Iconosfera che tutto avvolge, ad evidenziare il massimo
effetto che possiamo estrarre dall’imprecisione di un’espressione, di un gesto
accennato, di un colpo che manca di poco il bersaglio, di una lama che scivola
debole sulla pelle.
Se fossero solo pugni e calci, leve articolari e bastonate,
strangolamenti e coltellate, sarebbero ben poca cosa: passatempo per adulti con
qualche paura di troppo o un’Ombra in cantina con cui temono confrontarsi,
rifugio di certezze formali e diplomi stilati in lingue a loro incomprensibili.
Dentro a questa mia visione,
visione Spirito Ribelle, che coniuga azione coraggiosa e creativa,
combattente e flessibile, con l’evocare quelle pulsioni sotterranee ed inibite
dalla società, dalla morale che censura Eros e Thanatos, il percorso che
propongo ai compagni di viaggio non appare più solo nelle sue corrispondenze
nascoste ma nella possibilità di metamorfosi: mondo in continua trasformazione,
trans-forma che scivola dentro forme incompiute ed inesplorate.
E’ così: “Si attacca o ci si ritira seguendo
l’istinto” (Tokitsu Kenji in Yi Chuan), che l’arte marziale, l’arte
della distruzione, rifiuta d’essere semplice tecnica, semplice strumento di
rappresentazione, consentendo all’inconscio di smarginare dai limiti dettati
dalla coscienza, dal controllore interno, per esprimersi apertamente nello
spazio, nella relazione conflittuale duale e di gruppo.
Corpo e mondo, questa è la nostra arte Kenpo Taiki Ken.
Chi si unisce alla nostra ricerca?
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