sabato 18 novembre 2023

Le inquietudini del corpo

Pratico corpo, intensamente. Evito di galleggiare, di restare in superficie e mi lascio calare giù, verso il fondo. C’è un pizzico di paura di annegare, di non riuscire più a risalire ma mi incoraggia il reciproco sorridere di chi, accanto, si attorciglia e si dibatte negli stessi turbamenti.

Occorre stare attenti a quello che il me – corpo mi sussurra. Cura delle sue parole, che sono legamenti e muscoli e articolazioni in movimento, dosarle e differenziarle per poi di nuovo amalgamarle insieme. Sono parole di soavità e potenza che mi scorrono dentro, a volte forti altre discrete, e le sento fin giù nel ventre, cuore disposto ad ascoltarle, sempre.

Il flusso dei gesti, che so associato al sentire emozionandosi, danza e strappa tra movenze libere, che sanno di abbandono, e movenze trattenute, come impedite. In essi vanta il suo potere il tempo, che è intuire, ora dilatato ora accelerato (1)

Più che aggiungere e sforzarmi, sento che ho da prestare delicata attenzione a quel che scorre, a quel che cade e a come non affaticarmi là dove ho da sostenere.

Praticare corpo bene, entrare nel benessere e persino nel bellessere (2) significa togliere, come scriveva Bruce Lee tradito nei suoi insegnamenti dal business delle Scuole e dei Maestri che accumulano tecniche e tecniche, e come a suo modo ci ammonisce quel solitario e irriverente “diverso” di Mauro Corona; significa rallentare lasciando spazio alla vulnerabilità, alla forza gentile delle emozioni.

Ora, appoggiato pesantemente al muro, corpo rilasciato, avverto come lasciarmi rimbalzare indietro. Freno la mia irruenza che testimonia di come io viva i distacchi, le separazioni, sempre come atti bruschi e carichi di pesanti emozioni, e cerco la strada del corpo che si ripiega, si arrotola su se stesso: Non facile per me.

Poi sperimento anche la presa decisionale che è “onda in avanti” e mi fa respingere attivamente, mondo capovolto e destrutturazione dell’altro, poi il “lasciare”, un sottile e infido “tirare” che è l’esatto opposto di “premere”, di “spingere”. Pratiche di Push Hands, di Suishou del Taiki Ken alla ribalta, totalmente rivisitate.










Nel proprio spazio personale, che è spazio di contatto e conflitto con l’ambiente e l’altro, gioco di attraversamenti diretti, lineari, di esplorazioni periferiche, a disegnare contorni sempre mutevoli, infine di gesti trasversali, che sono sinuosi, a intrecciarsi e sciogliersi senza sosta alcuna. Nella forma di Tai Chi Chuan quali e quanti di questi? Che senso vogliono esprimere?

Mi stupisco sempre nello scoprire che il centro del mondo non è dove me lo aspetto ma qui accanto, tra anfratti e distese secondari, dove non mi aspetto nulla e trovo tanto, trovo di tutto.

Probabilmente poco importa se la scelta sia giusta o sbagliata; anzi, non esiste “giusto o sbagliato”, esiste un ininterrotto sbalordirsi di chi e come sono, di come ogni errare, ogni Musha Shugyo (il cammino del guerriero fatto di prove e verifiche), sia l’essenza del praticare, del vivere.

1. Concetti propri del Laban Movement Analysis 

2. Secondo Enzo Spaltro (medico e psicologo), il benessere dipende dalla capacità e dalla possibilità di esprimersi nei vari contesti della nostra vita e, in fondo, il Bellessere è la convinzione di realizzare in futuro un benessere. Il “cuore” delle Arti Marziali.

 






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