“Ogni
bambino è un artista. Il problema è come rimanere un artista una volta che si
cresce”
(Pablo Picasso)
C’è
la gioia di vedere un luogo, solitamente deputato alla “formazione guerriera”, al duro e faticoso processo di individuazione
che è il cuore della nostra pratica marziale, divenire luogo di festa
innocente, di giochi bambini.
C’è
lo stupore degli adulti che, chissà, forse intuiscono che oltre alle palestre e
ai corsi di questo e quello, in giro ci sono anche luoghi di un culto
dimenticato, il culto dell’educazione alla libertà, alla socializzazione, al divenire
adulti.
Ci
sono i tre festeggiati, Lupo, Mattia ed Elia, e con loro bimbi conosciuti ed
altri no che stanno bene insieme, semplicemente insieme.
C’è
la possibilità di imparare il gusto e la ricchezza del contatto, dello scontro fisico;
del relazionarsi tra pari senza il solito adulto a dirimere contese, a distribuire
i torti e le ragioni; del festeggiare spontaneo senza l’animatore che
intrattenga con giochi e giochini pensati da adulti perché bambini si
divertano.
Ci
sono le torte, le candeline, il buio chiazzato dalle luci vivide di bracciali ed
anelli colorati. Ci sono queste foto, che non sono un gran che, anzi. Ma il
cellulare fa quel che può ed io, soprattutto, faccio molto più quel che voglio:
godere di una festa, semplice e ricca insieme, stare accanto ai bambini ed ai
genitori, stare nel nostro Dojo, “Luogo dove si insegna la Via”. E vivere
appieno di queste affascinanti sensazioni.
Che
“Via” più bella potrebbe esserci, dello stare insieme in festa tra tanti
bambini felici ?
(motto cinese)
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