domenica 21 aprile 2019

E’ il giorno di Pasqua




Non sempre mi conosco, quasi un artista nelle mie danze di melanconia che mi entra dentro e un poco mi incanta.
Come a danzare, schivate e calci e pugni e leve articolari, il mio viso stesso dentro il vento, scrutandone il domani, il destino medesimo.
So che questa è danza di presente, ma so che, come ogni presente, raccoglie le tracce del passato e anticipa il futuro.
E allora resto qui, ammantato di melanconia, sbattuto tra l’impotenza di un sogno e la lettura di una semplice verità.


E’ il giorno di Pasqua, quella che considero la festività più bella perché si immola l’agnello, ovvero si compie un sacrificio; scorre tanto sangue, ovvero ci si purifica; ci si libera del faraone e ognuno di noi ha uno, cento, mille faraoni dentro di cui liberarsi.


E’ il giorno di Pasqua, la famiglia lontana, ed io in questa realtà milanese a ritagliare fette di spazio, danzando il mio Tai Chi Chuan tra gli angoli di un verde che conosco, quei giardini “Marcello Candia” che sono spesso il palcoscenico di una mia rappresentazione.


Come sto? Sto bene.
Solo con me stesso a inventarmi un po’ qui e un po’ là; un gioco che non è mai vecchio, anzi, si rinnova ogni volta che busso alla porta del Tai Chi Chuan e gli chiedo di farmi compagnia.
E’ un gioco che sempre si rinnova, che non ha mai fine, piccola illusione che si fa vera e concreta.


Ogni anziano ha la sua minuscola follia. Ogni bimbo la sua magia. Ogni adulto “guerriero” le sue personali battaglia da combattere e … vincere, o, almeno, non perdere.








lunedì 15 aprile 2019

Come carezza portata dal vento




Ai tempi della militanza marxista fu il dibattito tra i sostenitori del prassi – teoria – prassi e quelli del teoria – prassi – teoria.
Oggi, nella “militanza” marziale, intrisa di pratiche di benessere che diviene bell’essere e pratiche di conflitto, combattimento a mani nude o armate, la scelta che, giovane comunista, feci del primo trittico continua, si perpetua in una pratica fisica, fisicoemotiva, che sfocia sui terreni dell’interiore più profondo ad elevarsi in pratiche superiori (spirituali?)
Sorta di processo alchemico (1), processo di trasformazione interiore che, attraverso auto-conoscenza e crescita personale, permette di contattare la propria autentica natura.

Ovvero un intenso lavoro, dunque pratiche  fisiche, di allineamento strutturale, di portamento e contatto con lo spazio e l’altro, riconoscendo le voci interiori inaccettabili, le resistenze che Fritz Perls (2) chiamava anche “disturbi al confine del contatto”, cioè disturbi nella relazione organismo/ambiente secondo la definizione gestaltica, per arrivare all’integrazione dei complessi che formano la personalità.
L’individuo, in ascolto del proprio corpo, contatta, attraverso muscoli e scheletro, tendini e fasce elastiche, respiro e organi interni, le parti rimosse che evita e non accetta di se stesso e che invece proietta sugli altri attraverso giudizi e comportamenti.

Questo “lato oscuro” è la Nigredo alchemica, è l’Archetipo dell’Ombra di matrice junghiana: la trasformazione fisicoemotiva, corpo che è sé (3), può avviarsi solo con il coraggio di affrontare i propri demoni interiori.
Ecco perché  risulta fondamentale la pratica della radicizzazione, ovvero arrendersi alla forza di gravità e contattare il magnetismo terrestre, in un allineamento della struttura ossea che affondi nei piedi, là dove si avvia il bilanciamento del corpo.
E’ attraverso i piedi che siamo chiamati all’aderenza alla realtà, a consapevolmente stare nelle nostre scelte di vita, piccole o grandi che siano, e nei valori che questo nostro vivere nutrono.
Il tuo stare in piedi è incerto? Superficiale? La vita che hai scelto e stai scegliendo ogni giorno: moglie, marito, lavoro, città in cui abiti, amicizie, ecc. è realmente Tua? Quella che ti rappresenta?
Non credo sia un caso che osservando i soggetti psicotici li vediamo stare sulle punte dei piedi e non sul piede tutto; che, tendenzialmente, appoggiarsi sul bordo esterno indichi incertezza, eccessiva cautela, mentre appoggiarsi sul bordo interno porti ad un irrigidimento inguinale, dunque ad un atteggiamento difensivo, che l’appoggiarsi sui talloni testimoni lo sforzo di andare ad ogni costo senza valutarsi e valutare.
Consapevoli o meno, noi, il nostro sistema nervoso, sappiamo dove poggiamo: “psicofisicamente il suolo è il contesto nel quale ci possiamo sentire più o meno sicuri” (S. Guerra Lisi & G. Stefani).

Poi, come carezza portata dal vento, la pratica prosegue.
Il praticante si apre al contatto con l’altro, giochi di scambio o giochi di scontro: Push Hands (Souei Shou), Chi Sao, Maki, Jiu Kumite, ecc.
Se l’opposto non viene riconosciuto e integrato, persistono blocchi, idealizzazioni, relazioni insoddisfacenti (4) ed è sempre colpa dell’altro se attacca o spinge troppo forte o troppo piano, se è troppo aggressivo o troppo remissivo!!
Così, per estensione, nel campo del suo vivere quotidiano si interroga sui rapporti di coppia e le relazioni, sul loro essere fondati sulla realtà o su immagini artatamente costruite.
E’ il rapporto Yin e Yang, l’Archetipo Anima / Animus.

Simile alla  Rubedo alchemica, il passo avanti nell’evoluzione è l’integrazione fisicopsichica, fisicoemotiva, degli opposti e la gestione dei conflitti interiori.
L’individuo trova l’autentico Sé, la dualità scema e prende forma l’individuazione, la sintesi dei contrari che genera la totalità.
Quando gli archetipi divengono consapevoli, l’uomo non ne è più succube e il suo agire diventa libero, autodiretto.
Egli è la carezza e il vento insieme.




 









1. Oltre dicerie e “vulgata”, lo scopo dell’alchimista non era quello di trasformare i metalli in oro, quanto di realizzare la trasmutazione della parte negativa della personalità, fino a riscoprire il proprio “Dio interiore”.

2. Fritz Perls, (1893 - 1970) medico, psichiatra e psicoanalista tedesco, considerato il padre della Terapia della Gestalt.

3. “L’Io è innanzi tutto un Io corporeo … deriva dalle sensazioni che scaturiscono dalla superficie del corpo” ( Freud citato da A. Lowen)
 
4. E qui si aprirebbe, dal taoismo e passando per Freud, un autentico confronto sull’omosessualità, tanto privo di rigurgiti machisti, quanto di un frivolo e lascivo perbenismo “politically corretc”, radical chic. Ma, sia mai, troppa violenta ignoranza, da una parte dell’altra, per entrarvi.