“Se tu
ti alleni con me, tu sei il mio futuro e io ti devo proteggere”
(in “O Maé”)
Storia
di un ragazzo, come di altri ragazzi, del quartiere Scampìa, la Napoli più
devastata, la Napoli nota alla cronaca di camorra e delinquenza.
Storia
(vera) di un ragazzo, come di altri ragazzi, e dell’incontro con “o Maé”, il
Maestro di Judo Gianni Maddaloni.
Storia
di Judo e di una palestra che è un clan, un clan legale aperto nel territorio
dell’illegalità, un clan che offre ai ragazzi una prospettiva di vita diversa
dal delinquere.
Storia
di microcriminalità, di vite aspre e orizzonti bui, quanto di umiltà e fatica e
sudore sul tatami di un Dojo.
Storia
bellissima, anche, e soprattutto, perché reale, perché ci mostra, dal vivo, che
“il destino non è un’ombra legata al
piede. E’ solo un chewing – gum sotto la scarpa. Se uno vuole, lo stacca”.
E
il Maestro Maddaloni mostra, ogni giorno, quanto ciò si vero, quanto ciò sia
possibile.
Nella
moltitudine di palestre di fighetti; di agonisti col paraocchi che l’unica cosa
importante è vincere il titolo, il trofeo; di presunti picchiatori di strada;
di intellettuali dello “stile più puro del tuo”; di mistici dell’energia e
della saggezza immutabile; qui leggo di una palestra di Judo che è Scuola di formazione
ed educazione alla vita, di un Maestro che davvero si pone, pagando in prima persona,
come educatore.
Con
tutto il rispetto per le avventure di Harry Potter, Geronimo Stilton e “fantasy”
vari; con tutto il rispetto per le agiate
vite dei nostri figli, benestanti, ben protetti e ben pasciuti, questa è una
lettura che a loro farebbe solo del bene. E non solo ai figli.
(Zig Ziglar)
gran libro!! si lascia divorare e appassiona in breve tempo. E non lascia assenti da emozioni forti ( io stavo pure per piangere un paio di volte, e innumerevoli le risate esplose leggendo tra la gente ). Persone come "o Maè" ce ne sono per fortuna, sconosciuti che non potendo cambiare il mondo provano a trasformare ciò che ruota nel loro piccolo mondo, senza bisogno di andare dall'altro capo del mondo ma "stando" dove si è. Mi è piaciuto molto il suo modo di vedere la pratica agonistica, fuori dal concetto di vincere o perdere ma come simbolo per un qualcosa più grande: un esempio diverso dal boss del quartiere, unico e solo esempio con cui crescere..curioso anche come gli eventi si siano incrociati più volte per permettere aGarlando di incontrare Maddaloni e i suoi allievi e conoscere le storie che hanno creato questo libro.
RispondiEliminada leggere, qualsiasi età abbiate ;)