“…
e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia”
(dal
film “Blade Runner”)
Pamphlet agile e scorrevole, “Basta piangere”, di Aldo Cazzullo, si presenta come manifesto di
riscossa degli over quaranta per, in realtà, narrare vivacemente cinquant’anni
di storia d’Italia e, un po’, del mondo.
A volte esagerato e generoso, altre spiacevolmente
superficiale, il tutto, però, come si conviene ad una narrazione condensata in poco più di cento pagine.
Mi permetto di consigliarne la lettura … a tutti, ai
quarantenni / cinquantenni, ovvero i coetanei di Cazzullo, ma anche a chi, come
me, è un over sessanta e a chi, invece, di decenni ne ha solo un paio, o poco
più, sulle spalle. E, perché no, a quei genitori che vogliano leggere ai loro
giovanissimi figli di un passato appena prossimo ma che, per certi versi,
appare “preistoria”.
Lo consiglio perché, di agile lettura, consente uno
sguardo complessivo, attento e divertito, su mondi, avvenimenti e “culture”
dagli anni ’60 ai giorni nostri.
Quando mio figlio Kentaro, nato nel 1986, era un bambino,
stentava a comprendere che, io bambino, non avessimo in famiglia il
frigorifero: la roba da mangiare stava, in inverno, fuori sul davanzale della
finestra e, in estate, mamma faceva la spesa tutti i giorni; oppure che, per
nettarci il culo, usavamo le pagine del quotidiano o la “carta oleata”, quella
con cui il panettiere incartava le michette. Bisognerà aspettare gli anni ’60
per avere in casa la “carta igienica” !!
Proprio in questi giorni, a mio figlio Lupo, nato nel
2004, ho parlato delle “pattine”, strumento d’obbligo ai piedi per entrare in
ogni appartamento di città; o del papa precedente a questo, reazionario
convinto, attivo nelle manipolazioni finanziarie e politiche. Come non
ricordare la conduzione dello IOR, la banca vaticana, attraverso scandali di
ogni tipo, per esempio una tangente di 108 milioni di euro, attraverso Raul
Gardini, fatta passare per “aiuto ai
bambini meno fortunati”; oppure il foraggiare economicamente e
politicamente qualsiasi movimento anticomunista e antiprogressista, fino al
coinvolgimento nel rapimento di Emanuela Orlandi o alla sepoltura nella
basilica di Sant’Apollinare di un delinquente di primo piano come De Pedis, uno
dei capi della “banda della Magliana.
Su questi avvenimenti, per inciso, Cazzullo, da buon
cattolico di destra, scivola lieve e candido …
Dunque, un bel libretto che aiuta “grandi e piccini” a
ripercorrere decenni di storia, grande e piccola, del nostro “Belpaese”.
Del libro, condivido appieno l’invito al rischiare in
prima persona, all’unirsi in gruppo, in collettività, per cambiare, privato e
pubblico, del nostro vivere, del nostro ambiente, ovvero la società in cui
viviamo.
Come ben ricorda Cazzullo, per quelli come me,di cui
scrive “Quelli che vengono comunemente chiamati ‘sessantottini”, al nostro
confronto, sono una falange macedone. Chi è rimasto comunista e chi è andato a
lavorare per Berlusconi (magari dicendo di essere rimasto comunista) sono
comunque uniti da un vincolo cementato nel tempo in cui si affidava alla
comunità la vita e la morte” fare gruppo ed operare in gruppo, ha un senso
profondo che affonda nell’adolescenza e nelle esperienze intense, appunto, del
’68. La vita dello Z.N.K.R. sta lì a
mostrarlo.
Per chi è venuto dopo, la sbornia individualista ha
lasciato scorie che è certamente dura trasformare in forza piena di cambiamento
collettivo.
Taccio delle pecche e delle generalizzazioni, e non sono
poche, che costellano il libro, tra un incauto apprezzamento a Balotelli e
l’affermazione generica “i giovani
chiedono lavoro” che cozza, quest’ultima, con la mia esperienza di quasi
vent’anni proprio a contatto di giovani alla ricerca di un lavoro e,
soprattutto, con le esperienze e gli scritti di operatori del settore che
operano su scala nazionale.
Preferisco sottolineare il piacere e le emozioni legati
ai ricordi che il bel libro mi ha suscitato: Anche tu hai voglia di emozionarti
?
“Trovo
che la televisione sia molto educativa, ogni volta che qualcuno l’accende vado
in un’altra stanza a leggere un libro”
(Groucho
Marx)
Post illustrato con foto scattate in un sereno pomeriggio
all’Idroscalo di Milano, con famiglia ed amici.
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