lunedì 22 giugno 2015

Tutto ciò che veramente vuoi


13 e 14 Giugno
Country House UNA. Cupra Marittima (AP)

 Il sole  e le nuvole, l’azzurro del cielo che poi si sfalda nel grigio minaccioso. Ovunque verde e verde e verde.
Trentacinquesimo Gasshuku, Stage Estivo.

Il corpo interno, bacino calmo e insieme oceano profondo, dalle enormi masse nere, oscure.
La pratica del Tai Chi Chuan, la costruzione di un corpo marziale. Gettiamo le basi poi … ci sarà ancora da “lavorare” lungo una strada che non ha fine. Lo sa bene Giuseppe, amico, allievo e a sua volta Maestro, anche lui a cavalcare le forme, i dossi, gli avvallamenti del fare marziale da più di trent’anni, come lo sta imparando Francesco, praticamente un “neonato” ma comunque attento e desideroso di imparare.

Gli spostamenti ed i colpi del Kenpo. Occupare lo spazio, più gioco e strategia del go che gioco e strategia degli scacchi.
Armi naturali, gambe e braccia, che investono il campo, il territorio avversario.
Occupazione totale che non lascia via di scampo.

La sera, il combattimento libero armato.
Si va di scudo, spada corta, coltello, spada lunga. Ognuno sceglie le sue armi.
Davide duetta con le doppie spade corte, Giovanni si arrangia di scudo e spada corta.
Argisa, il riposo dell'infortunata
Poi sperimentiamo armi scelte da altri, che altri ci impongono. Duelliamo ancora.
Argisa incespica e crolla al suolo: dolore lancinante che le impedisce di proseguire.

I praticanti Kenshindo, la “Via dello spirito della spada”, impugnano i loro katana.
Le prime quattro sequenze del Tameshigiri.
Ora, i fasci di canne di bambù si ergono davanti al praticante.
Un taglio, un fendente dopo l’altro.
Falciata calante, sibilo lugubre attraversa la notte nera, malamente lacerata da un paio di lampade fievoli.
Falciata ascendente, “crack”, qualcosa di verde si rompe, altro resta, pencolante lembo di fusto ferito, disperatamente attaccato al suo centro.
Falciata orizzontale, a volte le canne si schiantano, un’altra vengono scagliate, blocco inerte e compatto, ad almeno dieci metri oltre il trespolo di sostegno.
L’acciaio balugina nella notte. Il macabro rito dell’uccisione si ripete incessante.
Sono quasi le 02.00 quando l’acciaio torna a sonnecchiare nei foderi. Bestia mai del tutto sopita.

Visi assonnati, a colazione. Il profilo elegante di Simona e l’intenso sguardo di Tina.
Ancora pratica marziale, tra i movimenti sotterranei, nascosti, del Tai Chi Chuan e gli scontri ruvidi del Kenpo.
I guantoni si abbattono sui visi sudati, risuonano secchi su costole e ventri.
Fa caldo, accanto alla piscina, lei sì silenziosa e tranquilla.
il bel sorriso di Francesco

Il saluto finale, quello che chiude la dozzina di ore di pratica tra Sabato e Domenica.
Simona anche questa volta con noi
Gli occhi belli, semplicemente, belli, di tutti.
E su tutti, per questa volta, gli occhi chiari, luminosi, di Stefano a ricevere la cintura nera dalle mani dal suo Maestro Valerio, poi il diploma, shodan, dalle mie.
Gli abbracci, le fotografie, le lacrime di commozione.

Lo stage finisce qui. La festa, il viaggio, lo stare insieme, no. Questo continua, qui e altrove, fino a che ognuno lo vorrà.






Clan di guerrieri e ... amici




Matteo ed una piscina solo per lui


Simona G. alle prese con il bokken


Lo sguardo intenso di Tina



 

Sensei Tiziano

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