giovedì 6 novembre 2014

Basta piangere

“… e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia”
(dal film “Blade Runner”)

Pamphlet agile e scorrevole, “Basta piangere”, di Aldo Cazzullo, si presenta come manifesto di riscossa degli over quaranta per, in realtà, narrare vivacemente cinquant’anni di storia d’Italia e, un po’, del mondo.
A volte esagerato e generoso, altre spiacevolmente superficiale, il tutto, però, come si conviene ad una narrazione  condensata in poco più di cento pagine.
Mi permetto di consigliarne la lettura … a tutti, ai quarantenni / cinquantenni, ovvero i coetanei di Cazzullo, ma anche a chi, come me, è un over sessanta e a chi, invece, di decenni ne ha solo un paio, o poco più, sulle spalle. E, perché no, a quei genitori che vogliano leggere ai loro giovanissimi figli di un passato appena prossimo ma che, per certi versi, appare “preistoria”.
Lo consiglio perché, di agile lettura, consente uno sguardo complessivo, attento e divertito, su mondi, avvenimenti e “culture” dagli anni ’60 ai giorni nostri.
Quando mio figlio Kentaro, nato nel 1986, era un bambino, stentava a comprendere che, io bambino, non avessimo in famiglia il frigorifero: la roba da mangiare stava, in inverno, fuori sul davanzale della finestra e, in estate, mamma faceva la spesa tutti i giorni; oppure che, per nettarci il culo, usavamo le pagine del quotidiano o la “carta oleata”, quella con cui il panettiere incartava le michette. Bisognerà aspettare gli anni ’60 per avere in casa la “carta igienica” !!
Proprio in questi giorni, a mio figlio Lupo, nato nel 2004, ho parlato delle “pattine”, strumento d’obbligo ai piedi per entrare in ogni appartamento di città; o del papa precedente a questo, reazionario convinto, attivo nelle manipolazioni finanziarie e politiche. Come non ricordare la conduzione dello IOR, la banca vaticana, attraverso scandali di ogni tipo, per esempio una tangente di 108 milioni di euro, attraverso Raul Gardini, fatta passare per “aiuto ai bambini meno fortunati”; oppure il foraggiare economicamente e politicamente qualsiasi movimento anticomunista e antiprogressista, fino al coinvolgimento nel rapimento di Emanuela Orlandi o alla sepoltura nella basilica di Sant’Apollinare di un delinquente di primo piano come De Pedis, uno dei capi della “banda della Magliana.
Su questi avvenimenti, per inciso, Cazzullo, da buon cattolico di destra, scivola lieve e candido …
Dunque, un bel libretto che aiuta “grandi e piccini” a ripercorrere decenni di storia, grande e piccola, del nostro “Belpaese”.
Del libro, condivido appieno l’invito al rischiare in prima persona, all’unirsi in gruppo, in collettività, per cambiare, privato e pubblico, del nostro vivere, del nostro ambiente, ovvero la società in cui viviamo.
Come ben ricorda Cazzullo, per quelli come me,di cui scrive  “Quelli che vengono comunemente chiamati ‘sessantottini”, al nostro confronto, sono una falange macedone. Chi è rimasto comunista e chi è andato a lavorare per Berlusconi (magari dicendo di essere rimasto comunista) sono comunque uniti da un vincolo cementato nel tempo in cui si affidava alla comunità la vita e la morte” fare gruppo ed operare in gruppo, ha un senso profondo che affonda nell’adolescenza e nelle esperienze intense, appunto, del ’68. La vita dello Z.N.K.R. sta lì a mostrarlo.
Per chi è venuto dopo, la sbornia individualista ha lasciato scorie che è certamente dura trasformare in forza piena di cambiamento collettivo.
Taccio delle pecche e delle generalizzazioni, e non sono poche, che costellano il libro, tra un incauto apprezzamento a Balotelli e l’affermazione generica “i giovani chiedono lavoro” che cozza, quest’ultima, con la mia esperienza di quasi vent’anni proprio a contatto di giovani alla ricerca di un lavoro e, soprattutto, con le esperienze e gli scritti di operatori del settore che operano su scala nazionale.
Preferisco sottolineare il piacere e le emozioni legati ai ricordi che il bel libro mi ha suscitato: Anche tu hai voglia di emozionarti ?

“Trovo che la televisione sia molto educativa, ogni volta che qualcuno l’accende vado in un’altra stanza a leggere un libro”
(Groucho Marx)

Post illustrato con foto scattate in un sereno pomeriggio all’Idroscalo di Milano, con famiglia ed amici.








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