Kenshindo
Seminario
di Ottobre
Sono i Fushime
Taiso a vedere corpi adagiati sul terreno prendere forma e forme in cui sia
il peso e il centro ad innestare i primi movimenti. Sorta di antica stella
marina, di primordiale essere pulsante prima, ancora prima di chi avrebbe
nuotato in acqua per poi divenire essere anfibio.
Ontogenesi e filogenesi. Come a dire , ricordando l’Italo
Calvino delle “Cosmicomiche”, che nel corpo sta l’inconscia coscienza
collettiva del mondo, sorta di sapere ancestrale che va realmente ripercorsa dal pesce
all’anfibio per comprendere la nascita ed avviare il cammino di evoluzione che
è confliggere emotonicamente (1)
alla gravità, verso la stazione eretta.
Incerte tracce di quello che, dall’utero materno, sarebbe
stato identificato come il “viaggio dell’eroe” verso l’esterno, incontro al
mondo.
E le pressioni dentro il cuore prendono ad aumentare, ogni
gesto pare essere un sogno folle, disperato: Una spada in mano ora, nel terzo
millennio? La pretesa, la responsabilità di togliere una vita, di compiere una
morte?
Fa male, ognuno di noi qui lo sa, e il dolore cresce
ancora, cresce ogni volta che mimi l’affondo della lama, che falci in direzione
del corpo che hai difronte.
Chiedi alla morte di lasciarti tornare alla vita e mentre
lo fai spifferi di vento gelido ti tagliano il fiato, ti tolgono il respiro.
In questa danza guerriera autunnale sai, lo senti, che il
tuo momento dovrà arrivare. Intanto monta un sorda energia dentro.
Giochi con la fiamma di una candela. Falciate si
susseguono a falciate. Sorridi, persino ridi, eppure sai che il gioco, come
ogni autentico gioco, esprime la tua genuina fame dentro, le tue autentiche
pulsioni e fai inevitabilmente i conti con le tue parti Ombra, incontrando e
fuggendo paura, orgoglio, vigliaccheria, presunzione, superficialità, vergogna,
senso di onnipotenza e quant’altro sonnecchi nella tua bestia dentro.
L’acciaio ora brilla nella sala bianca.
In questo tardo pomeriggio d’autunno rivive la saga per
un eroe guerriero che deve ancora arrivare, che sta per arrivare.
Profondo e lungo, il sonno dell’ignavia, dell’ameba che,
in questi anni di cretineria e malaffare diffusi, ha sostituito il coraggio
della tigre e la libertà solitaria del lupo, si stende a tenere lontani i
momenti del vivere di nuovo, del vivere adulto, autodiretto e coraggioso.
Ma nessuno di noi, in questa sala bianca, ci sta,
ognuno sovrano del momento, del “qui ed
ora”, ognuno proprietario del tempo.
Costi quel che costi, anche a voler di nuovo narrare una
storia dimenticata da così tanto tempo, perché formarsi in Kenshindo, formarsi con l’acciaio è costruire, o almeno
tentare di costruire, una personale era dell’oro, una personale strada in cui
io, tu, possiamo essere l’uomo che io so, tu sai, di dover essere.
Il
pensiero di due dei protagonisti.
“…sabato
pomeriggio, corso di spada giapponese con Tiziano, primo incontro:
entusiasmo
per conoscere qualcosa di nuovo che sempre affascina la mente…la cultura della
spada, del samurai, dei valori di onore e rispetto tanto per la vita, quanto
per la morte, come eterne espressioni dello scorrere dell’Energia Primordiale,
che tutto permea.
E,
tutto questo, si è tradotto con 3 ore di lavoro profondo col corpo fisico, la
mente, le emozioni personali e quelle dell’altro, degli altri, del gruppo e,
dello Spirito, in un libero fluire, saggiamente condotto da Tiziano, che come
un direttore d’orchestra c’è, segue, dirige e ti conduce laddove non sapevi neanche
tu di arrivare, con un corpo fisico nuovo, libero da forme, pensieri, emozioni
… spazi nuovi, da riempire con consapevolezza di esperienze nuove,
accrescitive, evolutive, divertenti, in saggezza e virtù…
…con
stima e gratitudine, sia da parte mia che di Flavio: Grazie Tiziano e grazie a
Donatella, Giuseppe, Silvano e Giovanni
che ci hanno accolto con amicizia e familiarità, appena possibile sarà
un piacere allenarsi di nuovo insieme” .
Angela
“L’intensità
della Morte in uno sguardo, la forza della vita, fragile come il filo del
katana, nello stesso sguardo.
Il
corpo maestro nelle movenze, uccide le seghe mentali, sorprende il razionale e
mette il cuore in bilico tra vivere e morire sulla punta dell’acciaio”.
Giovanni
1. La corrente vitale dell’organismo umano, in relazione
alle interazioni con l’esterno, si esprime in emozioni profonde, inconsce: emos
che è sangue e mozioni che sono modificazioni, dunque emos-azioni.
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