giovedì 29 novembre 2012

Poco, semplice, fluido


Ogni giorno qualcosa di meno, non qualcosa di più: sbarazzati di ciò che non è essenziale”.
(Bruce Lee)

La leggerezza, la fluidità, lo scorrere delle azioni, dei gesti pur sempre efficaci
Quando il Judo era davvero l’arte in cui il “debole” teneva testa e sconfiggeva il “grosso”. Quando i combattimenti avvenivano senza categorie di peso. E gli stessi praticanti più temuti sul tatami avevano un background di risse da strada e di sfide senza regole tra adepti di diverse Scuole.
senza olio né luci apposite ...
Prima che il Judo venisse sportivizzato ( Ma Jigoro Kano, il suo fondatore, aveva qualche presentimento di quel che sarebbe accaduto introducendo il Judo nel mondo sportivo ?), spogliato di alcune tecniche ritenute pericolose ( sigh!) ed i praticanti divisi per categorie di peso ed indirizzati ad un allenamento basato più sulla prestanza fisica, sulla forza, che sull’intelligenza motoria.
Quando il Judo era non solo gare e medaglie ed urla sguaiate per un ippon o dimostrazioni povere
laddove un bambino, pur nella inverosimiglianza del fatto, mostrava quella meccanica del corpo rigorosa e precisa che permette di atterrare un peso preponderante, ed un judoka adulto si lasciava condurre scegliendo con precisione il tempo in cui lo squilibrio sarebbe stato effettivo.
utile il suv in città ...
Quando i corpi degli umani, per competere nel Judo o per competere in sport di recente creazione, non venivano, come succede ora, deformati, ingrossati, ispessiti, il tutto a danno della loro salute e dell’intelligenza motoria.
Ma, nelle Arti Marziali come nella società, a prendere il sopravvento è il grosso, il pacchiano, il vistoso, quello che mostra di più, quello che urla di più.
A me, a quelli come me che amano la frugalità, il semplice, l’essenziale, non resta che arretrare, costruire in piccolo relazioni ed occasioni perché una sparuta minoranza di individui cerchi dentro di sé, cerchi nella Tradizione aprendola, là dove sia possibile, alle incursioni del moderno, del contemporaneo, cerchi di sé e dello stare al mondo in modo sensibile ed autodiretto.
Cerchi impugnando un anacronistico katana o facendo del bacino e dell’anca e della muscolatura profonda il luogo dell’azione esplosiva e della forza, invece di affidarsi  a bicipiti esagerati e trapezi voluminosi.
Cerchi, dunque, in modo diverso, altro, dall’omofonia imperante. Un omofonia che, per me, sa tanto di bimbo mai cresciuto con ciò teso a ripristinare la simbiosi, intra ed extrauterina, dei primi tempi di vita. Un’incapacità ad affermare e sostenere la differenza, la crisi come occasione di crescita. Eccoli allora, questi bambini solo anagraficamente cresciuti tutti uguali, nei jeans e nel fisico “pompato”, negli stessi luoghi di ritrovo e nelle abitazioni comperate con il sostanzioso aiuto di mamma, nei divertimenti tutti uguali e nello stordimento di massa, uguali anche nelle fughe verso una diversità che è solo di facciata.
power lifter donna
Afflitti dal complesso di Narciso più che dal complesso di Edipo ?

A loro, nelle Arti Marziali sportivizzate, brulicanti di energumeni ed energumene (!!) tozzi e ipertrofici, o nelle recenti invenzioni che, facendo leva sulla fanciullesca paura dell’ “uomo nero”, fanno business mostrando esempi di inkazzuti muscolati e tatuati che ti insegneranno a difenderti dai mille e mille aggressori che ti attendono appena fuori la pancia della mamma, pardòn, appena fuori casa, il loro mondo di vanità esposte, roboanti affermazioni di superomismo, il tanto, il grosso.
“L’ansioso prima edifica i suoi timori, poi vi ci si installa sopra” (E.M. Cioran)

A me, normodato e con panzetta da bevitore di birra, alle Arti Marziali come terapia del saper stare nel confliggere relazionale quotidiano a partire dallo scontro fisicoemotivo,  il piccolo, il poco, il semplice.
http://www.youtube.com/watch?v=ZGhCKvC0CwM
a ciascuno i suoi gusti


A ciascuno il suo, senza alcun intento polemico ma con i miei personali distinguo

“L’allenamento non opera su un oggetto, ma sullo spirito e sulle emozioni di un essere umano. Per agire su sfere così delicate occorrono intelligenza e discernimento.”
(Bruce Lee)