mercoledì 26 settembre 2012

Lo Z.N.K.R. alla festa di via Negroli


Domenica 23 Settembre
Se vuoi vedere, impara ad agire” (H. von Foerster)


Pubblicità in televisione: uomo felice e sorridente al volante dell’automobile sfavillante appena acquistata ad un prezzo più che vantaggioso, con comode rate di 99,99 euro al mese. Eh già, mica ti fanno vedere come sarà l’auto quando il tipo avrà finito di pagarla, tra sette o otto anni: Un veicolo malandato, frusto, e già pronto per essere sostituito !! Insomma, l’auto nuova non si festeggia quando il debito è estinto ma quando viene contratto.
i "montatori"
Qui ed ora”, all’insegna di questo motto siamo alla festa di via Negroli. Finalmente una sistemazione, una “tana”, accogliente, grazie all’ingegno ed all’impegno di Angelica. Un bel gruppo affiatato che si da da fare, volantina, incontra passanti e si apre al dialogo.
Se verranno, da questa iniziativa, dei nuovi praticanti, ben vengano: energie nuove per la Scuola. Ma l’obiettivo è ben altro. E’ costruire un gruppo ed un buon clima di gruppo.
La parola gruppo deriva dall’italiano medioevale groppo = nodo che, a sua volta, viene dal germanico truppa = massa rotonda; ambedue i termini hanno, come identica origine, l’idea di un tondo.
L’etimologia ci offre, dunque, due direzioni di significato: il nodo e il tondo. Il senso di nodo rimanda alla coesione tra i componenti  il  gruppo. “Tondo”, designa una riunione di persone o, per restare nella stessa immagine, un circolo di persone.
Facciamo esperienza di gruppo qui, perché poi ognuno la trasferisca nel suo gruppo famiglia, lavoro, amici. Impariamo qui a fare gruppo.

Contrariamente a precedenti esperienze, questa volta le persone si fermano spesso. Chiedono, chiacchierano, si prendono del tempo per sé. Ognuno di noi si offre al confronto per come è: chi subito aperto e disponibile, chi “sta sulle sue”, chi d’impeto e chi di prudenza. Ognuno può studiarsi, se lo vuole, per come si relaziona agli altri.
Non mancano gli episodi curiosi.
1981 Karate all'Umanitaria
Angelica mette un volantino in mano ad una coppia, lui dai capelli bianchi, il corpo appesantito, lei giovanile e lo sguardo vivace. Lui legge le prime righe e “Ma quanti anni ha adesso Tiziano Santambrogio” “ Lo conoscete ?”. Angelica annuisce e mi indica, seduto dietro il banchetto. Il tipo si fa avanti … un momento di incertezza e ci abbracciamo, ci infiliamo in un turbine di ricordi: è uno degli allievi del primo gruppo Karate, all’Umanitaria, ormai  più di trent’anni fa. Trent’anni che non ci incontravamo.
Quando si allontana, mi coglie un pensiero “Quanti anni ha adesso Tiziano Santambrogio ?” Miii…. Sono le espressioni che anche io uso parlando di grandi e piccoli “vecchi”: “Ma quanti anni avrà ora Chuck Norris ? e Mario Capanna ? e la signora Teresa ? e Bob Dylan ? e il proprietario della pasticceria Corcelli ? e……

giochiamo un pò
Avvio la ”lezione aperta”. Donatella mi suggerisce di fare cose vivaci. Io ci avevo già pensato: ho con me i guanti da passata ed i tambo.
Ci muoviamo rapidi, efficaci. Offro movimenti scenografici, che colpiscano la fantasia dei presenti, ma chi pratica coglie subito ( o quasi !) gli aspetti che più interessano noi dello Z.N.K.R: equilibrio ed elasticità; coordinazione motoria ed atteggiamento predatorio. Un  dissolversi di chiaroscuri, di apparenze e di significati sottesi.
L’invito semplice, in termini di corpo a rispondere alla tre domande chiave:
Quale parte del corpo si muove ?
eccomi !!
Dove origina il movimento  ?
Come questo si espande attraverso il corpo tutto ?

L’anziana signora sbuffa e si impegna; la giovane boxeur si cimenta con spostamenti a lei sconosciuti; la presenza di Lupo spinge alcuni altri bimbetti ad avvicinarsi.

Un breve scroscio di pioggia non ci impedisce di portare a termine la lezione.
Poi, gli ultimi incontri con un pubblico davvero curioso, lo smontare il tutto, il pranzo da Giovanni.
Anche questa è fatta. Ora ci attendono via Mincio e corso Lodi.

Fra tutte le forme di sensazione, quella preferita dalla maggior parte degli essere umani è il contatto con un’altra pelle umana” (E. Berne)



gli "artisti di strada"



