Spirito Ribelle è il
nome sulle maglie, sui volantini e per questo, perché di essere ribelli si
tratta, che ogni volta lo confermo.
E’ la cena di fine stagione, un
pugno di ribelli, ognuno a modo loro a danzare per dieci mesi la nostra
canzone.
Ognuno la interpreta come meglio crede, come meglio sa;
nessuno sta fermo a crogiolarsi sugli allori, sulle certezze, sempre invece,
come ci ricorda Massimo Fagioli (1), a mettere in primo piano vitalità,
erotismo e passione.
L
a mia è una casa piccola, modesta, impreziosita da mobili che vengono d’Oriente, da lame ed acciaio di ogni foggia e soprattutto da una storia di amici a tavola a far festa.Si mangia, si beve, si chiacchiera di stage passati sulla
neve fresca, di notti intere sotto le stelle a tirar di pugni e di coltello
fino all’alba, di compagni di pratica che, dal lontano 1980, si sono succeduti
prima sotto la bandiera ZNKR poi, quelli rimasti, ad abbracciare lo
stendardo Spirito Ribelle, ma sempre una pratica di emozioni e ricerca
interiore e non solo manesca.
Gli allievi che sono amici che amo, le risate e le battute
salaci; ogni volta, ogni fine stagione ci testimonia che qua restiamo, noi
cambiamo, è inevitabile, ma in un modo o nell’altro ancora insieme stiamo.
Non ci arrendiamo, non ci consegniamo a pratiche di
ripetizioni di tecniche e copie di modelli (2), a pratiche di
scazzottamenti per sfogarsi, perché ogni individuo ha il diritto di trovare la Sua
di strada nel mondo ed è per questo che, con le Arti Marziali, Spirito
Ribelle pratichiamo, Spirito Ribelle lottiamo.
La serata volge al termine, il
commiato, gli abbracci. Dai ribelli!! La pausa estiva e a Settembre saremo
ancora insieme a praticare di evitamenti, percosse, schivate, leve articolari,
Iron Shirt, Push Hands, Hai e respirazione profonda e tanto ancora, da uomini
adulti in cerca di sé e lontani dalle mode e dai capricci.
Per una strada aperta a tutti, a tutti i cercatori che
vogliano fare un tratto di strada insieme, a tutti gli artisti del corpo che
nessuna paura, nessuno ostacolo, potrà mai rendere zitti.
PS) Nel pomeriggio i diplomi: 2°
dan a Giovanni Laurito; 6° dan a Valerio Giordano e a Claudio Morganti.
1. In
“Bambino, donna e trasformazione dell’uomo” di Massimo Fagioli, psichiatra
e psicoterapeuta.
2. “Per
esempio, la maggior parte delle pratiche didattiche si fonda sull’assunto che
lo studente è fondamentalmente un ricevitore, che l’oggetto (“la materia”) da
cui si origina lo stimolo è importantissimo, e che lo studente non ha altra
scelta se non vedere e capire lo stimolo così come esso “è”. Adesso noi
sappiamo che tale assunto è falso”, in “L’insegnamento come attività
sovversiva” di Neil Postman, sociologo e professore.
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