mercoledì 13 marzo 2024

Il corpo che è rivoluzionario, il movimento che è rivoluzionario

 Possibile che un “certo modo” di essere corpo, di praticare corpo, possa essere rivoluzionario? Possa contribuire a sfaldare “another brick in the wall”? (https://youtu.be/W0bi7OfaKMY?si=3oCDBgpeQX-9K5H3)

Possibile che praticare movimento, movimento di Arti Marziali, come noi Spirito Ribelle facciamo, sia un continuo andare “Gyakufu”, “faccia al vento”, sia andare in “direzione ostinata e contraria” (cit. Fabrizio De André)?

La società impone corpi e movimenti standardizzati, confinati nell’adeguato, dove gli eccessi stessi sono stabiliti e consentiti a priori, funzionali al sistema.

Corpi e movimenti succubi di attrezzi sempre più complessi, rinchiusi in uno spazio sistemato per servire di tutto e di più, tra bar e sala riposo, per favorire una socialità e occasioni relazionali che facciano da momentaneo antidoto allo stress quotidiano quanto alla solitudine della società virtuale dei social e dei like.

Tante offerte di pratiche dai nomi diversi con tanti esercizi che, a ben vedere, sono solo versioni appena modificate degli stessi movimenti. Macchine e attrezzi che di fatto replicano i precedenti.

Persino pratiche antiche di saggezza, salute e ricerca interiore vengono spogliate del loro sapere e ridotte a sequela di esercizi ginnici, vedi Yoga e Tai Chi Chuan; moderne pratiche valide solo nell’uno a uno, vengono piegate al profitto e proposte a gruppi, vedi Pilates.  La necessità di vendere sempre nuovi prodotti, poi, ne inventa di ogni, mischiando senza alcuna logica se non il solleticare curiosità becere.

Corpi oggetto, corpi macchina, espressione immediatamente visibile da un lato dell’essere funzionali al sistema produttivo, al moloch dell’efficienza, dall’altro al narcisismo ed alla vetrinizzazione la più sciocca e superficiale: “Il docile e l’utile, il sottomesso e il funzionale, l’accondiscendente e l’efficace” (C. Pellizzari in Scomodo n° 51).

Il sistema impone e diffonde pratiche di corpo e movimento a cui le masse tutte hanno da assoggettarsi perché tutto scorra liscio, senza sussulti; perché il circuito dell’allenamento, che è addestramento alla ripetizione, all’imitazione obbediente come si fa con gli animali da circo, plasmi individui dipendenti, privi di cognizione incarnata, in cui il corpo diviene “il più bell’oggetto del consumo” (J. Baudrillard, sociologo e filosofo), da mettere in mostra, soggetto alle stesse “leggi di variabilità” della moda e dei prodotti commerciali. Illusione di mente che comanda il corpo quando, dai taoisti alle neuroscienze e pure nella fenomenologia è invece chiaro che le azioni sono inscritte nella carne ben prima che l’intenzione consapevole detti il che fare: illusione di mente e corpo invece che verità di corpo e mondo.

“Noi non dobbiamo solo sapere che l’uomo ‘ha’ un corpo, e come sia fatto questo corpo, ma anche che l’uomo è sempre, in qualche modo, corpo. Questo non significa solo che l’uomo vive sempre corporalmente ma anche che egli parla, e si esprime, permanentemente con il corpo.”

(L. Binswanger, psichiatra)

Praticare Spirito Ribelle, portando alla luce il corpo e la cosmogonia taoista, integrando con pensiero e pratiche di moderni ricercatori quali Laban, Feldenkrais, Bainbridge Cohen, significa rompere la prigione del fitness e delle palestre, delle Arti Marziali depauperate di pathos, sensibilità e mobilità vitale, in cui tutto è segregato in un preciso e limitato margine d’azione. Perché fuori da quegli ambienti, fuori da quella cultura in cui l’azione è consentita in quanto controllata, corpo e movimento sono già di per sé sovversivi, sono ribelli. Perché l’esperienza, ogni esperienza che noi facciamo, sempre lascia un segno indelebile ed è così potente da far sì che io, volente o meno, mi riconosca in quello che faccio e che vivo.

Allora, nella preoccupazione di non riuscire a controllare, di non riuscire ad indirizzare a proprio fine questi corpi sovversivi e ribelli, il pensiero dominante finge che essi non esistano, non dà loro alcuna voce.

Noi Spirito Ribelle, e le correnti di movimento intelligente quali Body Mind Centering o Laban Movement Analysis, operiamo ai margini di un giardino o in piccole sale sconosciute, occupando spazi anonimi o agendo in spazi destinati ad altro come studi fotografici od uffici, fuori dalle correnti modaiole, emarginati dalla pubblicità del settore.

Vivere questi corpi, questo movimento, che sono esclusi dai luoghi di massa, luoghi di vetrina e di esposizione, significa fare di questi corpi, di questo movimento, un luogo di opposizione, un momento di differenziazione.

Vivere questi corpi, questo movimento, che sono portatori di embodiment ovvero sviluppo del canale cenestesico, capacità di sentirsi attraverso il movimento e le sensazioni interne del corpo, conoscenza attraverso l’esperienza del corpo, è ribaltare, rivoluzionare lo status quo del corpo servo sciocco di una mente superiore, che è la condizione necessaria per avere disponibili individui sciocchi servi del sistema.

“La libertà di pensiero è più forte 

della tracotanza del potere”

(Giordano Bruno)

 

 

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