Non sono un virologo e dunque, nel merito, non mi
pronuncio.
Anche se, tra i virologi stessi, le vedute sono assai
differenti, persino contrastanti, e gli insulti tracimati come in un qualsiasi “bar
sport”.
Basti vedere il famoso e sovraesposto Burioni dare del “virologo
della domenica” alla collega che dirige il laboratorio di analisi all’Ospedale
Sacco, ovvero una delle eccellenze in materia. Che se davvero al Sacco chi ha
ruoli di responsabilità fosse una “della domenica”, allora saremmo tutti messi
davvero male, e non solo in merito al Coronavirus.
Non sono un virologo, ma, dati alla mano provenienti da
diverse fonti, so quanti ne uccide lo smog nel mondo, in Italia, a Milano.
- L’Organizzazione
mondiale della sanità stima che, ogni anno, circa 8 milioni di
decessi siano attribuibili all’inquinamento atmosferico, sia in locali chiusi
(4,3 milioni), sia all’aperto (3,7 milioni). Si tratta dello 0,1% della
popolazione mondiale.
- Uno studio, relativo al 2015, a cura dell’International Council on Clean Transportation (ICCT), afferma
che Milano e Torino sono le prime due aree urbane al mondo per numero di morti
premature ogni 100.000 abitanti, attribuibili all’inquinamento atmosferico
causato dai trasporti
- Dall'Istituto
Mario Negri di Milano arriva l’affermazione che, "A Milano, il numero
di morti attribuibili alle condizioni di esposizione all'inquinamento negli
anni recenti è tra 160 e 200 all'anno",
Pensate se televisioni, giornali, esperti vari e mass
media, di queste morti, dessero quotidianamente notizia, snocciolandone il
numero, giorno dopo giorno.
Che impatto avrebbe? Così, giusto come caotica ed
irrazionale “lista della spesa”: niente più runners tra le vie della città,
tutti in giro con la mascherina, locali privati e pubblici sottoposti regolarmente
a disinfestazione, sanificazione e tutto quanto occorra per abitare un locale
asettico, niente più trasporto privato e pubblico a benzina o diesel,
piantumazione estesa in ogni via cittadina, riscaldamento privato e pubblico
totalmente ecologico, abolizione degli allevamenti animali intensivi con
conseguente abbraccio di una alimentazione vegetariana in cui solo i danarosi,
cioè quelli che la carne possono pagarla a “peso d’oro”, fanno accezione,
scomparsa delle pizza tradizionale cotta col forno a legna, fuga dalla città
verso zone remote e isolate ecc.
Ma non lo fanno. Ed io non so il perché. Qualcuno tra di
voi lo sa?
Intanto, certo credo giustamente, televisioni, giornali,
esperti vari e mass media puntano l’attenzione spasmodica sul Coronavirus
mentre istituzioni varie dettano regole di restrizione sempre più accese.
E di Coronavirus sappiamo che ci si ammala e qualcuno muore; ogni giorno siamo subissati di notizie ed informazioni; ogni
ora, ogni giorno veniamo aggiornati sul numero dei decessi.
Questo mentre di quel malefico e nient’affatto sconosciuto
assassino di massa che è lo smog, chi se ne occupa? Chi ci informa?
“Il
buon senso c’era; ma se ne stava nascosto,
per paura del senso comune”
(Manzoni
A. nei “Promessi sposi” a proposito della peste)
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