venerdì 17 settembre 2021

Il guerriero che sorride

Le menzogne marciscono molto dopo essere nate e a quel punto… avvelenano.

E’ un fantasma malevolo, che sa di tradimento, ma oggi non ho spazio per quel veleno, per quelle orme sporche che sporcano.

Oggi è il giorno in cui appare, di nuovo, di nuovo sale sul palco lo Spirito Ribelle.

Ai giardini Indro Montanelli, quelli più noti come “giardini Venezia”, apriamo la stagione 2021 – 2022. Stagione di forza, passione, ricerca; stagione di salute ed efficacia totale.

Come a dire “Vai nel mondo e disegna la tua storia perché sei tu, siamo noi, il nostro futuro”.

Attorno, giovanotti a torso nudo sfoggiano muscoli e pratiche ginniche rozze e goffe. Sudano e si mostrano.

Ogni pratica, ogni modo di praticare è uno stato emotivo, uno stato mentale: quello tronfio, quello appariscente è tutto angoli e spigoli, irritabilità e presunzione, forse solitudine dentro, quella dolorosa che a volte, o spesso, è quella ignorante: un restringimento ed una stagnazione della visione del mondo; quello flessibile e sotterraneo porta sensazioni di rotondità, porta dubbi e curiosità, porta ad affacciarsi sempre sulle diverse porte del mondo.

Sono micro movimenti che srotolano in onde e spirali; sono respiri di serpente e fiumi di liquido alcoolico; sono echi di primitivo, di selvaggio.

Lo sterno che si muove, il bacino che ospita, i femori che affondano, il torso che soffia, Roku Undo, Push Hands, Shili, Forma di Sintesi come fa un Ribelle…

Se esistesse una ed una sola verità, ma anche quando ne esistano mille e diecimila di verità, forse il nemico più ostico non sarebbero le menzogne ma le convinzioni. Quelle radicate nel fango delle certificazioni, della pretesa di autenticità perché “certificata”; quelle intrappolate nei sassi del compiacersi di quel che si sa, del farsi bastare quel che si sa; quelle immiserite dal mischiarsi e sovrapporsi di tecniche e gesti senza alcun principio comune, condiviso.

Elogio del dubbio, del cercare, dell’errare: “Certo dubitare è faticoso, implica conoscere l’unica verità possibile, ossia che questa è soggettiva, momentanea, legata ai soli sensi che nel corso dell’evoluzione umana siamo riusciti a sviluppare, quindi implica sapere che la verità è solo una verità, una verità tra le tante e una verità tra le tante non può essere “la” Verità. D’altronde nella propria crescita personale nulla è mai stato gratuito, se non la staticità e l’ignorare che la ostacolano” (M. De Maglie).

Elogio dello Spirito Ribelle; del corpo che si è di contro a chi crede che il corpo, un corpo, si ha.

E’ il primo Martedì di pratica della nuova stagione. Ne seguiranno altri due, in questo Settembre, poi arriverà l’autunno di Ottobre e lasceremo questi giardini per altri.

Vieni anche tu?

 

 





 

 

 

giovedì 9 settembre 2021

Spara o muori

Esplosioni, sorde, rapide, una dopo l’altra.  L’odore della polvere da sparo è acre.

Io quando mi impunto, mi impegno, faccio bene e le cose funzionano, e qualcuno lo percepisce. Ma qui affondo in una difficoltà enorme, dilagante.

Le mani avvolgono il calcio della 9 mm. La rosa di fuoco ogni volta nasce come un fiore sbocciato rapidamente, forse troppo rapidamente.

Cosa farei ora, se non avessi davanti a me la corta canna nera?

Cosa mi attrae, sparando sul bersaglio nemmeno troppo lontano, mentre qualcosa mi respinge?

Mi si strizza il ventre, davvero, non riesco a rilassarmi.

Cosa succede in questa mia mente?

Dove sto viaggiando dentro a questo mistero di piombo e acciaio?

Non so se definirmi confuso, non so cosa mi stia attraversando e nemmeno se, poi, starò bene.

Accanto a me, altri tiratori ridono, scherzano, si sfidano a chi spara più rapido.

Non so se mai riuscirò, come loro, a divertirmi.

Però ho capito dove sta il mio malessere, dove mi divora il disagio amaro. E’ che sparo come taglio di katana, come taglio nel Tameshigiri.

Lì la lama sottile, affilata, affonda nelle stuoie, nel bambù, simulando di tagliare una vita, di togliere dal mondo una vita.

Qui, ogni sparo, ogni proiettile che esce, simula un corpo ucciso, una vita tolta.

Il cuore corre veloce. Schizzi di buio si sovrappongono a promesse di morte imminente, di morte ora decisa.

Come posso essere coraggioso?

Mi scopro a sorridere, naso e bocca tesi al bersaglio, poi le orecchie, molto prima degli occhi, del guardare dritto davanti a me il bersaglio segnato.

Posso amare avendo paura di cadere?

Non lo so. Intanto sparo, uno dopo l’altro, pausa dopo pausa, i miei cento proiettili.

Poi, pistola e cuffie riposte, esco dal poligono, la maglietta che odora di polvere.

Il sole, i giardini, le panche su cui sedermi.

Arduo, a volte cattivo, il cammino del Guerriero, il cammino del Ribelle.

Ma tremendamente affascinante e tremendamente vero.

 

“Ogni volta che accade qualcosa di reale, ciò mi commuove profondamente"

(F. Perls)