lunedì 24 maggio 2021

Nel cuore e nel corpo

Comprendermi, persino amarmi, diversamente; fare di me corpo il tutto che pervade, penetra e danza ogni cosa.

P. Bruegel. Lotta tra carnevale e quaresima
E poco importa se sia la scelta giusta o quella errata, perché il senso, la strada da percorrere non passa attraverso giusto o sbagliato, ma attraverso il sempre meglio, il sempre migliore in una ricerca di cuore e di corpo che mai ho abbandonata.

Ogni nostro cambiamento esige il moto consapevole dell’attenzione, della presenza dentro di sé e fuori di sé, perché l’attenzione si muove come il pensiero e quanto il corpo, in un’armonia che rifugge ogni distinzione.

Pratico, e invito a praticare, chiedendo, con il “Cosa stai provando?”, il fondamentale “Quale rapporto c’è tra ciò che senti, ciò che provi, e ciò che pensi?


E’ la via del corpo, perché tutto è nel corpo, tutto di me, di te, è corpo.

Ogni gesto, ogni movenza, è una trama di punti di sospensione e pause profonde, ed ogni mio muovermi anticipa l’abisso, per lasciarmi poi cadere dentro a immergermi nel succedersi delle onde.

Come nella vita di ogni giorno, quando gioisco e quando intristisco.

Quando chi ho davanti abbassa gli occhi alle punte dei piedi, in un silenzio stonato o invece mi guarda sfrontato buttandomi in faccia che mentire non gli pesa per niente se ha uno scopo, un capriccio da soddisfare ed ogni sentimento, ogni impegno importante, gli è indifferente.

Quando chi ho davanti mi lascia sfiorare da parole dolorose che bruciano sulla pelle o invece mi regala l’omertà vigliacca che va oltre la pelle e il corpo lo deforma da dentro trattandomi come un imbecille.

Kangeiko - stage invernale 2013
Quando chi ho davanti mi concede un’ultima possibilità di fare l’amore o invece mi costringe nel recinto dei senza desideri, dei senza passione.

Ogni parlare, lo sai, esprime un sapere che respira; ogni gesto del corpo esprime la moltiplicazione delle attribuzioni di significato che a volte amalgama altre separa.

Quando ripercorro paesaggi di neve e notti fonde bucate da teneri guerrieri in giacca blu e pantaloni neri, provando a costruire tra medioevo nipponico e italiana modernità un ardito ponte.

Quando ritrovo le mie stesse fattezze giovanili sul volto di mio figlio Kentaro o sprofondo dentro gli occhi verdi di mio figlio Lupo.

Quando gusto quella sensualità capace di disvelare dolcemente, uno ad uno, i sottili lembi che infagottano il cuore umano.

Se chiudo gli occhi io rivedo tutto e so che anche stavolta ce la farò, che la vita è troppo breve e bella anche se dall’altra parte c’è sempre qualcuno che se ne dimentica e ne vuole fare una landa brulla.

Questo è praticare Spirito Ribelle. Questo è autentico cuore e corpo in azione.

 

“Insegnare significa trasmettere un’esperienza”

(L. Irigary)

 



 

 

Nessun commento:

Posta un commento