Da decenni propongo il movimento, il fare corporeo, come esplorazione a 360 gradi, come ricerca
delle fondamenta del corpo in
azione, come percorso che attraversi la sfera delle sensazioni e delle emozioni.
Io, uno dei pochi tra i pochi che in questo modo si
occupano di corpo e movimento, probabilmente l’unico, o quasi, nel mondo delle
Arti Marziali e del combattimento.
Poi, in queste settimane, sul più diffuso quotidiano
nazionale sportivo, “La Gazzetta dello
Sport”, dunque quello che, da un lato, dovrebbe camminare con me e meglio
di me su queste direttrici, ma, dall’altro, comprendo abbia difficoltà a farlo
per non disturbare interessi professionali ed economici di allenatori, atleti
ed aziende, compaiono interviste, riflessioni che odorano del nostro pensare ed
agire:
“Il corpo non è un
accessorio, il punto di equilibrio lo troviamo quando ci consideriamo un
tutt’uno, l’insieme di muscoli e respiro definisce la nostra identità”
“Un grande coach
non è uno stilista di moda, con un suo sistema a cui i giocatori si devono
adeguare: al contrario, è un umile sarto, che prende le misure del cliente,
cioè la squadra, per tagliare l’abito in maniera perfetta”
“Rispetto alla
passata stagione abbiamo inserito trattamenti sugli organi viscerali e dry – needing che ha dei
punti in comune con l’agopuntura”.
Evviva!! Era ora che qualche apertura ci fosse, proprio
nel mondo dello sport professionistico, quello che avrebbe i maggiori interessi
a migliorare e migliorarsi superando una concezione meccanica del corpo ed una
pratica ripetitiva del fare. Sarebbe un autentico faro trainante le migliaia di
appassionati e dilettanti che, nella corsa come nel calcio, in palestra come
negli sport e nelle arti di combattimento, si allenano secondo una mentalità e
degli schemi incistati, ripetitivi,
davvero ignoranti!!
Perché ogni proposta realmente produttiva del “fare”,
ogni esercizio, è come una cipolla che, strato dopo strato, ti mostra saperi
continui. Gli esercizi validi, le tecniche valide si evolvono soprattutto per
trasmettere informazioni, efficienza e diversi utilizzi; invece, tutt’ora, il
praticante resta intrappolato in una sterile imitazione del primo strato,
perdendo la complessità e gli strati sottostanti.
Scegliere
approcci più ampi e differenziati ci consente di osservare la nostra pratica di
movimento senza porci dei limiti e di
sviluppare noi stessi non solo nella prestazione ma come individui.
Ogni gesto, anche il più semplice: premere e tirare,
sollevare ed abbassare, va interpretato come un concetto, non solo come una “tecnica”.
Infatti questi, tecnica o un esercizio, non è altro che un contenitore con all'interno l’autentica
essenza priva di forma definita e siamo a noi darle una, due, diverse forme
adattabili, flessibili, al contesto ed agli obiettivi.
E scopriamo, come ci raccontano gli antichi insegnamenti
taoisti, che ogni pratica ha bisogno del suo contrario, ovvero la pratica della quiete sgorga dalla
pratica del movimento e viceversa, unitamente alla loro sintesi.
Fai tutto ciò senza mai perdere mai la tua giocosità e
con essa la passione e l'amore verso la
scoperta della tua personale espressione fisica, la tua personale melodia
cinetica, che è anche, e soprattutto, espressione della tua individualità,
della tua personalità tutta.
Questo stato intriso di curiosità e passione è una
potente guida che ti accompagnerà anche quando gli esercizi apparentemente così
semplici li scoprirai difficili; quando incontrerai movimenti inusuali,
scomodi, talvolta dolorosi, in cui saprai però scoprire un eccezionale potenziale
di crescita personale; quando ti accorgerai che ogni tua comprensione ti apre
le porte su mille e mille ignoranze, mille e mille territori di corpo e
movimento ancora inesplorati e, invece di farti prendere dallo sconforto, ne
sarai entusiasta e motivato ad andare oltre, a scoprire di più ed ancora.
Sarà un cammino di autentica consapevolezza e felicità in
cui ritrovarti in un corpo, te stesso
corpo, elastico, ritmato, vitale.
Se ne sta accorgendo anche il principale quotidiano
sportivo? Piano piano … pare di sì.
Noi lo sappiamo e pratichiamo da un pezzo.
Se ti andasse, aggregati a noi, divertiti con noi. Ti
aspettiamo!!
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