Le restrizioni imposteci in periodo “Covid” fecero annullare lo stage che il Maestro Mantak Chia avrebbe tenuto qui da noi.
A distanza di anni, ecco l’occasione di un breve (troppo
breve!!) collegamento col Maestro per conoscere, direttamente alla fonte, i
preziosi insegnamenti dello Healing Tao. (1)
Non amo affatto imparare “on line”, tanto meno quando si
tratta di corpo, di soma. Ma, almeno questa volta, non mi lascio scappare
l’occasione.
Ottima la traduzione istantanea di Angela, la mia
docente da anni guida dentro questo mondo, che mi consente di non perdere nulla
delle spiegazioni del Maestro.
Personalmente, italiano del terzo millennio, non è che
abbracci in toto quella pur affascinante visione. MI piace ricordare una frase
di Jacopo Fo in cui diceva che lui si affidava alle cure “naturali” sì, ma, in
caso di una gamba rotta, sarebbe ricorso alla medicina “allopatica” per una
buona ingessatura!! (2)
Nei miei corsi Arti Marziali mi piace offrire, secondo le
mie conoscenze, una visione a 360 gradi, portando la pratica corporea a
navigare su un mare in cui scorrano sia le correnti asiatiche, taoiste, che
quelle moderne, occidentali. Sarà ogni singolo praticante a muoversi, a sapere
di corpo, seguendo la sua inclinazione.
Qui mi preme spiegare brevemente perché, con tutto il
massimo rispetto del sapere salutistico e medico di casa nostra, mi intrattengo
così ampiamente con la concezione orientale tradizionale. Lo faccio abbracciando
anche quelle discipline “nostre” che della concezione prettamente occidentale
hanno fatto terreno di approfondimento e revisione, il che le ha portate verso
intendimenti vicini al sapere orientale e fortemente critici verso il
patrimonio corporeo, salutistico e medico “nostro”.
La medicina clinica nasce nelle
sale di anatomia, si occupa di sapere del malato attraverso il corpo di un
morto, dunque si occupa di uomo morto e non di uomo vivo. E’ la storia
dell’anatomia patologica che forma il modello che i medici studiano per guarire
l’uomo. Viene costruito un modello di uomo non a immagine di se stesso, ma di
un se stesso morto. Viene operata una scissione tra il corpo, la malattia, e la
vita. (3)
I principi culturali, filosofici, si trovano in Cartesio
(1596 – 1650), con la divisione tra anima e corpo:
- anima è “res cogitans”, l’insieme delle anticipazioni
matematiche che gli uomini di scienza ritengono di adottare per esaminare la
“res extensa”
- corpo è “res extensa”
Il corpo viene letto come organismo, come sommatoria di
organi. Da qui, nasce la medicina moderna.
Diversa è la concezione taoista che mette al centro la
salute nella sua accezione olistica e non la malattia; che ha per scopo principale
non curare le malattie, ma curare le persone, ponendole in grado di
riconoscere e usare i propri disturbi per crescere.
Essa calca l’accento sull’importanza di avviare un cammino
interiore che conduca alla conoscenza di sé come occasione di vivere
consapevolmente alla ricerca del proprio benessere, inteso anche come capacità
di trovare il proprio compito e realizzarlo pienamente; propone pratiche che
mirano a coltivare l’animo sereno in qualsiasi frangente, anche conflittuale.
E’ il Neijing, il classico della medicina cinese, ad
affermare: “I medici santi non aspettano che il male sia manifesto per
trattarlo, ma se ne occupano prima che si manifesti. Attendere che la malattia
si sia manifestata per porvi rimedio e che il disordine si sia insediato per
occuparsene è come attendere di avere sete per scavare un pozzo e attendere la
battaglia per forgiare le proprie armi. Non è forse troppo tardi?”.
Su questa linea si muovono ormai anche moderne discipline
“occidentali”, volte al coinvolgimento di viscere e organi nella comprensione
della struttura psicofisica dell’individuo, che fanno uso di una varietà di
principi teorico-funzionali e di pratiche nell’esplorazione di tutti i sistemi
corporei, del respiro e della vocalizzazione, dei sensi e della percezione,
dell’arte del tocco delle mani e del movimento.
Ecco, io mi muovo in questo grande mare, di onda in onda,
di corrente in corrente, perché il mio studiare, il mio praticare siano sempre
eccellenti ed aperti, profondi ed esperienziali. Poi, ogni mio allievo,
di volta in volta, sceglierà a seconda delle sue inclinazioni.
Dunque, ben vengano i preziosi insegnamenti del Maestro
Mantak Chia e di chi, come Angela, si dispone a diffonderli a chiunque vi si
avvicini.
1. https://www.mantakchia.com/it/
2. Sulla mia pelle ho potuto apprezzare, in due diverse
occasioni di una certa gravità, l’efficacia di pratiche non allopatiche che mi
hanno evitato interventi chirurgici. In un caso, gli esercizi Chi Kung del
Maestro Erle Montaigue uniti a pratiche del metodo Feldenkrais; nell’altro affidandomi
alle cure dell’amico, già compagno di pratica Tai Chi Chuan, Lucio, medico di
MTC, la medicina tradizionale cinese.
3. L'Allopatia, dal greco allos (diverso) e patos (malattia,
sofferenza) indica la terapia classica farmacologica ufficiale scientificamente
validata. Allopatia è un termine introdotto da Hahnemann e si fonda sul
principio: contraria contrariis curantur (i contrari si curano con i contrari)
L'allopatia è quindi una "medicina dell'opposto"
e si basa sulla volontà di sopprimere e contrastare i sintomi e le cause delle
malattie, cosa che in molte situazioni si rende indispensabile e insostituibile,
scientificamente accettata.
Il farmaco allopatico viene quindi a volte somministrato
per aiutare l'organismo ad annullare rapidamente il sintomo cercando di
combattere la causa Per ogni paziente con lo stesso disturbo il medicinale sarà
sempre lo stesso, senza tenere conto delle caratteristiche personali di ogni
individuo e di come i sintomi e la malattia si manifestano in modo
variabile. Questi farmaci sono spesso
indispensabili e insostituibili, soprattutto in forme acute. L'allopatia si
rende inoltre obbligatoria in molte forme croniche più o meno gravi
(https://www.medicinaesteticapiacenza.com/omeopatia/omeopatia-9/omeopatia-e-allopatia.html)
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