lunedì 11 giugno 2018

Le menzogne sulla violenza, il business della Difesa Personale





 Lo scrivo da anni: sullo spauracchio della violenza, sulla paura di essere aggrediti, sul mito del sapersi difendere, Maestri e docenti di Arti Marziali e discipline varie di combattimento, ci prosperano, prendendo per i fondelli, decine, centinaia di “polli” da spennare.

Lo scrivo da anni: massimo rispetto per la percezione soggettiva che ognuno ha della paura di essere aggredito, dell’eventualità di subire un ‘aggressione. E’ come il freddo: ognuno ha la sua percezione del freddo che fa in una certa situazione, indipendentemente dalla temperatura reale, oggettiva. OK.

Ma questi Maestri e docenti, invece di leggere tra le righe di queste paure, invece di leggere le pulsioni profonde che le animano (e come potrebbero: non hanno alle spalle alcuna esperienza né alcuno studio teorico sulla mente umana, sulla psiche umana, sul fisicoemotivo che impregna l’uomo) ed affrontarle nella loro intima essenza, vendono ai “clienti” tecniche di combattimento, spruzzate qui e là di psicologia “fai da te”, di frasi motivazionali made in U.S.A. ed il gioco, loro, quello sporco dell’affare e dei soldi sull’affare, è fatto. Così illudendo i malcapitati di sapersi difendere, di essere pronti ad affrontare con successo gli imminenti pericoli della strada.

Queste cose già le ho scritte.

Ora, invece, stimolato dalla lettura di alcune pagine di Steven Pinker (professore di psicologia alla Harvard University ed autore di numerose opere sulla struttura della mente umana) voglio affrontare la percezione soggettiva, diffusa e generalizzata, di essere in una società violenta ed aggressiva, in cui, di conseguenza, ognuno di noi potrebbe facilmente essere vittima di atti di violenza, di un crimine.

Scriverò qui di violenza fisica, di atti fisici violenti contro l’individuo, argomentando che sono in netto regresso, perché, invece, sono convinto che la violenza psicologica sia in netto aumento, carica di un’aggressività altamente distruttiva.

Dati statistici alla mano (per esempio i lavori di M. Daly e M. Wilon) si dimostra che il tasso di omicidi scema col trascorrere dei secoli, così come i casi di violenza domestica (1) e gli stupri. Insomma, viviamo nell’epoca meno violenta nella storia dell’umanità.

Fatti salvi i processi psichici, fisicoemotivi, di chi si sente minacciato, di chi anela a sapersi difendere, che sono soggettivi e pertanto da affrontare caso per caso (io lo so bene, visto come propongo le Arti Marziali e vista la mia professione di counselor) e non “spennandoli” con programmi “a tappeto” di difesa personale, analizziamo, con l’aiuto di Pinker, i motivi generali, sociali, che collaborano al montare di una sensazione, di una percezione, tanto diffusa quanto falsa.


A questa percezione generalizzata contribuiscono:

-       Mass media e social (2), interessati per necessità di audience a calamitare le pulsioni più morbose ed incontrollate degli utenti. L’uomo resta più colpito, più impressionato, dai toni bui, dai colori scuri. Avete notato che la maggior parte dei testi delle canzoni d’amore parla di amori incompresi, finiti, traditi?

-       La stupidità, diffusa ovunque, dei numeri letti come valori assoluti. Ovvero il numero di crimini, omicidi, va sempre letto in rapporto al numero della popolazione.

Prendiamo, a mò di esempio, questi numeri di morti:

Seconda guerra mondiale, 1940 – ’45, oltre 54 milioni.

Insurrezione di An Lushan, Cina, 755 – 763, 36 milioni.

Ma, calcolando il rapporto con la popolazione mondiale nel 1945, nel conflitto cinese avrebbero perso la vita oltre 400 milioni di persone!!

