martedì 13 settembre 2011

Svelato il Mistero

                                                           dei Seminari
                                                          “Sapere del Profondo” (1)
 No, nessun mistero da svelare, solo la voglia di alcuni di percorrere la strada del “conosci te stesso”, in cui dare ascolto alle sollecitazioni che provengono dal “profondo”.
Una dolorosa esigenza che, a volte se non spesso, apre fratture con gli altri che ci sono vicini e stentano a riconoscerci, ad accettare ogni nostra trasformazione.
Divisi noi stessi tra ferite emozionali e la  continua necessità di dare un senso a quel che facciamo, costruiamo il nostro personale ed inimitabile destino, ci prendiamo cura della nostra anima perché rifiutiamo che siano altri, chiunque altro, a farlo per noi.
Nel percorso, scopriamo che il nostro dolore, ogni nostro dolore, è momento per individuare  la nostra diversità: “Si tratta di qualcosa che si avvicina ad una auto creazione” (A. Carotenuto. “La mia vita per l’inconscio”).
Un percorso per uomini e donne coraggiosi.
    
       

Così, dopo la breve festa “ a sorpresa” nel Dojo DAO di San Benedetto del Tronto, dedicata ai 53 anni del M° Valerio, allievo ed amico di lunga data, una parte dei festanti si trasforma in ricercatori di sé, del senso del proprio vivere e parte.
Parte, Venerdì 9 Settembre, alla volta dell’Agriturismo “Il Fienile”, incastonato tra le colline dell’entroterra marchigiano.
Due giorni di full immersion, io e Valerio, a condividere la conduzione del gruppo: alcune ore lavoriamo in un’accogliente sala sottotetto, altre nell’immenso verde che lambisce ed abbraccia la casa.
Un gruppo in cui, milanesi dello Z.N.K.R. e sanbenedettesi del DAO, si ritrovano congiunti a lavorare Neijia Kung Fu.
L’animale Tigre, una rantolante fatica dalla una della notte tra Venerdì e Sabato, alle 07,30 del mattino.
A scoprire il carattere “orale”, denotato da uno scarso senso di indipendenza e scarsa aggressività predatoria che sostituisce con scatti collerici, con aggressività passiva (modi di relazionarsi che facciano sentire in colpa l’altro). A rivivere le parole non dette, le situazioni e le violenze subite supinamente e quelle che ci hanno forzatamente fatto ingoiare. Ad aprire la bocca, che è il primo mezzo del neonato che cerchi la madre e che è il primo strumento di conoscenza dell’ambiente esplorato attraverso la bocca stessa; che è organo espressivo fondamentale del linguaggio corporeo e mostra lo stato emotivo del’individuo.
Che è metallo (jin), si realizza nel polmone (fei) come organo; nel grosso intestino (da chang) come viscere.
Le ore del mattino a danzare i chakra e gli organi interni, a ritrovarsi cuccioli di predatore, cuccioli di tigre dai denti affilati e curiosi, dalla presa mandibolare decisa.
L’intenso pomeriggio a formare le coppie. Ovvero le relazioni, l’attaccamento, il configgere.
Le relazioni, che sono sempre connotate emotivamente. Il riconoscere, nel proprio percorso di vita, che la natura delle nostre aspettative gioca un ruolo decisivo nel determinare i tipi di persone che avvicineremo e come esse si comporteranno con noi.
Il confliggere come risorsa, come occasione per apprendere e formarsi adulti quanto permettere al gruppo una maggiore capacità integrativa.
Confliggere è sperimentarsi, è confrontarsi sui limiti, è tenersi lontano dalle generalizzazioni imparando a contestualizzare, è sentire il proprio senso di appartenenza al gruppo. E’ saper ascoltare, è non confondere il problema con l’individuo. E’ saper accettare le osservazioni le critiche altrui.
E’ Tigre che sa affermarsi apertamente. E’ Serpente, la cui polarità opposta, il carattere schizoide, è ipersensibile, tende a rifuggire le relazioni intime, usa a sproposito la forza di volontà per motivare le azioni sottraendo loro la qualità della sincerità, dell’emozionarsi. E’ Gru, la cui polarità opposta è iper controllo, è trattenere, è vedere  nella passività sempre e comunque (patologicamente) una vulnerabilità.
Lavoro tanto intenso e profondo che l’orologio ci coglie alle 20,30 e … finiamo lì: chi  vorrà comunque lavorare fisicamente in coppia, lo farà dopo cena, liberamente e come meglio vuole, eventualmente (su richiesta) assistito dallo scrivente.
Alle 06,30 della Domenica, siamo ancora riuniti per emettere suoni ( ) e chiudere con il contatto, che è con – tatto: “Il lavoro in Gestalt si ancora generalmente sul sentito corporale ‘qui ed ora’, ma quest’ultimo evoca spesso delle scene passate che risalgono in superficie e sono quindi rivissute nel presente” (S. Ginger.  “La terapia del con – tatto emotivo”)

