lunedì 14 novembre 2022

Il corpo abitato

Tutto ciò che accade è soltanto una risposta o un’eco di ciò che noi stessi siamo” 

(J. Gebser, filosofo, linguista e poeta)

E allora mi confermo che io sono corpo abitato, corpo vissuto. Me lo conferma questo ciclo di seminari di Body Mind Centering, la disciplina a cui mi dedico da tre anni a questa parte sotto la guida della dolce e generosa Eleonora, docente preparata capace di coinvolgere chiunque si affacci a questa porta.

di Nielsen Johannes
Questa volta la sede di pratica è il centro Dhyana, luogo di ritrovo per pratiche yoga e meditative, cure naturali e sedute di psicologia: un crocevia dove sapori New Age, riferimenti alla medicina allopatica, strizzatina d’occhio alle mode in voga, fiuto per gli affari, autentica voglia di benessere, si incontrano e si mescolano.

Tre allievi ed Eleonora: in pochi, si pratica meglio, si impara meglio o, per dirla alla Gurdjieff “Meglio fette di torta a pochi che mille briciole a molti”. Affermazione che può far storcere il naso ma che offre una verità palese. Chiunque può praticare BMC, ma solo pochi lo scelgono preferendo i più, in sintonia con i dettami vigenti, la superficialità e la “vetrinizzazione” di pratiche in cui si ha un corpo, corpo da modellare ed esibire, e non ci si sfida sul piano del “Io sono corpo”.  Non a caso, nel mio proporre Arti Marziali, ho pochi, pochissimi compagni di viaggio, preferendo i più, come soldatini obbedienti, praticare valanghe di tecniche da memorizzare e copiare senza alcun coinvolgimento fisicoemotivo, senza alcun senso di corpo abitato.

di Yuichi Ikehata
Il legame tra BMC e come io pratico e propongo Arti Marziali è fortissimo. Studi e pratiche di Gestalt Therapy, metodo Feldenkrais e Danza Sensibile, come il BMC anche questi fondati sull’essere corpo, hanno segnato e segnano il mio cammino marziale. Lo fanno mentre li amalgamo alle più antiche pratiche taoiste che riscopro studiando Healing Tao del Maestro Mantak Chia con Angela, docente di sicuro affidamento; lo fanno mentre traduco nel concreto del praticare, degli esercizi corporei, quelle che nei testi classici cinesi sono solo affermazioni immaginali, metafore impossibili da comprendere con la ragione. Una efficace sinergia tra antico sapere d’Asia e le moderne discipline del nostro mondo.

E questo lo ritrovo nel percorso con Eleonora, tra esplorazioni dello spazio dentro il corpo, fuori dal corpo.

“Il nostro sé è un orientamento psicospaziale e psicotemporale, e il modo in cui siamo diventati la persona specifica che siamo dipende in gran parte da come ci muoviamo nello spazio e da come diveniamo presenti sotto forma dello spazio vivente che siamo” (J. Maitland, professore di filosofia, docente Rolfing).

Esploriamo la colonna vertebrale a partire da quando, nelle prime settimane di vita, ancora non c’era ma c’era ciò che la prefigurava e, forse, incontriamo le memorie inconsce del contenimento primario, memorie  onto – filogenetiche. Contattiamo la Madre Terra, il sostegno sicuro del pavimento e le possibilità di spazio attorno.

Ore di esplorazione sensoriale profonda e accurata. Ore di me corpo. Quel che realmente sono.

Il viaggio, l’esplorazione, continua, incontro dopo incontro. Grazie Eleonora.

“Se per tutta la giornata non si è trovato nulla di strano, non è stata una gran giornata” 

(J. A. Wheeler, fisico nucleare)

 

di Matteo Pugliese



 

 

 

 

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