combattimento
insegnate con metodi lineari, codificati e massificati, esaltazione di valori
macho-superomistici e pratiche di sfogo “scazzottatorio”.
Invece, un praticante, un guerriero, attento a costruire incertezze, tra spinte
creative e spinte distruttive, capacità di scegliere, di formarsi un personale
gusto di vivere, di esprimere Hyogen – shiki (stile di
espressione), ovvero, mediante la propria presenza fisicoemotiva, “esprimere le considerazioni morali, i sentimenti,
oppure le impressioni provocate dagli elementi e dalla natura, allo stesso modo
delle arti tradizionali del No e della danza” (M° J. Kano “Judo kyohon”).
Un individuo ben inserito
nel contesto sociale ma non per questo supino, piegato, al pensiero dominante,
quanto in grado di opporvisi, di costruire
pratiche personali e collettive antagoniste, quando non alternative,
all’ideologia, ai valori, ai costumi dominanti. E quanto c’è bisogno di individui siffatti in questo mondo delinquente,
alienato, decadente e conformista !!
Il pranzo è terminato da un pezzo. Giuseppe è con i
bambini a mostrare gli animali dell’Agriturismo, a spiegare cose del loro
vivere. Noi siamo sparsi per il prato.
E perché no una merenda ? Impossibilitati ad affondare i
denti in qualcosa di dolce, che la cucina ne è priva, ripieghiamo su
dell’ottimo salame, sempre bagnato da Ortrugo ben fresco.
Le chiacchiere si spostano sul tema delle vacanze,
magari, per l’anno prossimo, una settimana tutti insieme ? Difficile da realizzare,
con gusti personali ed esigenze di lavoro così distanti tra di loro. Ma è bello
fantasticarne: Paolo che rilancia
Boavista e Capoverde, Donatella poco attratta da vento e squali compagni d’acqua,
Monica orientata alla Grecia, Maria defilata a giocare con il figliolo.
Si kazzeggia, si ride, ci si prende in giro.
Si chiude, insieme, una bella giornata di amicizia.
Senza
immagine Dio vaga in paradiso
ma
preferirebbe fumarsi un sigaro
o
mangiarsi le unghie, e così via.
Dio
è il proprietario del paradiso
ma
agogna la terra, le grotticelle
assonnate
della terra, l’uccellino
alla
finestra di cucina, perfino
gli
assassini in fila come sedie scassate,
perfino
gli scrittori che si scavano
l’anima
col martello pneumatico,
o
gli ambulanti che vendono i loro
animaletti
per soldi, anche i loro
bambini
che annusano la musica
e
la fattoria bianca come un osso,
seduta
in braccio al suo granturco e anche
la
statua che ostenta la sua vedovanza,
e
perfino la scolaresca in riva all’oceano.
Ma
soprattutto invidia i corpi, Lui che non l’ha.
Gli
occhi apri e-chiudi come una serratura
che
registrano migliaia di ricordi,
e
il cranio che include l’anguilla cervello
tavoletta cerata del mondo
le
ossa e le giunture che si giungono
e
si disgiungono e c’è il trucco, i genitali,
zavorra
dell’eterno, e il cuore, certo,
che
ingoia le maree rendendole monde.
Lui
non invidia più di tanto l’anima.
Lui
è tutto anima, ma vorrebbe accasarla
in
un corpo e scendere quaggiù per farle
fare
un bagno ogni tanto.
(A. Sexton "La Terra")
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