Tutti
contro l’Islam, cattivo ed assassino. No, c’è un islam, un islamismo buono,
moderato. Sì ma dove ? Sì ma come ?
Ma,
a ben guardare, la “parte” autrice della
strage di Parigi ( e delle altre) è pure
in guerra con tutto il resto delle nazioni arabe e musulmane: contro gli
arabi laici (e in primo luogo contro la Siria), contro gli sciiti (e in primo
luogo contro l’Iran e l’Iraq), contro la gran parte degli Stati arabo-sunniti
(dalla Giordania all’Egitto, dall’Algeria al Marocco) e, addirittura, contro
l’autentico tradizionalismo religioso islamico, rappresentato dalla grande e
pacifica scuola del sufismo.
Questa
“parte”, violenta e vigliacca, si rifà alla setta wahabita ( largamente
presente in Arabia Saudita, Qatar e, ma guarda un po’, tra i paesi ricchi di
petrolio con cui gli U.S.A.
intrattengono costanti ed amichevoli rapporti) ed alla setta salafita,
presenza minoritaria tra gli stati nordafricani.
Aggiungiamoci
che un’altra fetta corposa dell’attivismo fondamentalista arabo-sunnita,
i Fratelli Musulmani e Hamas, si rifiuta
di esportare la “guerra santa” oltre i
confini nazionali, e le cose ci appaiono più chiare.
Così
chiare che io coltivo l’idea che, prima di bollare come “brutto e cattivo”
l’Islam tutto, o di porgere l’altra guancia che noi tifiamo per l’Islam “buono
e moderato”, ci sarebbe da “fare due chiacchiere” con la politica U.S.A., il
cui presidente, “premio Nobel per la Pace” è ostile all’Iran sciita, che pure è
il principale nemico dell’estremismo estremo-sunnita, e agli Stati arabi laici,
Libia e Siria; permette che in Medio
Oriente prenda vita un agguerrito
Califfato, che, come dice apertamente Giuliano Ferrara, potrebbe scomparire in
una sola giornata sotto il bombardamento della potenza yankee; distoglie lo
sguardo dalla Nigeria (ma quanto
petrolio giace in Nigeria ?!?!) dove Boko Aram
impone quotidianamente violenza, terrore e morti atrici.
Oppure
avremmo da chiarirci le idee con il presidente francese Hollande, il quale,
come ricorda Michele Rallo, da anni
sgomita per diventare il principale interlocutore europeo dell’Arabia Saudita e
del Qatar, proprio quelle nazioni da cui provengono le risorse finanziarie che
foraggiano i movimenti estremo-islamisti.
Ossia,
ci sarebbe da andare alle origini, alle motivazioni ed alle azioni che
spingono, i potentati, politici ed economici e finanziari, delle nazioni di noi
buoni “bianchi e cristiani” a mestare nel mondo.
Altrimenti, spinti da qualsivoglia ideologia
(coscienza distorta) si tifa per l’uno o per l’altro, contro o pro l’Islam,
senza alcuna cognizione di causa, alcuni milanisti ed altri interisti !!
Ecco,
continuando ad andare oltre quel che appare, nel testimoniare la più ampia e
sentita solidarietà alle vittime tutte
della strage di Parigi, bisognerebbe però fermarsi lì.
Oppure, per coerenza, sarebbe da ricordare
che l’allora direttore di Charlie Hebdo, Philippe Val, licenziò un
collaboratore, Maurice Siné, definendo la sua satira “antisemita” e lesiva dell’
immagine del giornale, perché “Siné ha
superato ogni limite, il suo testo diffonde una voce falsa che stabilisce un
legame fra conversione all’ ebraismo e successo sociale. Inaccettabile” e
che, per contro, non mi risulta data, a suo tempo, alcuna solidarietà al comico, di origine
camerunense, Dieudonné per essere stato discriminato, insultato, i suoi
spettacoli vietati, causa la sua satira irriverente verso il sionismo.
E
mi suonano particolari le parole di Papa Francesco, che inneggia alla libertà
di parola, di critica, ma guai a toccare la fede, la religione, tanto, poi, da aggiungere
“Se mi insultano la mamma, io tiro un
pugno”. Voleva dire che quelli di Hebdo se la sono cercata ? Forse sì.
Una
ragazza ha il diritto, teorico, di girare svestita come le pare, ma, in
pratica, se lo fa di notte, per le strade di una metropoli, sa, deve sapere, a
che rischi va incontro. Infatti, la redazione di Hebdo era sorvegliata da una
guardia armata.
Insomma, sono libero di dire e criticare e
fare satira come mi pare, ma se ironizzo pesantemente sulla mamma del Papa
corro il rischio di prendermi un pugno in faccia. OK, va bene. Basta saperlo,
basta che si sappia cosa c’è dietro quel che appare ……
Pratico
Arti Marziali, l’arte del confliggere, anche per questo. Per saper stare
saldamente nelle situazioni di crisi, per leggere le relazioni fuori dalle
apparenze, dalle “finte” e dai “trucchi” e dalle provocazioni dell’antagonista,
per assumermi la responsabilità adulta di tranciare laddove io decida di
tranciare.
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