mercoledì 24 febbraio 2021

Il corpo e il contatto ai tempi del distanziamento

Tempi di virus dilagante e, secondo le
fonti “ufficiali”, altamente contagioso e ancora pericolosamente letale.

Tempi di governi che definire “democratici” pare un azzardo e connotare come “competenti” azzardo sicuramente lo è. (1)

Tempi di imposizioni a cui, giuste o sbagliate che siano, ovvero capaci di fronteggiare e, se non battere il Covid – 19, almeno ridurne il danno, per dovere costituzionale tutti dobbiamo (o dovremmo) sottostare.

 

Tra queste, spicca il “distanziamento sociale”, ma perché non chiamarlo “distanziamento fisico”? Quello sociale, quella rigidità che frena il passaggio meritocratico da una classe all’altra, da una bassa situazione socioeconomica ad una più alta, vige da anni ed anni, all’interno del nostro sistema capitalistico (2); Ora, invece, si tratta di stare lontani, ognuno al suo posto, fisicamente!!

 

Un distanziamento che logora e ferisce sempre più persone. Queste avvertono il bisogno di luoghi e momenti di confronto, di essere ascoltate e di parlare; anche semplicemente di guardarsi in volto, di potersi avvicinare, di potersi toccare. Si sentono sole. Le più fragili si sentono smarrite, perdute.

La tecnologia, i social, gli incontri on line, non sono la risposta capace di rispondere alla domanda di socialità e riconoscimento e confronto che le rende irrequiete, turbandole nel profondo.

Nulla può sostituire la vicinanza fisica (3), l’incontro. E i danni ora superficiali che questo “distanziamento” porta, saranno danni sostanziali, ferite profonde, che mostreranno la loro perniciosa incidenza negli anni prossimi.

 

Per questo, nei limiti imposti dai diktat governativi, magari tra le pieghe che questi, nella loro insipienza e imbecillità, consentono, è importante recuperare spazi e momenti di vicinanza, di pratica fisicoemotiva.

 

Già in tempi in cui il distanziamento non era imposto, in cui nemmeno si paventava una forma di non – socialità obbligata come quella oggi, praticare di corpo, praticare di corpo tutto (4) era un agire di benessere e bellessere, di ricerca interiore e vitalità indipendente, del tutto in contrapposizione all’ideologia dominante, al sistema socioeconomico e culturale dominante.

Infatti, il capitalismo celebra valori socialmente disgreganti quali individualismo (nella sua duplice veste di individuo valutato in base alla ricchezza accumulata e alla capacità di sfruttamento sulle persone), materialismo, consumismo, edonismo, alienazione, liberalismo (https://appelloalpopolo.it/?p=59285).

La pratica corporea, così come io la intendo e propongo, attraverso la pratica marziale, del confliggere, quanto del Movimento Intuitivo, del Body Counseling, è, per contro, pratica di autodeterminazione e, in egual misura, di relazione; è pratica di vitalità ed erotismo e, in egual misura, di accettazione dei limiti; è pratica di ascolto e condivisione.

Una pratica, dunque, portatrice di valori forti estranei ai comandamenti dello sfruttamento, dell’induzione di sempre nuovi bisogni. Un “Codice Guerriero” che comporta il rispetto dei valori di onestà, lealtà, giustizia, compassione, dovere, coraggio, sincerità, eroismo, onore, gentilezza e cortesia: Non proprio i fondamenti del capitalismo, tantomeno di quello finanziario, e della cultura oggi imperante!!

 

In questa pratica, il Sensei come il Body Counselor e l’Analista Fisicoemotivo, si pongono come obiettivo quello di attivare l'individuo perché riconosca dentro di sé i Poteri Potenti in grado di svelargli la strada da percorrere, come di affrontare gli ostacoli che su di essa incontra, facendo di questi e delle sue resistenze a guardarli negli occhi uno strumento di crescita interiore, di sviluppo verso l’adulto autodiretto, coraggioso, vitale.

Quell’adulto che, pur tra cadute e ripensamenti, ognuno di noi, che non sia già schiavo felice dell’ideologia dominante, anela ad essere.

 

1.      1. Giusto a mò di esempio, ecco

Alcuni politici presenti nell’attuale governo.

Gelmini, responsabile, come chi la precedette e l’ha seguita (tra gli altri, Moratti, Fedeli ed Azzolina) dello sfacelo della Pubblica Istruzione; capace di regalarci un esempio di crassa ignoranza con i neutrini che corrono sottoterra verso la Svizzera. Brunetta, che da ministro riuscì perfettamente ad incarnare il prototipo del bullo, tra promesse di riforma della Pubblica Amministrazione mai compiute o che ne distorcevano e peggioravano la già deludente efficienza e di un prossimo futuro in cui sarebbero spariti i libri di testo sostituiti da una potente informatizzazione (!!). Speranza, l’uomo della inedia e delle scelte improvvisate che non ha saputo impostare alcun piano anti virus, che è però riuscito a mettere l’amico e “monsignore” Vincenzo Paglia a presidente della “Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana”: “monsignor Paglia è un intollerante fautore dell’obbligo di vivere anche in condizioni di fine vita che risultino a chi vi è immerso, tra sofferenza fisiche e psicologiche inaudite, insopportabili” (http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-nomina-di-vincenzo-paglia-da-parte-del-ministro-speranza-e-un-obbrobrio/). Non male per uno che ha fondato e dirige un partito che si definisce di sinistra.

Alcuni dei tecnici presenti nell’attuale governo.

