mercoledì 25 gennaio 2023

Il tempo del viaggio

La pratica del confliggere, delle Arti Marziali, è viaggiare dentro se stessi per conoscersi ed offrirsi, adulti coraggiosi e vitali, al mondo e alle relazioni.

E’ vivere “Qui ed ora”, formandosi, pugno dopo pugno, calcio dopo calcio, leva articolare dopo leva articolare, coltellata dopo coltellata, al protagonismo delle scelte, alla pratica della virilità intesa come coraggio di opporsi all’opinione convenzionale, quella virilità che “è l’ultima carta da giocare, la risorsa cui attingere prima di cedere alla rassegnazione e alle preghiere” (“Virilità” di Harvey C. Mansfield, filosofo).

Praticare Arti Marziali è praticare “Spirito Ribelle”, contro ogni bavaglio, contro il “consumo senza uso”, contro la miseria culturale e valoriale che infetta la società e produce automi, produce amebe colorate fuori e grigie dentro.

Praticare Arti Marziali è sapere che non è tempo perso quello occupato nel guardarsi dentro, dove non c’è necessità di parlare e si danza, invece, la danza dei dubbi e delle incertezze, della flessibilità e della vulnerabilità; alla ricerca di un luogo che non si incontrerà mai, perché lì perdi tutto e solo lì sei in pace con te stesso.

Nel viaggio, incontreremo e condivideremo un tragitto, lungo o breve che sia, con chi ha rischiato tutto o poco per provare a guardare le ombre dentro, quel lato oscuro, quel dolore strisciante che nessuno fuori ti vuole e sa riconoscere, per il quale ti sa accettare.

Inutile parlare di sogni a chi non sogna, ma questo non ci impedisce di offrire un sorriso e un gioco di lame affilate, un abbraccio e un gioco di proiezioni al suolo a chiunque sia a un passo dall’essere adulto vitale ed erotico, tutti schiavi di piccoli gesti ma tutti impegnati nelle nostre personali battaglie, anche di fuga, ma pur sempre battaglie.

Rispetto per tutti, allora, ma anche assumersi la responsabilità di scegliere se stare al limitare del bosco o avventurarsi dentro, liberamene controcorrente, gyakufu, “faccia al vento”. Rispetto per tutti, ma camminando a fianco di chi, con noi Spirito Ribelle, condivide l’assalto al cielo.

Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo

Perché sentiva la necessità di una morale diversa

Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno

Era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita

Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come

Più di se stesso: era come due persone in una

Da una parte la personale fatica quotidiana

E dall'altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo

Per cambiare veramente la vita

No, niente rimpianti

Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare

Come dei gabbiani ipotetici

 https://youtu.be/wQslsdTn15M









 

 

 

 

 

 

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