giovedì 8 gennaio 2015

O Maé



             “Se tu ti alleni con me, tu sei il mio futuro e io ti   devo proteggere”
(in “O Maé”)

 Come spesso accade, un libro per ragazzi godibile, eccome, anche da un adulto
Storia di un ragazzo, come di altri ragazzi, del quartiere Scampìa, la Napoli più devastata, la Napoli nota alla cronaca di camorra e delinquenza.
Storia (vera) di un ragazzo, come di altri ragazzi, e dell’incontro con “o Maé”, il Maestro di Judo Gianni Maddaloni.
Storia di Judo e di una palestra che è un clan, un clan legale aperto nel territorio dell’illegalità, un clan che offre ai ragazzi una prospettiva di vita diversa dal delinquere.
Storia di microcriminalità, di vite aspre e orizzonti bui, quanto di umiltà e fatica e sudore  sul tatami di un Dojo.
Storia bellissima, anche, e soprattutto, perché reale, perché ci mostra, dal vivo, che “il destino non è un’ombra legata al piede. E’ solo un chewing – gum sotto la scarpa. Se uno vuole, lo stacca”.
E il Maestro Maddaloni mostra, ogni giorno, quanto ciò si vero, quanto ciò sia possibile.
Nella moltitudine di palestre di fighetti; di agonisti col paraocchi che l’unica cosa importante è vincere il titolo, il trofeo; di presunti picchiatori di strada; di intellettuali dello “stile più puro del tuo”; di mistici dell’energia e della saggezza immutabile; qui leggo di una palestra di Judo che è Scuola di formazione ed educazione alla vita, di un Maestro che davvero si pone, pagando in prima persona, come educatore.
Con tutto il rispetto per le avventure di Harry Potter, Geronimo Stilton e “fantasy” vari; con tutto il rispetto  per le agiate vite dei nostri figli, benestanti, ben protetti e ben pasciuti, questa è una lettura che a loro farebbe solo del bene. E non solo ai figli.

 “Se puoi sognarlo, puoi realizzarlo”
(Zig Ziglar)
 
 

1 commento:

  1. gran libro!! si lascia divorare e appassiona in breve tempo. E non lascia assenti da emozioni forti ( io stavo pure per piangere un paio di volte, e innumerevoli le risate esplose leggendo tra la gente ). Persone come "o Maè" ce ne sono per fortuna, sconosciuti che non potendo cambiare il mondo provano a trasformare ciò che ruota nel loro piccolo mondo, senza bisogno di andare dall'altro capo del mondo ma "stando" dove si è. Mi è piaciuto molto il suo modo di vedere la pratica agonistica, fuori dal concetto di vincere o perdere ma come simbolo per un qualcosa più grande: un esempio diverso dal boss del quartiere, unico e solo esempio con cui crescere..curioso anche come gli eventi si siano incrociati più volte per permettere aGarlando di incontrare Maddaloni e i suoi allievi e conoscere le storie che hanno creato questo libro.
    da leggere, qualsiasi età abbiate ;)

    RispondiElimina