Bianchi, già braccio destro della ministra Azzolina, come a dire che dalla gonna siamo passati ai pantaloni ma il contenuto non cambia; già rettore universitario capace di competere con il mitico Razzi in quanto a litigi con la lingua italiana e già … assessore PD, giusto per capire cosa si intenda per “tecnico”!!

Colao, che come gran capo della “task force” di tecnici super esperti scelti nel governo Conte, per prima cosa pretese l’immunità penale e civile per sé e i suoi tecnocrati e il cui lavoro non ha partorito NULLA; l’uomo che giudicò un successo il trattamento che la UE fece subire alla Grecia.

Non dimentichiamoci del nuovo capo di gabinetto: Antonio Funiciello, autentico trasformista che ricordiamo Veltroniano quando c’era Veltroni, montiano quando c’era Monti, renziano quando c’era Renzi; autore del libro (autobiografico?) “Il politico come cinico. L’arte del governo tra menzogna e spudoratezza”; capace di contrastare politicamente (?!) Chiara Appendino sostenendo che era “bocconiana come Sara Tommasi”: Capito la battuta sessista? Un gentleman, un signore, insomma.

 

2.      2. https://www.startingfinance.com/news/italia-al-34-posto-per-la-mobilita-sociale/

 

3.      3. https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-filosofia-del-contatto

 

4.      4Chi mi conosce ha già avuto modo di condividere nel praticare, se non almeno leggere, cosa io intenda per “abitare corpo”, “esistenza incarnata”: tutt’altra pratica, tutt’altra visione rispetto alle pratiche marziali o ginniche o sportive oggi dominanti, ma anche una profondità ed un rigore che si ritrova solo in alcune pratiche e, dentro a queste, solo in alcuni conduttori di un esiguo numero di Arti e discipline corporee di aiuto e sostegno alla persona.

 

 






venerdì 12 febbraio 2021

Niente paura, nonostante tutto


 

Lo spazio che accoglie il respiro, espandendosi o via via riducendosi,

non si limita a farci respirare meglio o peggio.

Coincide, fino a fondersi, con stati d’animo e atteggiamenti posturali”.

(M Della Pergola)

 

La vita non è mai uno scherzo, va presa sul serio.

Sul serio quando, messo spalle al muro, le mani bloccate dietro la schiena, le parole ti escono vuote e non ti resta che scegliere se cedere fino a dissolverti o tentare la sorte, ribaltare un’impresa sapendo già che non vedrai la vittoria. Forse solo prolungherai il tempo dell’agonia.

E scorri, per come puoi, le mani dentro l’aria, quella stessa aria che ti riempie il ventre, il torace. La senti persino sotto le ascelle.

E inanelli movimenti e giravolte, lenta danza Tai Chi Chuan che si fa impetuosa per un attimo, un attimo solo, prima di tornare alla riva accarezzata da timide onde.

 

Praticare Tai Chi Chuan, Ci Kung, Kenpo Taiki Ken, Kenshindo è Movimento Intuitivo.

E’ Spirito Ribelle.

E’ lo strumento adatto a trasformare il nostro linguaggio abituale, quello di parole e di gesti abitudinari; è il modo che ci permette di fare esperienza diretta, incarnata, corporea, dentro la vita.

E’ una esperienza piena, che ci riempie di dolorosa tenerezza e struggente bellezza. Sentimenti semplici, che continueremo a portarci sempre appresso, nella intimità della nostra anima come nelle espressioni delle nostre relazioni.

Sentimenti che di faranno apparire estranei, fuori moda. Del tutto incongruenti al disastro emotivo e sentimentale che gira tutt’intorno, alle incontinenze che si ergono a pretese; al consumare che è portare al nulla le cose nel tempo più rapido possibile quando, addirittura, non è “consumo senza uso”; all’assenza di ogni risonanza emotiva dei propri comportamenti e mentire è cosa ovvia e naturale in quanto utile a nascondere lo scopo; a fare spallucce per ogni sgarbo e azione vigliacca che tanto non ci si sente mai in colpa e nulla si ha da scusarsi.

 

Eppure in questo, tra dolorosa tenerezza e struggente bellezza, si muove il guerriero. Flessibile anche quando spiaccicato contro il muro, forte e potente anche quando, le mani legate e il cuore avvilito, il corpo danza il potere potente del minuscolo, del piccolo, e chissà che non sappia poi farsi onda gigantesca, bufera inarrestabile. O invincibile sconfitta.

 

 

Soli, o a coppie

Quelli che davvero ti amano

Camminano su e giù fuori dal il muro

Qualcuno mano nella mano

Qualcuno si riunisce in band

I cuori sanguinanti e gli artisti

Resistono

E quando hanno dato tutto ciò che potevano

Alcuni barcollano e cadono

Dopo tutto non è facile

Sbattere il tuo cuore contro uno stupido fottuto

Muro.

(Pink Floyd)

 

 

Il guerriero danza la sua poesia di gesti e movenze in un mondo in cui i bisogni vengono surrettiziamente indotti, i capricci stessi elevati a bisogni. Come un folle disperato lascia dietro di sé le tracce di un cielo vasto di sogni e speranze. Di lotta che si fa quotidiana perché una crepa sbrecci in parte il muro. 

Di Poteri Potenti che sciolgano le mani in un abbraccio.

 

Dicono dei giovani che a loro spetti la magia del mondo, tocchi loro in sorte l’avventura di ogni viaggio.

Io so che pure da anziani, da vecchi, nonostante le ferite e gli acciacchi, i tradimenti e le coltellate al ventre e al cuore, dentro di noi possiamo ritrovare e far crescere i misteri del mondo e le passioni del viaggio.

Vitalità ed erotismo autentico e selvaggio. Umano, molto umano, nonostante tutto.