“Qui devi correre più che puoi per restare nello stesso posto. Se vuoi
andare da qualche altra parte, devi correre almeno il doppio!”
(L. Carroll)
Assurdo
e paradosso sono i temi dominanti, tesi, poi, grazie all’innocenza conciliante
di Alice, a permetterle la conquista dell’adultità.
Mi
sono goduto lo spettacolo, seduto in prima fila, Ma nemmeno ho potuto scansare
i continui rimandi alla realtà dell’autore, il reverendo Charles Dogson, noto con lo
pseudonimo di Luiss Carroll.
Già
perché Dodgson soffriva di balbuzie e la parodia del suo “difetto” è affidata
al personaggio di Dodo
(“Do-do-Dodgson”). Egli era anche uno scrittore speculare . Nel romanzo
sono diversi gli utilizzi di questa abilità, si pensi alla poesia Jabberwocky
che Alice può leggere solo riflessa in uno specchio.
La
scrittura speculare è sovente associata alla balbuzie ed è molto comune nei
mancini. Si perché Dodgson scriveva con la mano destra, ma era nato mancino.
Lo
stesso Dogson, così creativo e irriverente nel suo romanzo, era un fanatico ed
ultraconservatore nel campo che gli era proprio, la matematica, dedicando libri
su libri a contrastare le scoperte geometriche avanzate in quei tempi.
Per
non parlare della sua vita privata, costellata di bambine fotografate senza
vestiti … che, per i tempi e per essere lui un reverendo, non è proprio del
tutto rassicurante.
Altre
volte Carroll propone dei veri e propri koan di stampo Zen, quale il ghigno del
Gatto del Cheshire, che rimane ancora aleggiante nell’aria, quando tutto il suo
corpo è ormai scomparso. O
quando fa dire alla Regina Bianca la
regola: “Marmellata domani e ieri, ma mai
oggi. Marmellata a giorni alterni, e oggi non è un giorno alterno”. Un po’
come “Il suono del battito di una mano
sola”, ,koan attribuito al Maestro Hakuin e ripreso pubblicamente dal filosofo tedesco
Martin Heidegger.
Insomma,
tutto questo accozzarsi di contraddizioni, di luci e ombre, di elogio del paradosso, già ben mi
disponeva verso lo spettacolo, rappresentando il caleidoscopico incontrarsi e
scontrarsi delle mille parti che compongono ognuno di noi, il confliggere
costante che è, comunque e sempre, linfa di vita una volta accettato, compreso
e gestito pienamente.
Poi,
la messa in scena semplice ma affascinante, la recitazione dei due Borciani
junior e della piccola Benedetta, compagna di corso di Lupo, hanno fatto il
resto.
Da
vedere !!
In
scena all’Out Off, dal 7 al 12 Aprile, con alcune serate anche interamente in
lingua inglese.
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