martedì 11 settembre 2012

Trenitalia: potere e disprezzo





Che i treni partano in ritardo, che accumulino ritardo, che si guastino lungo il percorso, che vengano annullati poco prima della partenza.
Che i servizi igienici siano inservibili, o sporchi, o privi di chiusura della porta o del sapone.
Che le carrozze siano sporche, prive di aria condizionata o, in piena estate, con il riscaldamento a tutta forza.
Che i treni a percorrenza regionale siano stati costruiti pensando ad un popolo di “puffi”, con spazi più che ridotti per i passeggeri e per i bagagli ( praticamente impossibile caricare un borsone “sportivo”, non parliamo poi di una valigia ).
Ecco, tutto quanto sopra, non mi turba più di tanto.
Può succedere.
In una struttura complessa che si occupa di migliaia di viaggi e persone, è sicuramente fisiologica una percentuale di disagio, di inefficienza.
Quel che, per me, “non ci sta” è il ripetersi continuo, incessante, di questi inconvenienti (treni in ritardo, sporchi, ecc.) come delle scelte a danno dei clienti ( i “regionali” vere e proprie scatoline dell’orrore ).
“Non ci sta” l’assoluta insensibilità dei dirigenti e, via via, a scalare, dei vari quadri, nel porre rimedio a tali inefficienze, a non ripetere scelte che danneggino i passeggeri.
Infatti i dirigenti, ora di Trenitalia e prima delle Ferrovie dello Stato, stanno, immutati da decenni, al loro posto; il “grande capo” pure, salvo trasferirsi, lautamente pagato, presso qualche altro ente pubblico o, raggiunta l’età, entrare in una pensione “d’oro”.
Ecco quel che mi infastidisce
-          il ripetersi inarrestabile di errori, incongruenze, danni verso i passeggeri.
-          Che nessuno paghi, tra dirigenti e “grande capo” per questa situazione disfatta che pure è nelle loro mani, dipende da loro.

Che possiamo fare noi, utenti / vittime del loro mal dirigere ?
Smettere di usare i treni. Ma questo significherebbe smettere di viaggiare o riversarsi sul mezzo proprio. Oddio, quest’ultima ipotesi, con i costi raggiunti dai biglietti unitamente al taglio di percorsi e fermate operato da Trenitalia, mi tenta assai. Ma perché devo rinunciare io ad un mio diritto, che per altro pago regolarmente ?
Buttare giù dal treno in corsa qualcuno del personale. Ma ce la prenderemmo proprio con l’ultimo della gerarchia, il meno colpevole. Come chi inveisce con il personale degli sportelli, alle poste o in Comune, lasciando “in panciolle” chi non assume personale, che lo mal distribuisce, chi lo mal forma, chi non lo licenzia quando questi è un incapace o un fannullone. Insomma, sarebbe un bello sfogo pulsionale e nulla più. Nemmeno il mitico “colpirne uno per educarne cento” !!
Organizzare una spedizione punitiva ( ah, ricordi giovanili !! ) per pestare a sangue o gambizzare il “grande capo” o, almeno, uno dei suoi sottoposto. Ma, tanto, o tornerebbe al suo posto o al suo posto ci verrebbe un altro esattamente come lui ( guarda un po’ come nulla è cambiato, di nefandezze e disservizi, in decenni e decenni di ferrovie ). Senza dimenticare la campagna stampa, benpensante ed intellettualoide, che orchestrerebbero giornalisti, esangui intellettuali, politici “di lungo” o “breve” corso contro lo scatenarsi delle peggiori pulsioni, delle follie metropolitane. Quegli stessi giornalisti, intellettuali, politici, che certo non si fanno sette ore di fila su un regionale sovraffollato, afoso da far schifo, minuscolo e a misura di “puffo”. Certo non viaggiano, in piena estate, su un intercity ( ed ero pure in prima classe !!), privo di aria condizionata e con i servizi igienici fuori uso nella carrozza ed in quella accanto.
Insomma, niente da fare, ci tocca subire.
E mentre lo scrivo, mi accorgo  che nulla è cambiato, in secoli e secoli di storia dell’uomo: Bocca grande mangia bocca piccola.
A nulla serve, al leopardo, aver catturato la preda. Se arrivasse il leone, sarebbe questi a sfamarsi, mentre il leopardo starebbe a guardare.
Sono solo cambiati gli “attributi” per dominare: una volta erano la forza fisica e, poi, l’uso di armi sempre più evolute; ora si tratta di “far carriera”, di inserirsi ai posti di comando.
Semplice. Forse un po’ raccapricciante, soprattutto per chi abbia ancora in esaltazione la democrazia, ma semplice.
Far carriera, entrare nei posti di comando, laddove il merito, la capacità di fare, non è poi così importante. Anzi.
E questo è sotto gli occhi di tutti, non solo nella stramostrata politica (Minetti e il “trota”, con la miseria della stirpe Bossi, sono solo alcuni degli esempi più recenti);
ma anche nell’industria e nella finanza. Leggetevi l’elenco numeroso di rampanti e boriosi imprenditori e finanzieri che, nel menar vanto della loro impresa, omettono di specificare che l’hanno ereditata da papà (grande uomo d’affari questo Lapo Elkan, che genio questo Gabriele Albertini, leggetevi la ricerca in merito del sociologo Antonio Schizzerotto) o grazie a leggi fatte ad hoc da politici amici ( leggetevi le carte riguardanti il rapporto Craxi – Berlusconi ) o grazie a traffici palesemente illeciti per i quali, ogni tanto, ne “pizzicano” qualcuno di assolutamente insospettabile ( Tanzi, Caldarelli, la Jesse di Francenigo e la Zaccariotto Cucine di Gaiarine).
nell’ università, tra “baroni” e figli e nipoti degli stessi, a cui non è sfuggita nemmeno “nostra signora della lacrima”, il ministro Fornero.
nello sport, da Moggi senior a Moggi junior, da Prandelli senior a Prandelli junior, da Juventopoli ai drogati campioni del ciclismo, dalla danzopoli d’Agosto  allo Schwarz di Luglio )


Bocca grande mangia bocca piccola”. Almeno fino a che i leopardi non decideranno di mettersi insieme e farvi un kulo così.