giovedì 13 luglio 2023

La corsa del lupo nel branco

Eccomi, cintura blu "truccata" marrone, in una gara
Iniziata, per me, negli anni ’70, ma condivisa, poi, a partire dal 1980; le mani chiuse a pugno, i piedi scalzi e l’enorme palestra Umanitaria ad accoglierci. Noi, ZNKR.

Penso che ognuno muore in un attimo o in un respiro lungo e che prima di morire ognuno ha diritto a un momento di serenità.

Penso che ognuno abbia il diritto, o il dovere ?, di non limitarsi a sopravvivere, ma di svegliarsi a costo di toccare il fondo, anche a rischio di mangiare merda.

Scorrono gli anni, volti e respiri arrivano, si sovrappongono e per una stagione sola è il teatro del circolo ARCI Bellezza ad ospitarci.

Cambio casa, una giovane donna e sua figlia piccola al fianco. Cambia il Karate, che si fa meno legnoso, più fluido, nel mentre che tiro a contatto praticando quella che sta per diventare Kick Boxing.

Non conosco ancora il sorriso dell’umanità, figuriamoci, non conosco il mio di sorriso!! Solo ombre e buio e schizzi di violenza.

Ah, cambio anche lavoro. E arriva un grande amore e il primo figlio. Arrivano i lampi di intelligenza dello Yoseikan Budo mentre entriamo nel Dojo di via Simone D’Orsenigo. Arriva la ”Porta aperta tra il Te d’Okinawa e il Kung Fu cinese” (Shaolin Mon Karatedo lo chiamava il Maestro Tokitsu). Qualcosa si smuove dentro, e mi lascio incantare dalla rotondità melanconica della luna, mi commuovo per un battito d’ala e per una mano tesa.

Praticare sì, ma anche divertirsi
Il passo dentro le Arti Marziali si fa ampio, vigoroso; incontro Arti guerriere diverse di paesi diversi, alcune per anni, decenni, altre saltuariamente: Taiki Ken, Tai Chi Chuan, Wing Chun, Kali, Escrima, Pa Kwa, Chi Kung, Kashima, Judo, Aikijiutsu, Katory Shinto Ryu …

L’intreccio si fa robusto. L’intreccio si scioglie, anno dopo anno, mentre scopro che è il soggetto, il praticante l’attore e non il copione. Da tempo mi immergo anche in pratiche corporee che non sono arti di combattimento e mi aiutano a capire, a cambiare. E le condivido con gli allievi tutti.


Il Dojo si fa casa mia, casa di tutti. Aperto alle esigenze di tutti, soprattutto aperto, giorno e notte.

Ultima serata ZNKR
Il centro del mondo è poco lontano da me, è nell’umanità che mi circonda, anche quando non mi aspetto niente.

Se la brutalità di un allontanamento mi manda al tappeto (eh già, ci avevo creduto all’amore eterno, ma perché sia tale bisogna crederci in due), c’è una mano tesa a raccogliermi, a camminarmi accanto e lo fa ancora, donandomi il sorriso di una speranza. Costruisco una nuova famiglia, nasce un nuovo figlio. Mi metto alla gogna, mi metto e mi faccio mettere al muro per sapere chi sono, chi sono veramente. E dove voglio andare.

Torno e mi trovo contento, guardo i miei errori e li riconosco, guardo dentro e guardo fuori e, con la mia vita, si trasforma, muta pelle, anche la pratica marziale e il luogo che la ospita. Fino alla chiusura di un passato importante e l’apertura di uno Spirito Ribelle che odora di lupo selvatico e spazi inconsueti, di pochi, pochissimi allievi rimasti. Tutti sempre più capaci, più forti, testimoni viventi di un’Arte eccellente e mai ferma, di un modo di essere artisti eccellenti. Come è il vivere.



Essere rivoluzionari, godere di una pratica ottimista, è togliere ben più che aggiungere, rallentare più che accelerare, comprendere il valore del silenzio, la ricchezza di un abbraccio, la forza straripante della vulnerabilità. Accettare la fragilità del vivere, che è porta aperta, l’unica, su Poteri Potenti.

 

 








 

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