mercoledì 27 marzo 2019

Tai Chi Chuan in quel di Zibido al Lambro



Domenica 24 Marzo

Sul prossimo numero di Shiro, Febbraio – Marzo, altre foto ed un mio breve commento














lunedì 18 marzo 2019

Prese per il culo, mercanti del tempio e polli da spennare




Figura 1
Ma se Tizio ti si presentsse, in palestra o in Dojo non importa, con entrambi i piedi in eversione o con una enorme iperlordosi lombare o con le scapole non allineate, con che coraggio lo accetti al corso di Judo o Krav Maga, a Zumba o a Fitcross? Lo alleni ad arrampicare o a sciare o a giocare a calcio ? O forse tu stesso sei un insegnante, un Maestro, un allenatore, che di struttura e portamento, di funzione e forma, di fisiologia, non sai nulla!!
Non sarà certo tirare pugni o saltare la corda, eseguire crunch o la presa di spigolo sugli sci, tirare un calcio di punizione o sollevare un bilanciere, che porteranno Tizio ad una integrazione posturale soddisfacente, caso mai indurranno un peggioramento, un ulteriore disordine in un corpo già martoriato.
E le stesse prestazioni sportive, generalmente, saranno sempre limitate da una base deficitaria.
Se proprio non vuoi perdere il cliente, il “pollo da spennare”, almeno conducilo lungo un tragitto di esercizi che, mascherati da fondamentali di Kudo o fondamentali del calcio, da esercizi di Karate o di presciistica, in realtà lavorino sul corpo e sull’allineamento corporeo.
Ma questo, a ben vedere come stanno in piedi, come camminano, come agiscono nello spazio i vari palestrati o judoka o calciatori o joggers, temo non accada mai.

Sarà anche per questa farsa che arricchisce i soliti e ignoranti “mercanti del tempio” danneggiando le loro inconsapevoli vittime, che ho preso a cuore la pratica di Chi Kung  / Kiko e Tai Chi Chuan.
Oddio, anche qui, ignoranza e voluta perfidia non mancano, anzi: regnano sovrani.
Basta guardare la traballante struttura e il disarmonico portamento dei Maestri vari e dei loro allievi. E anche quando il Maestro, di suo, la natura ha dotato di un buon allineamento, questi non si cura minimante (e probabilmente nemmeno li conosce) degli squilibri e delle deficienze degli allievi.
Invece,
una reale buona pratica Chi Kung  / Kiko e Tai Chi Chuan
già di per sé si occupa del corretto allineamento e funzionamento corporeo, ha nel suo stesso bagaglio di sapere quegli esercizi volti a far sì che forma e funzione interagiscano al meglio:
mentre pratichi ti modifichi corpo, ti migliori e migliori la tua pratica Tai Chi Chuan.

Ovviamente, essendo ognuno di noi un essere fisicoemotivo,  mi pare lampante ( ancorché scansato, più che negato, dai più) che la personalità fisica non sia estranea dalla psicologia dell’individuo, quanto “parte di un’entità psicofisica  interna covariante” (I. Rolf). Come scrivo da decenni, modificandosi corpo, ci si modifica individuo pensante !!
Anche la medicina allopatica ha scoperto quel che già sapevano i taoisti: dal punto di vista fisiologico, nervi e ghiandole del corpo fisico sono il fondamento degli stati emotivi, ovvero le emos-azioni sono indissolubilmente legate a come noi siamo corpo: “Nella forma visibile del corpo si traduce sia il modo di essere che il modo di agire, poiché l’unità psicofisica collega le tre componenti: vita psichica, vita vegetativa inconscia e vita tonico – motoria, sia cosciente che riflessa.” (S. Guerra Lisi e G. Stefani)

Inoltre, rispetto alle pratiche ginniche e sportive, accanto ad una ben più rilevante attenzione dedicata agli aspetti anatomici e biomeccanici della pratica, nel Chi Kung / Kiko e nel Tai Chi Chuan  i sistemi coinvolti non sono esattamente gli stessi che vengono coinvolti nell’esercizio fisico e sportivo come generalmente inteso.
Per esempio, le nozioni di sovraccarico funzionale (l’affaticamento da ripetizione frequente e perdurante di gesti tecnici specifici di un’attività) e di soglia aerobica (quel punto di demarcazione fra esercizio moderato ed intenso oltre il quale la produzione di anidride carbonica, la ventilazione –gli atti respiratori al minuto- ed il livello di acido lattico prodotto crescono rapidamente) non entrano nel linguaggio, nella pratica Tai Chi Chuan: Questa, infatti, tende a rallentare il metabolismo energetico piuttosto che sollecitarlo !!

