E’ vivere “Qui ed ora”, formandosi, pugno dopo
pugno, calcio dopo calcio, leva articolare dopo leva articolare, coltellata
dopo coltellata, al protagonismo delle scelte, alla pratica della virilità intesa
come coraggio di opporsi all’opinione convenzionale, quella virilità che “è
l’ultima carta da giocare, la risorsa cui attingere prima di cedere alla
rassegnazione e alle preghiere” (“Virilità” di Harvey C. Mansfield,
filosofo).
Praticare Arti Marziali è
praticare “Spirito Ribelle”, contro ogni bavaglio, contro il “consumo
senza uso”, contro la miseria culturale e valoriale che infetta la società e
produce automi, produce amebe colorate fuori e grigie dentro.
Praticare Arti Marziali è
sapere che non è tempo perso quello occupato nel guardarsi dentro, dove non c’è
necessità di parlare e si danza, invece, la danza dei dubbi e delle incertezze,
della flessibilità e della vulnerabilità; alla ricerca di un luogo che non si incontrerà
mai, perché lì perdi tutto e solo lì sei in pace con te stesso.
Nel viaggio, incontreremo e condivideremo un tragitto, lungo o breve che sia, con chi ha rischiato tutto o poco per provare a guardare le ombre dentro, quel lato oscuro, quel dolore strisciante che nessuno fuori ti vuole e sa riconoscere, per il quale ti sa accettare.
Inutile parlare di sogni a chi non sogna, ma questo non ci
impedisce di offrire un sorriso e un gioco di lame affilate, un abbraccio e un
gioco di proiezioni al suolo a chiunque sia a un passo dall’essere adulto
vitale ed erotico, tutti schiavi di piccoli gesti ma tutti impegnati nelle
nostre personali battaglie, anche di fuga, ma pur sempre battaglie.
Rispetto per tutti, allora, ma
anche assumersi la responsabilità di scegliere se stare al limitare del bosco o
avventurarsi dentro, liberamene controcorrente, gyakufu, “faccia
al vento”. Rispetto per tutti, ma camminando a fianco di chi, con noi Spirito
Ribelle, condivide l’assalto al cielo.
Qualcuno era comunista
perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo
Perché sentiva la necessità
di una morale diversa
Perché forse era solo una
forza, un volo, un sogno
Era solo uno slancio, un
desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita
Qualcuno era comunista
perché con accanto questo slancio ognuno era come
Più di se stesso: era come
due persone in una
Da una parte la personale
fatica quotidiana
E dall'altra il senso di
appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo
Per cambiare veramente la
vita
No, niente rimpianti
Forse anche allora molti
avevano aperto le ali senza essere capaci di volare
Come dei gabbiani ipotetici
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