sabato 24 ottobre 2020

Dai, dai, gonfiati i muscoli e indurisciti le ossa, fatti il callo!!

 
























 Mi muovo lento, a tentoni, nello spazio attorno.

Il cuore batte profondo. Luce e buio, promesse mai mantenute per il coraggio di chi sa che può cadere da un momento all’altro, da un passo all’altro, in un ingorgo senza fine di inciampi e cadute.

Seguo, anzi, no, percorro la struttura scheletrica, quella che ci fa stare in posizione eretta, quella che protegge i nostri organi interni, quella che, ma guarda un po', sviluppa le linee di forza, ovvero consente il movimento nello spazio col minimo sforzo possibile e dando ad ogni gesto una sua forma.

 

Sì perché l’onere principale non tocca affatto ai muscoli.

Lo sapevi vero? Lo sapevi anche tu che ti affanni con pesi e manubri e katteblell e macchine a gonfiarti e potenziarti i muscoli, convinto così di prestazioni più efficaci inseguendo questa tua chimera per anni.

 

https://www.youtube.com/watch?v=gRw6lpkBjSc&feature=player_embedded#%21

 

Certo (o no?!) che lo sai che è il sistema scheletrico a mettere in forma il corpo tutto, creando quelle espressioni di energia che sono i gesti, i movimenti nello spazio, quello snodarsi potente così simile ad un flutto.

Che è la consapevolezza scheletrica a permettere alla parte cosiddetta “mentale” di organizzarsi in strutture di supporto del pensiero, “sistemi di leva, punti di fulcro e spazi tra le nostre idee, per articolarle e per comprendere le relazioni che tra esse intercorrono “ (B.B. Cohen), capaci di presenza autentica.

 

Mi guardo stare solo, muovermi da solo e sento svanire i dubbi ... ogni passo, ogni gesto più vicino, più prossimo, alla comprensione. Forse, perché non manco, ad ogni scoperta, di lasciarmi ancora sopraffare da insistenti ripensamenti e cattivi lutti.

Potrei muovermi solo per sentirmi respirare e agire di ossa, di scheletro.

Potrei vedermi sorridere mentre balzo e striscio e mi distendo.

Vorrei prolungare all’infinito questa dolce resa, sospeso in questo momento per sempre, che ogni secondo trascorso così è un tempo imperdibile di cui faccio tesoro, io attento.

 

Mi permetto di ascoltare ogni osso, ne intuisco, ancora la mia comprensione è incerta, la diversa configurazione in tre strati: una membrana protettiva e connettiva, una dura parte tubolare e, dentro, ancora più dentro, il midollo.

Struttura viva, che parla. Altro che cosa inerte, morta.

 

E certo, anche tu che mi leggi, anche tu come me, sorridi e prendi le distanze da chi sbatte ripetutamente le ossa contro bersagli ed oggetti per creare un callo osseo, perché le ossa siano dure, ancora più dure, considerandole così più efficaci, più letali, immerso in una pratica che lascia ogni onesto sapere stravolto, persino disarmante

Ancora più dure… sorde, insomma.

 

Vecchia abitudine da karateka che conobbi e praticai anche io negli anni ’70, prima di incontrare il Maestro Tokitsu, le sue riflessioni critiche, la sua pratica marziale, e poi tutto il sapere corporeo, di movimento, racchiuso in discipline coraggiose e lucidamente intelligenti come Feldenkrais, Danza Sensibile e, più recentemente, Body Mind Centering: strade che alla salute ed all’efficacia rivolgono sempre uno studio attento.

 

Non mi voglio perdere niente, perché persino quando pratico “standing” (1) la consapevolezza più espansa non basterebbe. E non mi voglio perdere proprio niente.

Non mi voglio perdere, con l’immagine di me scheletro, anche la spoliazione ossea, dallo strato superficiale al corpo duro e fin dentro l’intelligenza midollare, quella che mette in comunicazione cervello e resto dell’organismo, perché la conoscenza olistica, totale, finalmente si compia.

La vita è nel midollo osseo.

Questo è il primo livello “superiore” di ogni pratica “standing”, non il solo percepire l’abbandono, il defluire verso il terreno, delle parti carnose, muscolari.

Questo è l’autentico stare nello scheletro, se sai come conoscerlo.

 

Ascolto battere il cuore e snodarsi gli arti a disegnare ghirigori delicati e precisi, e mi chiedo cosa sto immaginando, a che sogno sono così vicino, stracci di rigidità ora dimenticati.

Attenuo col corpo la tempera e darò così colori nuovi, inaspettati, ad una danza che cresce di giorno in giorno, ad un carattere capace di due opposte direzioni. Ali di un uccello libero nel cielo, animale immane che conserva tratti delicati

Come ogni bravo pugile sono bravo ad incassare, ma se manca la scherma d’assalto, lontano non potrò mai andare.

 

Ora resto sdraiato dentro me stesso ascoltando a fatica il linguaggio nuovo esplorato.

Scordati, mi dico e ripeto, per il ritorno di essere la stessa persona, che ogni volta e di nuovo è sempre così; scordati l’inferno.

 

Un grazie enorme a chi mi ha guidato ed accompagnato in questi oltre quarant’anni di pratica.

Un grazie

ad Angela, che da tre anni mi fa strada nel sapere taoista dell’Healing Tao System

ad Eleonora che mi ha preso per mano e, da un anno, mi accompagna nel sapere corporeo e di movimento del Body Mind Centering.

 

1. Diverse Arti di combattimento e salute: Tai Chi Chuan, Chi Kung e Kiko, Taiki Ken, Yi Quan, usano praticare posizioni statiche (standing) dando loro nomi diversi

 

 Ad aprire il post ecco:

La scultura "Ercole scaglia Lica” del Canova,

è un chiaro esempio della continuità e integrazione

che attraversano il corpo umano.

E’ sufficiente osservare come una linea di forza viaggia

dall'alluce del piede destro di Ercole e più su

fino alla sua spalla sinistra, attraverso tutto il suo braccio

e così pure attraverso tutto il corpo di Lica.

(http://bodythinking.com/it/) 






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