giovedì 4 dicembre 2025

L'Arte della Guerra cap. 6

 




L’Arte della Guerra, di Sun Tsu (circa VI secolo a.c.) 

Brevi riletture nel terzo millennio che pongono domande, che sollecitano dubbi, che avanzano proposte 

Cap. 6

La Non-Forma: Arte, Acqua e... Silenzio

Sii sottile per non lasciare tracce; misterioso come il silenzio e potrai essere l’artefice del destino del tuo nemico.”




Con questa affermazione Sun Tsu ci porta nel mondo del silenzio e dell’okuden,il nascosto, il celato agli occhi. Non semplice atto d’astuzia, espediente pure sovente utilizzato in guerra, come, già dai tempi antichi, ci ricordano le imprese del guerriero Ulisse cantate nell’Iliade, bensì un’arte di presenza che si dissolve, come la rugiada al sole. È l’abilità di abitare lo spazio senza fissarsi, di muoversi senza lasciare tracce, di esistere come vento che sfiora e non si trattiene.

Il mistero della non-forma

Il generale della guerra insegna che la disposizione delle truppe deve tendere alla non-forma. Non-forma significa libertà totale: Nessun contorno che possa essere catturato, nessuna figura che possa essere prevista. Quando non hai forma, sei come il vuoto che accoglie ogni possibilità. “Nemmeno la spia più astuta o il saggio più esperto(cit.) possono decifrare ciò che non si mostra. La non-forma è il partorire del possibile, il luogo dove Heio, la strategia, nasce e muore senza mai essere afferrata.



L’Acqua come Maestra

L’acqua è la grande alleata di questa visione. Essa scorre, si adatta, penetra ogni fessura. È fiume che erode la roccia, è pioggia che nutre la terra, fino a divenire vapore che sfugge ad ogni presa. Nella sua metamorfosi, l’acqua insegna la via della non-forma: Essere insieme contenuto e contenitore, forza e leggerezza, presenza e assenza. Essere contemporaneamente più presenze dissimulate l’una nell’altra così da non essere identificabili: “Ogni corso d’acqua, anche quando fluisce in modo apparentemente omogeneo, è suddiviso in ampie superfici interne” (T. Schwenk ‘ Il caos sensibile’). Così, l’abile praticante di Arti Marziali diventa acqua: fluido nella gestualità, privo di ogni intenzione, capace di trasformarsi repentinamente in ciò che la situazione richiede.

L’autentica Pratica Marziale

Nel caos di ogni scontro, di ogni combattimento, come nella lacerante difficoltà di ogni situazione di crisi, la non-forma si manifesta come intuizione ed ascolto profondo. La percossa che non si irrigidisce nella contrazione muscolare, Kime, ma esplode e si propaga nel Fa Jin; la proiezione al suolo, Nage waza, che non contrasta ma accompagna; la postura che non si cristallizza divenendo così attura, secondo la splendida definizione di Moshe Feldenkrais (1); il movimento che nasce da Ku, il vuoto fertile, e vi ritorna. Il praticante non si sforza di imporre né di reagire, ma risponde adattandosi; non si aggrappa ad una tecnica, ma lascia che waza, la tecnica, nasca e si dissolva nel gesto. Come l’acqua, egli diventa imprendibile: Ora possente onda che travolge, ora goccia che lentamente scava, ora fluido che si insinua e sgretola, fino a raggiungere lo stato di vapore: C’è ma dove e come nessuno lo sa.




Una possibile conclusione

L’insegnamento di Sun Tsu non è solo strategia militare, ma filosofia incarnata, filosofia del vivere e del tessere relazioni sane e convincenti. Essere sottili, misteriosi, lontani da ogni grossolanità, apparire in un modo agli occhi più superficiali nel mentre che si è ben altro per chi sappia vedere oltre l’apparenza: Senza forma. Questo è il percorso dell’artista guerriero. Nella pratica marziale, come nella vita di ogni giorno, la vera forza non è nel mostrarsi e mostrare, ma nel celare; non nel fissarsi dentro le proprie minuscole certezze o nell’adeguarsi passivamente a quelle condivise dagli altri, ma nel fluire cercando la strada migliore, quella consona alla nostra natura più profonda, sempre pronti a ricredersi e cambiare, a prendere una diversa direzione laddove quella comoda ed abituale si riveli arida ed egoista. Nello scegliere accuratamente da chi farsi conoscere a fondo eludendo sguardo e presa di chi non ci interessa. Chi diventa acqua e poi vapore diventa destino: Imprendibile, non incasellabile in ruoli, mai banale e sempre presente nel “qui ed ora”.



1. Neologismo-sintesi di postura e azione, utilizzato da Moshe Feldenkrais per rendere più dinamico il concetto tradizionalmente statico di postura: Una buona postura ci permette di muoverci e di agire secondo le immediate necessità e con totale facilità, senza fatica e senza doverci prima riorganizzare.





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