Nonostante questo apparente paradosso, ormai numerose ricerche mediche di tutto il mondo hanno dimostrato che la pratica Tai Chi Chuan
Influisce notevolmente sull’allineamento posturale
e sulle prestazioni fisiche del praticante
oltreché intervenire positivamente in diverse situazioni di non salute fino addirittura alle patologie, per esempio:
- Miglioramento della stabilità posturale, delle percezioni sensoriali-propriocettive, dell’andatura, aumento della sicurezza e la conseguente uscita dalla “sindrome post caduta” o paura della caduta. (Ospedale Sacco di Milano, studio condotto sotto la supervisione di Silvano Busin, direttore dell’Unità Operativa di Riabilitazione Specialistica assieme all’équipe dei medici e fisioterapisti)
- Riduzione di depressione e diabete mellito. (University of Queensland di Brisbane St Lucia, in Australia)
- Aumento della densità ossea (Indagine, pubblicata sull’American Journal of Health Promotion, che ha raccolto tutti gli studi condotti dal 1993 al 2007)

Da cosa dipendono queste differenze?”, si chiede Francesco Vignotto, insegante di Yoga. Ed aggiunge “È possibile, nel caso degli asana, parlare di energia esclusivamente come biochimica (ATP) o dovremmo ricorrere al concetto di energia come… prana? Ammettendo quest’ultima ipotesi, come evitare la vaghezza olistica e l’autosuggestione da un lato, e le alzate di spalle degli scettici dall’altro?
Perché praticando Chi Kung / Kiko e Tai Chi Chuan  si impara a servirsi sempre meno della forza fisica superficiale e sempre più di qualcos’altro?
Non è che questo “qualcos’altro” sia la fonte stessa che, attraverso diversi passaggi, influenzerà poi la forza fisica superficiale dandole il posto che le spetta?

Da anni scrivo e pratico
di muscolatura profonda, di lavoro articolare, di tessuto connettivo,
di disposizione interiore diretta ai fattori del movimento quali peso, spazio, tempo e flusso.

Figura 2
Rudolf Laban (danzatore, coreografo e uno dei più innovativi studiosi del movimento) scriveva che una spiegazione puramente meccanica del movimento non era sufficiente e aggiungeva che ogni individuo potrebbe scegliere il proprio atteggiamento verso i fattori di movimento ma, sovente,  non è in grado di farlo consciamente, volontariamente.
Praticare Chi Kung / Kiko e Tai Chi Chuan, praticarli bene, lavorando sul bilanciamento del corpo che inizia dai piedi, lungo un allineamento posturale che implichi che i tre pesi principali (cranio, torace e bacino) si organizzino lungo una linea retta verticale; liberare i riflessi, ovvero i semplici schemi di movimento collegati alla forza di gravità, all’equilibrio e all’aggressione dello spazio; assecondare le forze accidentali di peso, spazio e tempo, ovvero il flusso del movimento avendone una precisa sensibilità corporea; ecco le basi di Chi Kung / Kiko e Tai Chi Chuan, ecco le basi per una
salute, efficacia ed efficienza davvero complete.

Questo, mentre i “mercanti del tempio” vendono pratiche ginniche, sportive o marziali ai “polli da spennare” infischiandosene bellamente di chi hanno davanti, individuo fisicoemotivo, delle sue ansie e delle sue paure, della sua strafottenza e della sua superbia, del suo stare in piedi pencolante, del suo respirare asfittico, della sua rigidità intercostale, dei suoi ileopsoas sacrificati per potenziare e sfoggiare muscoli addominali ipertrofici, delle sue curvature spinali disarmoniche.


Figura 1 - Gambe da ciclista: Nel tentativo di rafforzare le cosce, l’atleta ha ipersviluppato gli abduttori, in particolare il tensore della fascia lata, accorciandolo. Il tratto, che attraversa l’articolazione del ginocchio e dell’anca, riducendosi costringe le superfici ossee dell’articolazione ad avvicinarsi, schiacciando gli elementi cartilaginei ( menischi mediale e laterale).  Un eventuale ulteriore accorciamento comporta anche uno spostamento rotatorio con probabile tensione agli adduttori e ai rotatori, compromettendo  l’equilibrio pelvico. “Se il movimento della rotula è alterato viene generata una zona di compressione maggiore, lo squilibrio biomeccanico con il tempo causa infiammazione, dolore, usura della cartilagine” (in Bikeitalia.it)

