Praticare secondo il nostro modo è avviarsi su un percorso
di consapevolezza che fa del movimento corporeo lo strumento per conoscere
realmente se stessi, le proprie abitudini motorie, scoprendo, altresì, nuovi e
più efficaci ed efficienti (1) modi
di agire nello spazio e con gli altri.
Infatti, solo il movimento, volontario o involontario (2), ci permette di accedere alle
sensazioni ed alle emozioni.
Mentre agiamo nello spazio, ascoltandoci, apriamo il
campo interiore fondamentale per
- arricchire
e modificare l’immagine che abbiamo di noi. Se l’immagine di noi corrisponde
poco o nulla a quel che siamo realmente, ogni nostro gesto, ogni nostro agire
ci costerà fatica e non sarà mai pulito e fluido, in quanto difforme da ciò che
siamo veramente (3);
- aprire
la strada verso una esplorazione che, priva di giudizi (giusto o sbagliato) e
subordinazione a ciò che ci viene suggerito o peggio imposto da altri, porti
alla scoperta del nostro sé autentico e così al suo agire consapevole e fluido.
Il passaggio alla stazione eretta, insieme all’abbandono
dell’uso di un tratto della colonna
vertebrale per deambulare (4), ci ha
portato necessariamente a concentrare nel bacino il luogo della forza e della trasmissione.
Lì sta il baricentro del corpo umano.
Purtroppo, causa anche una difettosa immagine di sé, esso
è visto come un unico blocco (5)
incapace di micro movimenti interni, spesso assente da gesti e azioni di cui
invece è il reale motore: guardate quanti pochi runners e joggers corrano col bacino,
affidandosi invece alle gambe, ovvero alla periferia invece che al centro!!
Una buona consapevolezza del bacino ci fa comprendere che
i suoi movimenti arrivano a spalle e testa, attraversando la colonna
vertebrale, come anche in direzione opposta.
Una scarsa comprensione e consapevolezza del bacino: come
è fatto, dove è collocato, come agisce all’interno del corpo, invece depaupera
e distorce ogni gesto, ogni azione che richiedano fluidità e forza, impedisce l’accesso
libero alla sfera delle sensazioni e delle emozioni, riducendo ogni vivacità erotica,
dunque non solo sessuale, ma intesa come piena gioia di vivere.
Che si tratti di semplici gesti isolati quotidiani, che
si tratti di una formazione corporea alla “Camicia di Ferro”, che si tratti di
agire in condizioni di criticità e avversità che nascono esterne a noi per poi
toccarci, colpirci “dentro”, dunque fisicamente come anche emotivamente e sentimentalmente (per esempio
un’aggressione fisica e/o emotiva), che si tratti di sciorinare una danza, una
“forma”, una sequenza artistica o sportiva, senza la comprensione e l’uso consapevole del bacino, il nostro agire
come i nostri risultati, saranno ben poca cosa.
1. Efficace – “che produce pienamente l’effetto richiesto o
desiderato”. Efficiente – “che ottiene risultati da quello che fa”. Accostati,
assumono il significato di “massimo risultato nel minor tempo possibile e con
la minore dispersione di energia”.
2. “Muscoli involontari (noti anche come muscoli bianchi o
muscoli lisci) sono quei muscoli presenti nell'organismo umano la cui
contrazione viene regolata dal sistema nervoso autonomo. Sono involontari,
quindi, tutti i muscoli la cui attività non viene influenzata da attività
nervose volontarie”
3. “Ognuno di noi
parla, si muove, pensa e “sente” in modo diverso sulla base dell’immagine di se
stesso che ha sviluppato negli anni. Per
cambiare il modo in cui agiamo dobbiamo cambiare l’immagine di noi stessi che
portiamo dentro di noi.” (Moshe Feldenkrais). Dunque, avendo un’immagine di
sé carente o parziale (che è il caso della maggior parte delle persone), si eseguono
movimenti non organizzati in maniera ottimale, sforzi eccessivi anche per
compiere piccole azioni, carichi dannosi per le articolazioni, tensioni inutili
in zone del corpo come la cervicale o la zona lombare e quindi risultati poco
soddisfacenti sia nell’azione da
compiere che nel piacere personale, più o meno consapevole, ad essa collegato.
4. “Tutti i quattro arti servono alla marcia, la funzione
della colonna vertebrale è differente : la porzione toraco-lombare è un ponte
tra gli arti pelvici propulsori e quelli toracici predisposti ad ammortizzare”
5. “Il bacino è una coppa formata da cerchi, fori e archi.
(omissis) La coppa del bacino oscilla liberamente attorno alle due teste dei
femori ed è collegata, posteriormente, al sacro e alla colonna vertebrale” (A.
Olsen in “Anatomia Esperienziale”)
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