giovedì 9 aprile 2015

A teatro


“Qui devi correre più che puoi per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche altra parte, devi correre almeno il doppio!”
(L. Carroll)

 Serata a teatro, a vedere  Alice. Who dreamed it ?”, spettacolo ispirato ad “Alice nel paese delle meraviglie”  / “Attraverso lo specchio” ma, soprattutto, spettacolo messo in scena e recitato dalla “Dual Band”, la compagnia in cui da due anni studia mio figlio Lupo.
Assurdo e paradosso sono i temi dominanti, tesi, poi, grazie all’innocenza conciliante di Alice, a permetterle la conquista dell’adultità.
Mi sono goduto lo spettacolo, seduto in prima fila, Ma nemmeno ho potuto scansare i continui rimandi alla realtà dell’autore, il reverendo Charles Dogson, noto con lo pseudonimo di Luiss Carroll.
Già perché Dodgson soffriva di balbuzie e la parodia del suo “difetto” è affidata al personaggio di Dodo  (“Do-do-Dodgson”). Egli era anche uno scrittore speculare . Nel romanzo sono diversi gli utilizzi di questa abilità, si pensi alla poesia Jabberwocky che Alice può leggere solo riflessa in uno specchio.
La scrittura speculare è sovente associata alla balbuzie ed è molto comune nei mancini. Si perché Dodgson scriveva con la mano destra, ma era nato mancino.
Lo stesso Dogson, così creativo e irriverente nel suo romanzo, era un fanatico ed ultraconservatore nel campo che gli era proprio, la matematica, dedicando libri su libri a contrastare le scoperte geometriche avanzate in quei tempi.
Per non parlare della sua vita privata, costellata di bambine fotografate senza vestiti … che, per i tempi e per essere lui un reverendo, non è proprio del tutto rassicurante.
Altre volte Carroll propone dei veri e propri koan di stampo Zen, quale il ghigno del Gatto del Cheshire, che rimane ancora aleggiante nell’aria, quando tutto il suo corpo è ormai scomparso. O quando fa dire  alla Regina Bianca la regola: “Marmellata domani e ieri, ma mai oggi. Marmellata a giorni alterni, e oggi non è un giorno alterno”. Un po’ come “Il suono del battito di una mano sola”, ,koan attribuito al Maestro Hakuin  e ripreso pubblicamente dal filosofo tedesco Martin Heidegger.
Insomma, tutto questo accozzarsi di contraddizioni, di luci e ombre, di elogio del paradosso, già ben mi disponeva verso lo spettacolo, rappresentando il caleidoscopico incontrarsi e scontrarsi delle mille parti che compongono ognuno di noi, il confliggere costante che è, comunque e sempre, linfa di vita una volta accettato, compreso e gestito pienamente.
Poi, la messa in scena semplice ma affascinante, la recitazione dei due Borciani junior e della piccola Benedetta, compagna di corso di Lupo, hanno fatto il resto.
Da vedere !!

In scena all’Out Off, dal 7 al 12 Aprile, con alcune serate anche interamente in lingua inglese.
 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento