Un sognatore definitivo (1)
Nei miei ricordi è qualcosa che
da un substrato caotico, prende ad integrarsi, assume una sua struttura ed inizia
ad alzarsi, individuarsi e differenziarsi, per darsi una sua forma e una sua
identità e diffondere la sua pratica e il suo messaggio. Metaforicamente,
riprende le tappe dello origo -gĭnis, derivazione di oriri “alzarsi,
nascere, provenire, cominciare”, sviluppo dell’identità psichica di un
individuo, che viene alla luce e nelle relazioni con l’ambiente, da essere ancora
indistinto, si individua e si alza nella posizione eretta, affermando “Io
sono!” e muovendosi nel mondo.
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1980 Umanitaria, dove tutto ebbe inizio |
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Dania e Carmine, quando era Karate Shotokan |
Nei miei ricordi è un pranzo in
una trattoria toscana, lungo viale Bligny, con gli allievi più vicini, più
motivati, a mettere “nero su bianco” la nascita dello ZNKR. E’ la palestra dell’Umanitaria in
condivisione con l’amica Annamaria e il suo corso di “aerobica” (2). E’
la ricerca del nome adatto, tra un truce “The hard Karate studio” (e per
fortuna che lo scartammo, visto la piega presa negli anni che ci ha portato ad
una pratica energetica e combattente dove dominano flessibilità e duttilità) ed
un altisonante e ingenuamente pretenzioso ZNKR, acronimo per “associazione di
tutta la mano vuota giapponese”, che la pratica presto smentirà intessendosi
essa stessa di arti cinesi prima e filippine dopo, di pratiche non marziali ed
occidentali di movimento capaci di dare struttura e logica alle gesta marziali
stesse.
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Notte del Guerriero. Da mezzanotte alle otto del mattino, formazione marziale continua |
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Teatro Marziale. Tartarughe ninja |
Nei miei ricordi sono le origini
(dal latino origo -gĭnis, derivazione di oriri “alzarsi, nascere, provenire,
cominciare”) la cui radice ritroviamo in “oriente” (dal latino oriens -entis,
participio presente di oriri), il luogo dove sorge il sole. Ah, il paese del
sol levante!!
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con Floriana, dolce fanciulla e temibile guerriera |
Nei miei ricordi sono un
succedersi ed intrecciarsi di mutamenti, di cambi di rotta, di pratiche diverse
ad incontrarsi e scontrarsi fino alla scoperta che più che il “cosa” fare
conta il “come” fare, più che l’arte praticata conta il soggetto praticante
e la sua personale percezione di sé corpo (3), essere fisicoemotivo.
Susseguirsi di mutamenti ad indicare una nuova evoluzione di una forma
precedente, qualcosa però che la racchiude, poiché se ne fa carico senza
distruggerla, facendone invece tesoro; evoluzione, trans-forma che non
dimentica contenuti, successi ed errori di ogni passo precedente. Susseguirsi,
intrecciarsi e sovrapporsi, anch’esso caotico, contraddittorio, dialettico. (4)
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Claudio e Franco, ed era Yoseikan Budo |
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Raduno a Cesano Boscone |
Nei miei ricordi è passare
dalla precisione imitatrice del gesto, dal predominio della tecnica (waza),
dall’ossessione per l’opera, all’egemonia del gesto; da una pratica
aniconica, piattamente razionale, a un fare fantastico, visionario,
immaginario, una reverie (5) che è fenomenologia
dell’immaginazione, del sogno e della poesia, fino alla capacità di creare
immagini dal sé, fondate sulla propria esperienza corporea, somatica,
soggettiva e personale.
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I 25 anni dello ZNKR, a Capalbio |
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Giuseppe, ancora oggi praticante e Fabio, volato negli USA |
Nei miei ricordi è portare in
figura le pulsioni profonde, quelle nascoste o censurate dalla società; è
danzare tra Eros e Thanatos, che lo scontrarsi, il lottare, il combattere è
questo e nient’altro. E’ il saper stare nei conflitti di lotta, di
combattimento corpo a corpo, come metafora dei piccoli e grandi conflitti
quotidiani nelle relazioni familiari, lavorative, affettive.
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Con Claudio, Escrima e Kali filippino |
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Formazione all'aperto |
Nei miei ricordi … ma ora tutto
questo danza e parla di presente, di Spirito Ribelle, di io e noi ancora
a caccia, ancora in cammino, fomentando quelli che saranno… nuovi ricordi.
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Nasce Kenshindo "La Via dello spirito della spada" |
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Kentaro, il mio primo figlio |
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Donata, per oltre un decennio colonna portante dello ZNKR
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“Un
animale feroce prigioniero, addomesticato – ogni giardino zoologico ne offre
esempi – è psichicamente mutilato, infermo, internamente annientato. Certi
animali feroci si lasciano morire di fame, se sono catturati. Gli erbivori non
rinunziano a nulla, quando diventano animali da cortile”
(O.
Splenger)
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Monica, per alcuni anni allieva, da 25 anni mia compagna di vita |
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Raduno ZNKR |
1. Espressione attribuita ad Andre Breton, poeta, saggista e
critico d'arte.
2. Lì imparai subito la prima differenza tra allenamento /
addestramento e formazione: mentre Annamaria eseguiva gli esercizi di aerobica
e le giovani allieve ne imitavano i gesti, le venne da grattarsi il naso e le
giovani allieve…. all’unisono a grattarsi il naso anche loro!!
3. Noiosamente, qui ripeto la differenza tra Leib e Körper:
il primo è il corpo vivo, è la carne, esso si muove con l’essere umano ed è un
corpo che sente e patisce; il secondo è il corpo cosale, corpo oggetto, che
abita in un mondo fisico insieme a tutti gli altri corpi. Il corpo / Korper che
imperversa oggi in tutte le pratiche motorie e marziali, quello usato (!!) da
migliaia e migliaia di praticanti di contro alle minoranze, tra cui noi, che
invece abitano e sperimentano di corpo /Leib. Per una spiegazione
esaustiva: https://www.psicologiafenomenologica.it/articolo/leib-korper-ripensare-fondamenti-psicopatologia/
4. “In questo caso l’evento accidentale non si
iscrive più nell’ordine del Chronos, il tempo che per gli antichi greci era la
‘forma ordinatrice dell’accadere, che procede numericamente dal passato al
futuro’, ma in quello del Kairos, termine per il quale la lingua italiana non
ha un’equivalente formazione lessicale e che può essere definito con una
parafrasi come ‘l’attimo geniale, cioè fecondamente creatore, nel quale la
pienezza dell’Essere (omissis) brilla e giunge il suo punto
culminante’; esso sia avvicina all’istante ‘del mai più e del non ancora’ e
‘scinde il tempo in due’ segnando l’inizio di qualcosa di nuovo” (“Plasticità
e metamorfosi corporee” di V. Maggiore, filosofa e ricercatrice in Estetica.
Citazioni di P. Philippson, medico e filologa classica).
5. Per reverie intendo, nell’immaginare un ramo d’albero, non
tanto la sua forma patente, superficiale, quanto la forza di torsione, lo
sforzo di uscire dal tronco per viaggiare nello spazio, la capacità di sospensione
nell’aria, ecc. ossia le qualità nascoste nel ramo che ne fanno cosa vivente.
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Dania, kataTensho |
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Al saluto, un ignaro Lupo Kriss, il mio secondo figlio |
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La prima ed unica Scuola a cielo aperto di benessere, bellessere e combattimento |
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