giovedì 2 maggio 2013

Il ... gusto di vivere


Anche, o proprio ?, quando piango, quando sento il temporale crescere dentro di me, farsi tempesta inespressa, ecco, allora, io vivo.

L'acciaio letale dei katana
“La maturità psichica è la capacità di essere solo in presenza di un’altra persona”

Amare vivere. E’ questa la forza potente  che fronteggia la disumanizzazione.
Il piacere di vivere. E’ l’atteggiamento fisicoemotivo grazie al quale l’ambiente in cui siamo e il nostro agire in esso ci appaiono degni di interesse, forieri di scoperte eccitanti quanto dispensatori di certezze rassicuranti.
Non scrivo, qui, di una superficiale euforia, di un “abbigliamento psichico” in stile New Age, di una impalcatura mentale edificata sui comandamenti dello yankee “pensiero positivo”.
Qui scrivo di un pensiero e di un fare profondo.

Come tale, da un lato
Lupo, nove anni, giovani guerrieri crescono
-       fa i conti con l’individuo, con le mille sfaccettature che ci fanno unici. Contrapponendosi, sovrapponendosi, confliggendo con l’Ombra e le pulsioni, i ruoli e le maschere, l’educazione sociale e le paure mai esplorate, le proiezioni sugli altri e l’aggressività repressa.
Un percorso tortuoso, fatto di esperienze e riflessioni crude sulle esperienze stesse; di prassi che si fa teoria per poi tornare prassi. Una prassi che, per chi percorra la Via del Guerriero, è atteggiamento critico verso il costituito e rifiuto di ogni forma di ignoranza. Prassi profondamente umana.
dall’ altro
-       tenta la connessione con quella che il filosofo Teilhard de Chardin chiamava “l’Energia di Evoluzione universale”.
Un’Energia che attinge agli strati più primitivi e, dunque, incontrollabili di ogni essere umano. Energia che è in ognuno di noi ma sta a noi coltivare ed espandere.

Il guerriero ( colui che sa stare nei conflitti ) vive l’esperienza marziale, il combattimento fisicoemotivo, come potente inno alla vita proprio riconoscendo e (simbolicamente) dando la morte.
Egli  agisce coinvolgendo consapevolmente il piano emozionale personale e, con ciò, investendo anche i piani culturali e sociali.
Sorta di divinità guerriera, si connette, nei momenti di tensione più lacerante, di coscienza espansa, con il mondo degli archetipi,  simboli delle medesime energie primarie che animano ed originano i comportamenti umani, impronte presenti nella psiche a mò di  eredità genetica, inconscio che da individuale si fa collettivo.
Dentro il caschetto, la vitalità esuberante di Davide
La pratica marziale, per come la intendiamo allo Z.N.K.R., mostra così la sua essenza di metalinguaggio che rappresenta le correnti logiche ed emozionali della psiche umana e permette loro, in un ambiente protetto costituito dal gruppo, ovvero altri individui guerrieri che condividono abbigliamento e gesti e riti e la stessa pratica violentemente conflittuale, di usufruire di un contenitore spazio – temporale.  Esso legittima i continui passaggi dal reale al sovrannaturale, dal cosiddetto normale all’espanso / alterato. Esso legittima l’ardua ricerca di sé e di come stiamo al mondo.
E’ questo che io propongo a chi varca la soglia del nostro Dojo.

“Ciò che la ( castrazione ndr) rende mostro  terribile, gli uomini tutti assassini e cannibali, è il dominio della ragione astratta che condanna e reprime e non comprende e non trasforma”
(M. Fagioli “Bambino donna e trasformazione dell’uomo”)


Nel biancore della neve, il saluto






1 commento:

  1. prima che si esprima' vuoi dire che quando si esprime è troppo tardi?forse ,come quando l'Ombra, inconsapevolmente emerge e senza rendertene conto scateni tsunami e tutto si distrugge, eroso dal nero che abbiamo dentro..e senza varcare le porte del dojo ZNKR e dello stesso Dao chissà se mai me ne sarei reso conto..
    restare in standard omologati , lamentandosi di un lavoro che non piace ma non facendo nulla per cambiare, che il cambiamento ci spaventa sempre..siamo un pò "educati" al controllo in questo mondo e anche chi propone alternative, spesso propone solo altri "canali predefiniti". Lo vedo nei Rom, per niente diversi da gran parte degli italiani, sempre pronti a lamentarsi senza prendersi responsabilità su alcunchè, figli compresi. Lo sento in alcuni colleghi che alla notizia del mio cambio di lavoro per un part time proiettano loro vissuti di sbagli fatti, forse proprio per temporali scatenatisi furiosamente. E io lascio un contratto indeterminato e sfido l'ignoto, ma con qualcosa in mano e sò, quanto dovrò farmi il culo, ma una vita ho, e troppo bella per passarla a lamentarmi senza trasformarla...non sò cosa farò, sò perchè l'ho fatto prima di esplodere, dopo tentativi di viverla in diverse angolazioni, e chi mi diceva: "te la prendi troppo" ma certo, sennò andrei in fabbrica e non lavorerei con l'uomo.
    Penso, se avessi continuato con chi insegnava tecniche, o se peggio avessi trovato e creduto in una gran guru che mi insegnava a disarmare da pistola e coltello...brividi. Sarà fortuna, oppure ognuno trova veramente ciò che cerca?
    anche se proprio bene, cosa cerco mica lo sò.
    La ritualità del togliersi i propri indumenti e lavorare sodo, con altri abbigliati in modo simile, nel conflitto, fisico ed emotivo, su sentieri inesplorati di ricerca interiore e non solo, di ascolto, di azione, di non azione anche ben lontani dalla passività.

    Il saluto, nella sua sacralità mai uguale per un momento dedicato a noi stessi, alle nostre Ombre, a quel lato oscuro da cui a volte cerchiamo di fuggire. Al nostro relazionarci col mondo e con noi stessi. E come possiamo relazionarci in uno stagno? se non circola l'acqua la vita v iene meno e, con tanto rispetto per le stesse, è buono solo per larve e zanzare.
    Duro è vivere, ma senza osare sia nell'amore che nello stesso esistere il tutto che se senso ha?tante le avversità che ancora incontreremo e allora, e allora questo si chiama vivere, siamo prede e predatori in continui giochi di equilibri karmici di eventi..
    OSS!!



    RispondiElimina