A tavola, lo sciorinarsi spontaneo di un fluire di emozioni, di dolori, di gioia per i risultati raggiunti e, laddove raggiunti non lo fossero, la consapevolezza della propria “cantina”, della propria parte Ombra con cui fare i conti.
E gli abbracci finali, di commiato, che le strade, almeno quelle del vivere di tutti i giorni, inevitabilmente si separano.
Satollo di vino e cibo ottimi (“Il Fienile” e l’ospitalità della proprietaria sono indescrivibili) salgo sul treno che mi allontana fisicamente da quei luoghi, da quelle persone, da quell’esperieenza. Ma, emotivamente, sono ancora in me.
Alla prossima !!
 
(1) Sapere del Profondo” è percorso di consapevolezza, crescita e potenza, attraverso le pratiche taoiste di Tai Chi Chuan e Chi Kung e le esperienze fisico emotive della pratica corporea contemporanea.

5 commenti:

  1. Scopro per la prima volta la mia cantina un luogo così oscuro che non sapevo di avere...l'incontro devastante con la tigre che esce dalle viscere fino a trasformarsi la mattina seguente in un tigrotto che ha voglia giocare e confrontarsi...il serpente che nel pomeriggio fa fatica a mostrare le proprie relazioni con l'altro ma che poi d'impeto sopravvale....la voglia di confrontarsi, di esserci, di confliggere, di superare tanti limiti, di saper chiedere ed accettare i rifiuti (e come mi fanno male quelli....). Ecco questo è il mio IO uscito dalla 2 giorni in quel di Montedinove

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  2. Sono tornata alla mia vita, staccandomi domenica con fatica da voi e dalle cose intense che ho vissuto. Mi muovo tra le persone e tra le cose familiari di ogni giorno e il pensiero è fisso su ciò che ho vissuto. La cosa imperante che si fa strada in me è il CAMBIAMENTO e il non dare per scontato nulla nella mia vita, ma coltivare con entusiasmo i rapporti.
    Ho dovuto toccare il fondo della cantina per vedere la strada da prendere e come diceva Faber "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior" ...
    Dal letame della mia cantina sta germogliando qualcosa.
    OSS

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  3. Probabilmente son rimasta intrappolata in quel camino che a Montedinove è stato conteso.
    Sono ancora in uno stato rabbioso e vibrante.
    Non so se il "mio sentire" mi sta allontanando dal confliggere oppure avvicinando alla verità.
    I don't know...ma avrei voluto volentieri continuare la strada della conoscenza.
    OSS.

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  4. Ruggiti, l'odore attraente e nauseabondo, selvatico dell'animalità, tigri che si aiutano a scendere in cantina per pulire un pò dal guano, dai resti di animali morenti, ormai in putrefazione. Tigre contro Tigre, lo scontro la lotta, il diaframma rovente e furente di dolore, di piacere nel ruggire. Immagini iperventilate di draghi di komodo, demoni,dragoni, serpenti sinuosi oltre al felino predatore. Vibrazioni di rabbia, di guerra e sì, desiderio di uccidere per non essere predato (per questo?). Voglia di azzannare e cibarmi delle carni, misto tra cannibalissimo e forte passionalità, labile confine tra amore e morte, che forse il bacio non ricorda l'istinto primordiale del divorare?

    Vibrazioni daimon-iache?
    vibrazioni poi per dare un Via al caos, per ricreare dopo la devastazione..
    magia del diaframma..e io avevo proprio voglia di canti gregoriani in quel periodo..questi sono stati i miei.Io artista in concerto con i miei fratelli e le sorelle in Arte.

    La muscolatura dolente, la voce profonda come non mai, e certo ,dalle profondità ancora molto è il guano e la merda da levare ma quì, ora sale dalle segrete scrostate, l'eco caldo della mia vibrazione, la mia voce, il mio suono primordiale, quella tonalità forse non codificata dalle parole in suoni bassi ,possenti e profondi.

    Oss!!
    Giovanni

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  5. ...non è tanto l'splosione dell'emotivo a darmi noia, l' immersione nelle proprie tenebre, il tradimento del come sono abituato a pensarmi-raccontarmi per scoprirmi altro dall'immaginato. Tutto cio è una crisi ma ero li per quello, no la fatica è la non rimozione del dopo, il non far finta di nulla e tirare avanti seguendo soliti sentieri, lo stare negli strascichi di quanto esperito senza ritrarsi in un sentire piu abituale e confortevole, perdurare un altro po' nella favolosa tenebra informe

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