-       Lo scarto mentale umano per cui consideriamo la probabilità di un avvenimento in funzione della facilità con cui siamo in grado di rappresentarcelo mentalmente. Avete presente il rovescio di immagini e notizie ad ogni incidente aereo? La nostra mente ne viene saturata, perdendo di vista lo stillicidio di incidenti automobilistici.

Ogni anno nel mondo perdono la vita sulle strade 1 milione e 250 mila persone (…) si pensi che ogni anno in incidenti aerei muoiono circa mille persone” (fonte Asapo).

Ah, nel 2016, in Italia i morti sul lavoro sono stati 1.018 (fonte Osservatorio Sicurezza e Lavoro) a fronte di 22 milioni di occupati (fonte Il Post). Uomini morti mentre lavoravano!! Per questi morti che sanno di assurdo, che sono un insulto alla “civiltà”, alla società del benessere, lo spazio sui mass media è pressoché nullo, l’attenzione sociale pure.

-       La mente “miope” che fatica ad avere un orizzonte secolare.

Eppure, scrive Pinker, dati alla mano, la nostra società è “circa 50 volte meno violenta che in epoca medioevale, quando la probabilità di morire sotto i colpi dei nostri simili era nell’ordine di 1 su 1000, mentre oggi in Europa occidentale è circa di 1 su 50 mila”.



Mi fermo qui, aggiungendo alcune brevi riflessioni che, pur non contraddicendo il presente spiegato dal professor Pinker, gettano, a mio parere, alcune ombre sul futuro.



- Secondo Pinker, uno dei motivi di questa riduzione di casi di violenza fisica sta in “a poco a poco gli uomini scoprono che possono stare bene in questo mondo e che hanno qualcosa da perdere. E ciò riduce l’attività di violenza”. Guardiamo a questa massiccia, incontrollata, invasione di extra comunitari che incrina l’affermazione del professor Pinker. Lo fa sia dal punto di vista dei neri che, malamente accolti e ben pochi con una reale possibilità di essere inseriti nel contesto sociale, scoprono subito che in Italia bene non ci stanno; sia dal punto di vista degli italiani che, erosi nelle loro sicurezze, accantonati nell’accesso ai servizi sociali, messi in concorrenza sleale con chi si offre sul lavoro per salari da fame e in “nero”, scoprono rapidamente che, ormai, per loro è sempre più difficile “stare bene in questo mondo”.



- Sempre secondo Pinker, “il commercio è stato la messa in pratica concreta dell’interesse alla non violenza, che porta a scambi a somma positiva, dove tutte le parti in causa ci guadagnano qualcosa”. Dubito che lo strapotere dei “mercati”, la massima espressione ladrona e devastante del capitalismo, sia indirizzata verso gli “scambi a somma positiva, dove tutte le parti in causa ci guadagnano qualcosa”. Dubito, e la crescente disparità economica e sociale, la rigidità e l’impermeabilità della scala sociale, mi rafforzano in questo dubbio.

Aveva ragione il buon, vecchio, Karl Marx!!



- Gli uomini di oggi sono ben più deboli, incerti quando non codardi, imbelli, dei secoli scorsi. Grossi muscoli gonfiati in palestra, minacciosi tatuaggi in mostra su tutto il corpo, la mente occupata tra programmi televisivi “spazzatura” ed evasioni di ogni tipo, affogati in un crescente analfabetismo (3), travolti dal culto dell’apparenza e dell’effimero, tanto lontani da ogni civiltà autenticamente virile e dal “conosce aude”, imperativo di ogni uomo adulto.

Pensiamo solo a quanti si sono costruiti la casa con le loro mani (oggi, sono le loro risorse economiche) e quanti, invece, lo hanno fatto grazie ai soldini di mamma e papà; quante lamentele per le bollette di luce e gas dimentichi della fatica e dei pericoli di chi, per scaldarsi, nei secoli scorsi andava nei boschi, scure in spalla, a procurarsi la legna tra pericoli di ogni genere: Volete fare cambio?!?!


Il moltiplicarsi delle prede, aumenta il numero dei predatori…




Ognuno, da quanto scritto qui sopra, tragga le sue personali conseguenze.

