venerdì 1 dicembre 2017

Ci salverà un pugno ed una fatica



Ed arriva perfettamente puntuale lungo la traiettoria del braccio, attraverso il pugno appena guantato.
Riesco a sentirlo impattare il volto, occhi che strabuzzano

Una voce dentro chiede “Chi è lo schiavo, chi è il padrone?
Sarà quella voce a rubarmi la passione, a lasciarmi un buco dentro?

Non è che io creda di non essere abbastanza forte; non è che io creda di non sapere trovare una soluzione. So di poter contar su di me.
E’ che ci sono più mondi a contendersi l’egemonia del mio pensiero, del mio cuore. E faccio fatica, ancora fatica, a non considerarmi il mio peggior nemico.

Ritorno col pensiero agli sporchi, ma così esaltanti, anni della mia adolescenza, della mia giovinezza. Mi guardo, ora, muovermi in tondo, appena appena sudato, mani alzate “in guardia”, a proteggere ed insieme ad offendere.
Chi saranno mai i giovani, e i meno giovani, che portano su di loro il peso di ogni tentazione, di ogni orrore, fino a scuotersi ventre e cuore?
Io, uomo allo specchio di me stesso, volto a fare, forse, la cosa giusta; volto al combattimento, al conflitto, che sia di esempio, di sprone per i giovani ed i meno giovani che arrancano, a volte consapevoli, altre no, sotto il peso di ogni tentazione, di ogni orrore, fino a scuotersi ventre e cuore.

Mi vien da ridere pensando ai goffi tentativi che la scuola fa per spiegare, per contenere, il fenomeno del bullismo.
Più in generale, mi lascia basito lo scorrere insensato di violenza che attraversa questa società, come lo scorrere di effimere mode e meschini modi, quei sotterfugi malsani e quel fuggire codardo, quelle prevaricazioni mascalzone sui più deboli e quel girare il capo dall’altra parte fingendo di non vedere, quel sostenere una debolezza ed una piaggeria che ci stanno portando tutti al decadimento come se fosse questa la “Via”, il nostro destino tutto. E, dall’altra parte, quell’esposizione di muscoli e facce truci, di idee machiste che non sanno cogliere la forza dirompente ed il valore guerriero della flessibilità e dell’emozionarsi.

 

Grazie Lucio per questo intenso film – documentario: Eat your enemy

http://www.cultureunplugged.com/documentary/watch-online/play/8690/Eat-your-Enemy

 

Si parte da alcune domande sulla violenza e si viaggia attraverso destini di uomini che hanno fatto del male. Si incontrano esperienze di “recupero” che tanto farebbero bene alla nostra scuola, presunta verginella, a volte iper servizievole mamma protettrice di bulli e delinquenti, altre matrigna del tutto incapace di amore.

Gli appassionati marzialisti incontreranno esperti del calibro di Jan Kallenbach, l’uomo a cui si deve l’introduzione massiccia del Kenpo Taiki Ken in Europa, o la figlia di Wang Xiangzhai, il creatore dello Yi Quan, da cui Kenichi Sawai originò il Kenpo Taiki Ken.

 

A volte mi commuovo, verso delle lacrime, anche qui, in Dojo, perché sto con Perls ed il suo “Ogni volta che accade qualcosa di reale… questo mi commuove profondamente
Succede quando sento il freddo incontrarsi e scontrarsi col caldo, quando la sofferenza esplode in gioia dissennata o, al contrario, è la gioia degli occhi a tradire la sofferenza del cuore.
Succede, ed è sempre bello. Anche quando accade qui, nel luogo delle “Formazione guerriera”, della formazione al confliggere.

Succede, per maschi e femmine vere.

 



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