“Tutto ciò che accade è soltanto una risposta o un’eco di ciò che noi stessi siamo”
(J. Gebser, filosofo, linguista e poeta)
E allora mi confermo che io sono
corpo abitato, corpo vissuto. Me lo conferma questo ciclo di seminari di
Body Mind Centering, la disciplina a cui mi dedico da tre anni a questa
parte sotto la guida della dolce e generosa Eleonora, docente preparata capace
di coinvolgere chiunque si affacci a questa porta.
Questa volta la sede di pratica è il centro Dhyana,
luogo di ritrovo per pratiche yoga e meditative, cure naturali e sedute di
psicologia: un crocevia dove sapori New Age, riferimenti alla medicina
allopatica, strizzatina d’occhio alle mode in voga, fiuto per gli affari,
autentica voglia di benessere, si incontrano e si mescolano.di Nielsen Johannes
Tre allievi ed Eleonora: in pochi, si pratica meglio, si
impara meglio o, per dirla alla Gurdjieff “Meglio fette di torta a pochi che
mille briciole a molti”. Affermazione che può far storcere il naso ma che
offre una verità palese. Chiunque può praticare BMC, ma solo pochi lo scelgono
preferendo i più, in sintonia con i dettami vigenti, la superficialità e la
“vetrinizzazione” di pratiche in cui si ha un corpo, corpo da modellare ed esibire,
e non ci si sfida sul piano del “Io sono corpo”. Non a caso, nel mio proporre Arti Marziali, ho
pochi, pochissimi compagni di viaggio, preferendo i più, come soldatini
obbedienti, praticare valanghe di tecniche da memorizzare e copiare senza alcun
coinvolgimento fisicoemotivo, senza alcun senso di corpo abitato.
di Yuichi Ikehata |
E questo lo ritrovo nel percorso con Eleonora, tra
esplorazioni dello spazio dentro il corpo, fuori dal corpo.
“Il
nostro sé è un orientamento psicospaziale e psicotemporale, e il modo in cui
siamo diventati la persona specifica che siamo dipende in gran parte da come ci
muoviamo nello spazio e da come diveniamo presenti sotto forma dello spazio
vivente che siamo” (J. Maitland, professore di filosofia, docente Rolfing).
Esploriamo la colonna
vertebrale a partire da quando, nelle prime settimane di vita, ancora non c’era
ma c’era ciò che la prefigurava e, forse, incontriamo le memorie inconsce del
contenimento primario, memorie onto –
filogenetiche. Contattiamo la Madre Terra, il sostegno sicuro del pavimento e
le possibilità di spazio attorno.
Ore di esplorazione sensoriale profonda e accurata. Ore
di me corpo. Quel che realmente sono.
Il viaggio, l’esplorazione, continua, incontro dopo
incontro. Grazie Eleonora.
“Se per tutta la giornata non si è trovato nulla di strano, non è stata una gran giornata”
(J. A. Wheeler, fisico nucleare)
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