Io, per mia parte, ovvero nell’area Arti Marziali, mi rifiuto da sempre di “spennare” polli, di vendere effimere e bugiarde certezze. Mentre, come faccio da anni ed anni, sono pronto a fare della pratica marziale, a partire sì dal menar le mani e farlo davvero efficacemente ma non fermandomi a quello, un percorso terapeutico, di coraggioso viaggio dentro di sé,

per uomini e donne che vogliano conoscersi e crescere, perché

L’arte deve confortare il disturbato e disturbare il comodo

(Banksy).











1. L’ampia visibilità mediatica, i toni apocalittici sul “femminicidio”, l’inganno sui reali numeri dello stesso, che infestano ovunque nel nostro paese, puntando l’indice accusatorio contro l’italico maschio, cosa mai avrà alle spalle?

Italia 2016: 150, lo 0,48 per centomila donne (…) si osservano valori inferiori solo nel caso del Lussemburgo e dell’Austria”. “In circa 25 anni (…) le vittime donne di omicidio sono rimaste complessivamente stabili – da 0,6 a 0,4 per centomila femmine –“ (fonte ISTAT)



2. “(…) i social network, una sorta di enciclopedia in continuo aggiornamento della stupidità umana” (S. Scrima)





3. “In Italia il 47% della popolazione rientra nella categoria di analfabeti funzionali o low skilled. Chi sono? Coloro i quali non sanno usare n modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni di vita quotidiana (…)” (fonte AXESS)




Post illustrato con immagini tratte dal variegato mondo della Difesa Personale, “Venghino, signori, venghino, trovata le donna barbuta e l’uomo cannone, l’uomo più piccolo del mondo e il cavallo a due teste. Venghino signori, venghino!!”









































1 commento:

  1. non è poi così facile girare l'angolo e venire aggrediti da qualcuno,provate a girare lo stesso angolo per più volte e scoprirete quante sono le probabilità di essere vittima di un aggressione e quante le fobie, le paure irrazionali che riecheggiano in voi. In ogni caso io sto sempre allerta.
    Magari sul treno non andrei a sedermi accanto al tizio ubriaco che urla e sbraita o accortezze simili, ridurre le probabilità insomma.
    I dati Tizi, li emette sempre chi vuole ottenere qualcosa, quindi mette ciò che vuole ottenere come fai notare.

    I media da tempo usano una metodica terrorista nei confronti dell'intera società. Ricordo quando tornai dopo 4 anni dalla spagna e vidi un tg italiano e rimasi incredulo nel sentire solo le musichette quanto timore e suspense imprimevano nell'ascoltatore, ma anche questo è bussines ( e controllo sociale) poichè la morte vende sempre..

    i casi di violenza psicologica li conosco bene, sono sotto mobbing da tempo e partecipando a gruppi dell'elaborazione del mobbing mi sentivo e sentivo gli altri come reduci di guerre perse o non combattute, difatti dopo qualche incontro me ne sono andato. A me non interessava "un elaborazione del disagio" bensì cercavo altre strategie da poter utilizzare per affrontare "la dittatura" a cui ero soggetto..ma ho trovato solo prede e psic ologi che insegnavano ad accettare di essere prede.

    come al solito combatto da solo, ma sò di non essere solo.

    la Sindacalista mi racconta quanta gente è ormai soggetta alle più svariate strategie di mobbing anche nel panorama sociale, il Mobbing è un pò come la parola Mafia, che non esiste...come provarlo?

    e in un sistema che crea prede dagli ambiti più disparati emergono i Guru , che intascano grana e condiscono le menti con la sudditanza..non distante dai preti come logica: falsi Padri che non aiutano a crescere, a cui fà comodo che tu resti un infante dipendente da loro.

    poi c'é chi cerca Sè stesso, e un efficacia ed efficienza anche nel combattimento e trova lo Z.N.K.R., lo Spirito Ribelle.

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