Eccomi, cintura blu "truccata" marrone, in una gara |
Penso che ognuno muore in un attimo o in un respiro lungo e
che prima di morire ognuno ha diritto a un momento di serenità.
Penso che ognuno abbia il diritto, o il dovere ?, di non
limitarsi a sopravvivere, ma di svegliarsi a costo di toccare il fondo, anche a
rischio di mangiare merda.
Cambio casa, una giovane donna e sua figlia piccola al
fianco. Cambia il Karate, che si fa meno legnoso, più fluido, nel mentre che tiro
a contatto praticando quella che sta per diventare Kick Boxing.
Non conosco ancora il sorriso dell’umanità, figuriamoci,
non conosco il mio di sorriso!! Solo ombre e buio e schizzi di violenza.
Ah, cambio anche lavoro. E arriva un grande amore e il
primo figlio. Arrivano i lampi di intelligenza dello Yoseikan Budo mentre
entriamo nel Dojo di via Simone D’Orsenigo. Arriva la ”Porta aperta tra il Te
d’Okinawa e il Kung Fu cinese” (Shaolin Mon Karatedo lo chiamava il Maestro
Tokitsu). Qualcosa si smuove dentro, e mi lascio incantare dalla rotondità
melanconica della luna, mi commuovo per un battito d’ala e per una mano tesa.
Praticare sì, ma anche divertirsi |
L’intreccio si fa robusto. L’intreccio si scioglie, anno
dopo anno, mentre scopro che è il soggetto, il praticante l’attore e non il
copione. Da tempo mi immergo anche in pratiche corporee che non sono arti di
combattimento e mi aiutano a capire, a cambiare. E le condivido con gli allievi
tutti.
Il Dojo si fa casa mia, casa di tutti. Aperto alle esigenze
di tutti, soprattutto aperto, giorno e notte.
Ultima serata ZNKR |
Se la
brutalità di un allontanamento mi manda al tappeto (eh già, ci avevo creduto
all’amore eterno, ma perché sia tale bisogna crederci in due), c’è una mano
tesa a raccogliermi, a camminarmi accanto e lo fa ancora, donandomi il sorriso
di una speranza. Costruisco una nuova famiglia, nasce un nuovo figlio. Mi metto
alla gogna, mi metto e mi faccio mettere al muro per sapere chi sono, chi sono
veramente. E dove voglio andare.
Essere rivoluzionari, godere di una pratica ottimista, è togliere ben più che aggiungere, rallentare più che accelerare, comprendere il valore del silenzio, la ricchezza di un abbraccio, la forza straripante della vulnerabilità. Accettare la fragilità del vivere, che è porta aperta, l’unica, su Poteri Potenti.
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