Ormai è tutto un pompare, sollevare pesi, sfinirsi alle ‘macchine’. E’ tutto un dissertare di trazioni, curl, panca piana, crunch. E’ tutto un confrontarsi su cedimento muscolare, stripping, ripetizioni negative, rest-pause. E’ tutto un mostrare muscoli.
Lasciamo ora stare il disastro culturale di giovani e meno giovani ridotti a credere di avere desideri personali mentre sono sotto il giogo di un ‘desiderio collettivo’ con origini e scopi ben precisi.
Lasciamo stare che l’esposizione sociale ossessiva, la
vetrinizzazione, crea disagi alla psiche e alle relazioni sociali. Infatti “Il
bisogno di apparire può alimentare forme di narcisismo digitale, ma anche ansie
legate all’autostima. Cosa accade quando nessuno guarda, quando un contenuto
“non funziona”? L’identità rischia di diventare fragile, appesa al giudizio
altrui, condizionata da standard estetici e sociali non sempre raggiungibili”
(https://sociologicamente.it/la-vetrinizzazione-sociale-lidentita-nellera-dellesposizione/)
Prendiamo, invece, questa straripante moda che è l’allenamento
della forza. Ipotizziamo che Tizio, accanto al bisogno di sicurezza
personale e riconoscimento sociale, al bisogno di mostrarsi secondo i canoni
modaioli imposti, alleni la forza muscolare per il desiderio di mantenersi in
salute anche negli anni a venire e per aumentare le sue prestazioni in
questo o quell’altro sport.
Davvero l’allenamento spasmodico e focalizzato sulla forza
è un allenamento efficace ed efficiente?
L’autentico quesito non è quanta forza hai, ma quanta ne riesci
ad impiegare nella gestualità che ti interessa.
Essere forti nei muscoli non è sufficiente. Occorre essere
fluidi, aggraziati, precisi, stabili e reattivi (1). Perché il corpo non è fatto di
soli muscoli, ma di una rete interconnessa di tendini e fascia ed organi, di
emozioni (che sono emos – azioni).
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by Gian Galang |
Avere potenza non basta. Serve sapere dove e come
applicarla. La forza che si costruisce in palestra, tra pesi e macchine, deve
diventare movimento efficiente in azione. Se in azione la gestualità è
impacciata, appesantita da movimenti parassiti, imprecisa, allora quella forza
è solo un potenziale inespresso, allora quella forza va ricondotta ad un modo
di espressione che realmente migliori le tue prestazioni.
Se
davvero tu volessi migliorare le tue prestazioni sportive
(e la
tua salute) dovresti immediatamente chiederti:
- La forza muscolare che costruisco in palestra mi rende davvero più efficace nella gestualità quotidiana e sportiva?
- Sto costruendo forza o prestazione?
Se qualche dubbio ti si fosse insinuato, allora è arrivato il tempo di accostarsi ad un approccio olistico, integrato, del tuo allenamento.
Un atleta efficace ed efficiente integra forza, mobilità,
coordinazione, respirazione e l’allenamento deve sempre rispettare ed
affrontare questa complessità.
Allenarsi non è solo e tanto costruire muscoli più grossi,
muscoli più forti, è invece costruire un sistema capace di immettere energia nei
gesti desiderati, nelle azioni semplici e complesse del quotidiano come
dell’attività sportiva scelta. Ottimizzare la prestazione è allenare ed
amalgamare tra di loro le diverse componenti del sé – corpo. Più che quanto
sollevi in panca, conta quanto sai muoverti ed agire con prontezza e fluidità.
by R. Delaunay |
“La
mente è come il vento e il corpo come la sabbia:
se
vuoi sapere come soffia il vento puoi guardare la sabbia”
(B.
Bainbridge Cohen)
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