Mi è indifferente gridare o tacere.
Deliziosi, anche se a volte tormentati, fantasmi della memoria.
Oltre quarant’anni di pratica marziale e ancora mi chiedo,
pugni e calci, schivate ed affondi, quale sia il calibro, il senso, di questa
pratica profonda.
Uno spazio passionale e praticante che parrebbe escludere
il mondo, il quotidiano, vestiti in un meticciato un po’ euro un po’ giap, tra
parole giap pronunciate all’italiana e incerti riferimenti alla società giap.
Ma, per come lo intendo io, per come lo propongo io, dal
mondo non si isola, il mondo non esclude. Piuttosto lo penetra fino a
squassarlo, lo rivolta come un calzino vecchio, è potente capacità di
trasformazione individuale e, insieme, lucida lettura sociale.
Uno scarto deciso dalla vigoressia, quella sotterranea
malattia mentale per cui giovani e non più giovani affollano palestre e corsi
alla ricerca ossessiva del corpo bello, del corpo ben fatto da esibire, del
corpo “macchina”.
Un appassionato, invece, avvicinarsi alla realizzazione
della propria identità, ossia di una sanità
di fondo.
E, tolti gli ignavi, gli aggressivo passivi, i “capitan
Fracassa” e gli “homo Omer”, i tamarri di ogni genere e quelli che l’ottimo Ido
Portal chiama “couch potatoes”, chi dubitasse di possedere le qualità che gli
servono, sappia che può scoprirle dentro
di sé, può crearle dentro di sé.
Movimento è energia, respiro è energia, lottare e
scontrarsi è energia.
Una revisione personale, una trasformazione individuale,
uno scorrere di mani, le tue mani e quelle di chi ti sta di fronte o accanto,
che, sguardo e respiro e braccia e balzi e pugni ed affondi, ti diverranno
familiari strumenti di vitalità, di trasformazione tua e del tuo ambiente.
Incontrami … perché
La vita è lotta, lotta senza quartiere, ed è un bene che sia così. L'umanità, altrimenti, non potrebbe progredire. una razza di deboli si sarebbe estinta da un pezzo, senza lasciare traccia.
(E. Canetti)
Non importa come ti senti, alzati, vestiti e lotta per i tuoi sogni |
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