Figura 2 - Schiena da ginnasta: La profonda incassatura dimostra l’incapacità dei flessori ventrali e degli estensori dorsali di lavorare in sinergia, non tenendo separati i tessuti lassi esterni: dolori vertebrali e lombalgie acute in arrivo!! “Le praticanti di questa disciplina presentano una maggiore incidenza di disturbi muscolo-scheletrici a carico del rachide rispetto alla restante popolazione di uguale sesso ed età” (Andrea Fusco e Giulia Angelino in “Sport & Medicina” a.2015). “Dall’osservazione posturale risulta evidente un’iperlordosi lombare ed una meccanica respiratoria alterata, tanto che quando Vanessa (ex praticante di ginnastica artistica) inspira, la curva lombare si accentua” (Dolore Lombare: LA GINNASTICA ARTISTICA E…”IL SEDERE IN FUORI” in Posturalmed)

Figura 3
Figure 3 / 3 A -L’appoggio del piede: Il bilanciamento del corpo si avvia dai piedi quindi, soprattutto in individui con un allineamento deficitario, è dai piedi che va iniziato il trattamento: il peso distribuito principalmente tra arco traverso e arco mediale, in quanto l’arco laterale non è deputo a sopportare il peso ma  a sollevare e bilanciare. Ditelo all’ignaro jogger qui impegnato ai  giardini Candia. Ah, ma lui ha scarpe apposite la cui suola sostiene l’arco laterale. Come a dire che, avendo la ruota delle bici con un foro, uno né la rattoppa né la cambia ma, ogni volta che si sgonfia, scende di sella,  la rigonfia e riparte in attesa della prossima inevitabile sosta e di quelle successive; come a dire che, avendo un buco nella fodera delle tasche della giacca, uno mica la rattoppa o cambia la fodera, piuttosto ci infila la mano a sostenere gli oggetti infilati perché non fuoriescano. Peccato che bici e giacca uno li possa smettere e riprendere quando vuole, il corpo, i piedi, no!!!!!!!!!!!


Figura 3 A






venerdì 8 marzo 2019

Il mio Tai Chi Chuan oggi




Guerrieri che si scontrano, figure antiche, arcaiche.
Un brivido fatto di muscoli e sudore e respiro intenso.
È una ruota che gira, continua a girare.
Riaffiora il mio dolore e quella rabbia che, dall’adolescenza, non mi ha più lasciato.
Inutile parlarne, lo so di non essere innocente.

E, appunto, la ruota gira e continua a girare.
Lasciandomi andare, i piedi nei morbidi tappeti, le figure di divinità asiatiche a campeggiare ovunque, un senso di profonda accettazione del mondo e delle cose.
Come se davvero fossi un praticante di pace e davvero potessi affrontare quello che vedo e provo raccogliendo manciate di serenità.

E’ questo il mio praticare Tai Chi Chuan ora.

Una ruota che gira, tra il locale minuto che è “Eventi Segreti” e l’aria aperta dei giardini delle Besana, e la misteriosa sala buddista che il Tibet ha portato fin qui.
Tra Ting Jin, l’abilità di percepire l’altro al contatto, e lo schiudersi del “Sorriso Interiore”, tra la costruzione di una postura e di un portamento equilibrati e funzionali e l’immersione nell’alchimia taoista.
Un po’ come se le sabbie del tempo si fossero smosse in un’unica direzione, tanto aperta sull’orizzonte quanto in grado di condurmi saldamente per mano.

Ora, ancor più di prima, lontano, persino avverso, alla dromocrazia, quel potere folle ed insensato della rapidità, che ovunque sta uccidendo ogni attimo goduto, ogni pausa, ogni vuoto fertile, che ci priva del godere dello straordinario nell’ordinario.

Faccio danzare l’anatomia, la fisiologia di me corpo, me fisicoemotivo; “leib”, quella precisa parola tedesca che indica il corpo vivente di contro al corpo meccanico, estraneo, al “corp”.

A volte la ruota mi porta a sentire “Qua”, il bacino, e a lavorare sul corpo e sui fattori di movimento quali peso, spazio e tempo. Altre, mi fa attingere  alle forze vitali interiori e alla loro capacità curativa.
Una ruota che, immobile, gira tra pratiche corporee definibili e definite aperte, forse, un domani, al possibile uso del Chi, e pratiche che nel Chi e nella cosmogonia taoista subito si tuffano a piene mani.

Ogni momento di pratica, tra il locale minuto che è “Eventi Segreti” e l’aria aperta dei giardini delle Besana, e la misteriosa sala buddista che il Tibet ha portato fin qui, che sia la sera o il mattino, sta a celebrare il mio modesto essere nella vita, sta a celebrare il mio potente essere nella vita.
Che sia l’uno o che sia l’altro, entrambi così profondi e puliti, danzo la mia personale vitalità della vita, danzo quello che è Il mio Tai Chi Chuan oggi