Questo il prologo ad entrare nell’affascinante mondo dei
samurai e del medioevo nipponico.
Siamo a Torino, al Museo d’Arte Orientale, che ospita la
mostra “Ninja e Samurai. Magia ed
estetica”.
L’ingresso è forte, con un paio di esempi di giardini Zen
ad introdurci tra lame d’epoca.
Lame bellissime!! Intriganti, soprattutto per chi come me,
praticando, sente forte la sensazione di impugnarle.
Dettagli tecnici della lavorazione appaiono chiari, grazie
alle spiegazioni di Paolo, sempre attento a cogliere segni e sfumature.
Un dubbio mi si insinua osservando l’impugnatura di un
wakizashi (la spada corta): classificata come trecciatura in seta, è invece in
cuoio!!
Poi elmi ed armature, tanto (il pugnale) e tachi (la spada
lunga montata in modo da essere portata con la lama rivolta verso il basso).
Sono strumenti, sono armi portatori di morte e sangue, ma
anche viaggio nel buio del cuore dentro.
Una lama del 1540, altre lame “mumei” (prive di firma),
tsuba (la “guardia” del katana, la spada tipica del samurai) di diversa foggia,
stoffe e drappi.
E, prima in Europa, un’esposizione sul mondo Ninja, i
“guerrieri ombra”.
Armi di ogni genere, strumenti, per l’epoca, altamente
innovativi, come una lampada con giroscopio in grado sia di illuminare davanti
a sé il cammino del guerriero, sia di lasciarlo immerso nell’oscurità con un
semplice movimento del polso.
Armi piccole, minuscole, facilmente occultabili. Armi da
taglio, da percussione o da lancio.
Armi per uomini formatisi al segreto, all’occulto, allo
spionaggio ed all’assassinio.
Non manca un breve excursus sulle armi in dotazione alla
polizia dell’epoca, tra manganelli e funi per legare il malcapitato.
Entriamo, poi, nella mostra permanente del Museo,
affascinati da altri reperti Giapponesi, ma poi coinvolti in splendide opere
d’arte dell’Asia meridionale e Sud-est asiatico (subcontinente indiano e
penisola indocinese), e della Cina.
Resterei ore incantato davanti a simili bellezze, colpito
dalla lunghezza del tempo, dei secoli che si sono succeduti che sono stati
anche il tempo di milioni e milioni di individui, di sconosciuti, ognuno con le
proprie storie personali di amore e odio, di vita e di morte, di piccoli gesti
quotidiani e di imprese passate alla “Storia”. Un tempo fatto di secoli che,
mentre rimpicciolisce senza alcuna pietà il peso, l’importanza di questa mia
vita d’oggi, dall’altro le dona un sapore di fragile unicità, di tempo breve,
brevissimo, da non sprecare.
Risaliamo in auto, per altre chiacchiere e commenti.
A Milano, ci attende la compagnia della mia famiglia e di
Elise, ci attende una cena di fonduta altamente alcolica (grande Monica!!), di
torta e vino e birra e chiacchiere, ancora chiacchiere, tra il serio della
storia e del destino umano ed il faceto del prendersi in giro, delle piccole
cose d’ogni dì.
Un bello e conviviale concludere, tra amici, un sabato di
cultura guerriera.
potevate invitare!!!! :p
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