“Da
insegnante, mi piace scegliere la pecora nera che fa un errore ma mi regala
un’emozione”
(Daniel Ezralow)
Monica,
pazientemente, accetta il mio entusiasmo per “Open”, l’ultimo spettacolo ad
opera della compagnia di ballo di Daniel Ezralow.
Sabato,
serata libera che Lupo è … in vita. Scartiamo l’ipotesi “cinema” e ci tuffiamo
nell’elegante sala degli Arcimboldi.
Ho
un’autentica passione per corpo, corporeità e movimento. Monica lo sa ( beh, è
pure mia moglie) ed acconsente a rinunciare al cinema per uno spettacolo di
danza.
L’inizio
non è dei migliori, il primo quadro risente di sfasature evidenti tra i
ballerini. Poi lo spettacolo prende quota e, pur tra qualche diacronia nei
tempi, ci trascina in un’entusiastica adesione. Le musiche, di stampo
“classico”, sono bellissime; alcune sanno di un mio passato personale, tra
Satie e Aranjuez , altre mi rimandano alle musiche che, in
radio, ascoltava mio padre negli anni ’60.
Quadri
danzanti si susseguono, narrando, senza apparenti pretese, momenti di vita
quotidiana, riti antichi, semplici incontri, beffarde ironie sull’esagitata
voglia di palestra e lo scarico di energia frustrata, dolci melodie d’amore
finite … in acqua e tanto altro ancora.
Mi
pare quasi di essere invitato su percorsi seminascosti, dove nessuno e nessuna
autorità ti può etichettare e chiedere
l’adesione, formale o meno, ad un’idea, ad una decisione.
Ogni
giorno, vivo e vedo il tanto auspicato adattamento, il conformismo, ( presente anche
nelle diverse correnti che si propongono come anticonformiste per poi crearne
uno minoritario di conformismo ) che mostra il volto di una società “grande
madre”, la quale tutti ci contiene e rassicura,
Ogni
giorno, vivo e vedo un senso comune, una “maggioranza silenziosa”, che
t’inculca “lo stato siamo noi, sei anche
tu” così non puoi certo contraddirlo: che fai, contraddici te stesso ?
Vedo
tutto ciò ma, nei corpi slanciati e nelle danze virtuose dei ballerini,
intravedo un invito ad accedere ai percorsi seminascosti di cui sopra. Vedo
l’entusiasmo che lascia respirare il cuore e la possibile pratica di un oggi,
già da oggi, diverso e… aperto. Come “Open”, aperto” è il titolo dell’opera.
Aperto,
come il dio che danza nietzschiano, ad
una tenerezza birichina come al più sfrontato coraggio. Aperto alla
circolazione delle pratiche e delle idee. Politicamente scorretto,
controcorrente, Liberato e libero.
Applausi
ed ancora applausi. Troppo breve lo spettacolo, poco più di un ora. Ma davvero
bello. Da vedere, appunto.
“I più
grandi ballerini non sono grandi per il loro livello tecnico, sono grandi per
la loro passione”
(Martha Graham)
Bella la tua esperienza. Nel conoscere l'armonia e l'espressione del corpo che "parla". Sono spettacoli che piacciono molto anche a me. Beh … allora tutti a teatro!
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