Donne guerriere, che hanno occupato un posto di rilievo nella storia del medioevo nipponico.
Una mostra sviluppata in uno spazio dove sono stato
ricreati diversi ambienti dell’epoca con oggetti, stampe, sfondi, a volte
originali altre che simulano l’epoca dei samurai.
TENOHA
Che è
insieme negozio, luogo di mostre ed eventi, ristorante. Tutto dedicato al
Giappone
L’ingresso è un po' deludente, con alcune decine di katana finti, fintissimi: pessime riproduzioni in stile negozi di San Marino.
Varco i tendaggi e la mostra si spalanca davanti a me.
Ben congeniato l’intreccio tra oggetti autentici e fondali
che vogliono ricreare l’atmosfera “samurai”. Stampe alle pareti; alcune
armature di diverse epoche con dettagliate spiegazioni; brevi storie che
narrano le vicende di queste donne guerriere, alcune realmente esistite, altre
la cui esistenza oscilla tra verità storica e leggenda popolare; oggetti della
vita quotidiana; disegni e altro ancora.
Un percorso breve ma intenso.
Innegabile la capacità degli organizzatori di riuscire a portarmi per tre
quarti d’ora oltre il tempo presente, dentro i miei ricordi di letture sul
mondo samurai, incontri con Maestri di Karate, Yoseikan Budo, Kenpo, Judo,
Aikido, Koryu di katana e il praticare sotto la loro guida, pellicole di Akira
Kurosawa, occasionali incontri con uomini e donne giapponesi che mi parlarono
del loro paese d’origine.
Tornano alla mente, alla pancia, volti e mani di donne che hanno imboccato con me, allo ZNKR o al DAO dell’amico, allievo e sua volta Maestro Valerio, la Via del katana. Quelle che hanno vissuto per anni e con passione intensa l’acciaio: Donata, sorridente e volitiva, Angelica, guerriera dai tratti selvaggi e tenebrosi; con loro, chi ha lasciato comunque segni profondi di partecipazione ed intensa presenza: Gilda e Simona. Poi chi ha praticato per un tempo flebile, ma le cui impronte non posso dimenticare: gli occhi scuri e intimi di Monica e la carica emotiva, carnale, di Rossella. Sullo sfondo, chi ha colluso con l’acciaio per un tempo breve, a volte in superficie, incapace o non ancora pronta al dialogo con il balletto tra Eros e Thanatos, amore e morte, altre in fuga da una danza in cui era troppo specchiare l’Ombra infelice dentro. Poi chi è rimasta, chi mi cammina ancora accanto oggi che è Spirito Ribelle, chi, ad ogni seminario, nel piacere dell’acciaio accoglie anche le maledizioni di morte che porta con sé: Donatella, sorriso e cuore aperto, presenza intensa, bellissima.
Non poteva, dentro la mostra, mancare il tradizionale
percorso di timbri a testimoniare, per chi lo volesse, l’essere stato lì.
Tradizione antica, che si ripete ancora ai giorni nostri nei templi del
Giappone del terzo millennio.
A
pprofitto della presenza di uno degli addetti per sottolineare la mancanza di qualche katana, anche non antico, sarebbe stato adatto anche uno shinken, ossia un katana forgiato in Giappone da Maestri contemporanei. La spiegazione della loro mancanza mi pare variamente approssimativa e fantasiosa, ma forse davvero la legislazione vigente lo vieta. Peccato. Almeno togliete quello scempio per gli occhi che sono le due o tre pareti all’ingresso dove sono appesi decine di scialbi simulacri di latta e plastica, un insulto alla regalità e al mistero sanguinario dei katana: Se devono essere finti, che siano almeno finzioni un minimo dignitosi, appendete riproduzioni industriali Hanwei o Hanuo!!Ma probabilmente sono io troppo esigente, viziato dalla mia
passione per l’acciaio, per il katana, la sua storia e la sua pratica.
Mostra davvero emozionante, ne
esco soddisfatto. Chissà mai che un colpo di vento e di fortuna non mi
consentirà, un giorno, di andare in Giappone e scoprire dal vivo quel che resta
di quel mondo e dei suoi protagonisti.
Da Maggio a Novembre
presso TENOHA. Via Vigevano 18. Milano
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