Possibile che un “certo modo” di essere corpo, di praticare corpo, possa essere rivoluzionario? Possa contribuire a sfaldare “another brick in the wall”? (https://youtu.be/W0bi7OfaKMY?si=3oCDBgpeQX-9K5H3)
Possibile che praticare movimento, movimento di Arti Marziali, come noi Spirito Ribelle facciamo, sia un continuo andare “Gyakufu”, “faccia al vento”, sia andare in “direzione ostinata e contraria” (cit. Fabrizio De André)?
La società impone corpi e movimenti standardizzati,
confinati nell’adeguato, dove gli eccessi stessi sono stabiliti e consentiti a
priori, funzionali al sistema.
Corpi e movimenti succubi di attrezzi sempre più complessi,
rinchiusi in uno spazio sistemato per servire di tutto e di più, tra bar e sala
riposo, per favorire una socialità e occasioni relazionali che facciano da
momentaneo antidoto allo stress quotidiano quanto alla solitudine della società
virtuale dei social e dei like.
Tante offerte di pratiche dai nomi diversi con tanti
esercizi che, a ben vedere, sono solo versioni appena modificate degli stessi
movimenti. Macchine e attrezzi che di fatto replicano i precedenti.
Persino pratiche antiche di saggezza, salute e ricerca
interiore vengono spogliate del loro sapere e ridotte a sequela di esercizi
ginnici, vedi Yoga e Tai Chi Chuan; moderne pratiche valide solo nell’uno a
uno, vengono piegate al profitto e proposte a gruppi, vedi Pilates. La necessità di vendere sempre nuovi prodotti,
poi, ne inventa di ogni, mischiando senza alcuna logica se non il solleticare
curiosità becere.
Corpi oggetto, corpi macchina, espressione immediatamente
visibile da un lato dell’essere funzionali al sistema produttivo, al moloch
dell’efficienza, dall’altro al narcisismo ed alla vetrinizzazione la più
sciocca e superficiale: “Il docile e l’utile, il sottomesso e il funzionale,
l’accondiscendente e l’efficace” (C. Pellizzari in Scomodo n° 51).
Il sistema impone e diffonde
pratiche di corpo e movimento a cui le masse tutte hanno da assoggettarsi
perché tutto scorra liscio, senza sussulti; perché il circuito
dell’allenamento, che è addestramento alla ripetizione, all’imitazione
obbediente come si fa con gli animali da circo, plasmi individui
dipendenti, privi di cognizione incarnata, in cui il corpo diviene “il
più bell’oggetto del consumo” (J. Baudrillard, sociologo e filosofo), da
mettere in mostra, soggetto alle stesse “leggi di variabilità” della moda e dei
prodotti commerciali. Illusione di mente che comanda il corpo quando, dai
taoisti alle neuroscienze e pure nella fenomenologia è invece chiaro che le
azioni sono inscritte nella carne ben prima che l’intenzione consapevole
detti il che fare: illusione di mente e corpo invece che verità di corpo e
mondo.
“Noi
non dobbiamo solo sapere che l’uomo ‘ha’ un corpo, e come sia fatto questo
corpo, ma anche che l’uomo è sempre, in qualche modo, corpo. Questo non
significa solo che l’uomo vive sempre corporalmente ma anche che egli parla, e
si esprime, permanentemente con il corpo.”
(L.
Binswanger, psichiatra)
Praticare Spirito Ribelle,
portando alla luce il corpo e la cosmogonia taoista, integrando con pensiero e
pratiche di moderni ricercatori quali Laban, Feldenkrais, Bainbridge Cohen,
significa rompere la prigione del fitness e delle palestre, delle Arti
Marziali depauperate di pathos, sensibilità e mobilità vitale, in cui tutto
è segregato in un preciso e limitato margine d’azione. Perché fuori da quegli
ambienti, fuori da quella cultura in cui l’azione è consentita in quanto
controllata, corpo e movimento sono già di per sé sovversivi, sono ribelli.
Perché l’esperienza, ogni esperienza che noi facciamo, sempre lascia un segno
indelebile ed è così potente da far sì che io, volente o meno, mi riconosca in
quello che faccio e che vivo.
Noi Spirito Ribelle, e le correnti di movimento
intelligente quali Body Mind Centering o Laban Movement Analysis, operiamo ai
margini di un giardino o in piccole sale sconosciute, occupando spazi anonimi o
agendo in spazi destinati ad altro come studi fotografici od uffici, fuori
dalle correnti modaiole, emarginati dalla pubblicità del settore.
Vivere questi corpi, questo movimento, che sono esclusi dai
luoghi di massa, luoghi di vetrina e di esposizione, significa fare di questi
corpi, di questo movimento, un luogo di opposizione, un momento di differenziazione.
Vivere questi corpi, questo movimento, che sono portatori
di embodiment ovvero sviluppo del canale cenestesico, capacità di
sentirsi attraverso il movimento e le sensazioni interne del corpo, conoscenza
attraverso l’esperienza del corpo, è ribaltare, rivoluzionare lo status quo
del corpo servo sciocco di una mente superiore, che è la condizione necessaria
per avere disponibili individui sciocchi servi del sistema.
“La libertà di pensiero è più forte
della tracotanza del potere”
(Giordano
Bruno)
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